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VOGHERA – Anomala collocazione quest’anno per i campionati mondiali. Tra fine settembre e inizio ottobre, a Doha in Qatar. Una scelta criticata da molti. E che si temeva condizionasse spettacolo e risultati. In realtà pubblico modesto, rispetto ad edizioni in nord Europa o anche a Londra 2017. Ma i risultati ci sono stati, e parecchi sorprendenti. Nonostante il clima, che ha costretto a fare le gare lunghe a notte. Per il gran caldo. Alcune gare hanno registrato prestazioni eccezionali. Pensiamo al peso maschile, con tre atleti a 22,90-22,91 e il quarto, fuori dal podio con 22,53. Pensiamo ai 400 hs femminili, ai 1500 maschili e femminili e anche altre. Grande spettacolo e grandi protagonisti. Come l’olandese Sifane Hassan, vincitrice di 1500 e 10000 con due gare emozionanti. Dei tre pesisti abbiamo parlato. Ma anche l’asta uomini è stata eccezionale. Giocata dai primi con misure stellari. Non sono mancati i record mondiali. Come quello dei 400 hs femminile. Mentre nel triplo donne sembrava quasi fatto, e ci è mancato davvero poco. Qualche gara sottotono c’è stata. Le prove lunghe, di corsa e marcia, condizionate dal caldo. Staffette come sempre esaltanti. In questo contesto l’Italia ha avuto risultati accettabili. Lontani da quelli delle edizioni iniziali. Ma migliori delle ultime due, 2017 a Londra e 2015 a Pechino. Abbiamo vinto una sola medaglia e di bronzo, con Eleonora Giorgi nella 50 km. di marcia. Ed è stata l’unica marciatrice sugli scudi. Tutti gli altri scomparsi oltre la decima posizione. Una specialità meno brillante che in passato. Ma se non abbiamo vinto titoli (l’ultimo risale al 2003 con Gibilisco nell’asta a Parigi) abbiamo avuto piu finalisti. Nei primi otto sono infatti arrivati la 4×400 uomini (sesta) Tortu nei 100 metri (settimo eguagliando Pavoni nel 1987) Stecchi nell’asta (con un buon 5,70) la 4×100 donne (settima) Lungo l’elenco delle finali mancate di poco. La piu importante quella dei 400 piani. Davide Re ha corso una splendida semifinale in 44”85. Ma non è bastato, ed è giunto nono. Sarebbe stato il primo italiano dal 1896, in olimpiadi e mondiali, a fare una finale. E il fatto che ci sia andato vicino (solo 8 centesimi di secondo) è storico. Fabbri nel peso ha mancato anche lui la finale. Ma per poco anche lui. Fuori dall’evento decisivo tre staffette. Decima la 4×100 maschile, che però ha fatto con 38”11 il record italiano. Ma siamo lontani ormai con questo tempo dall’eccellenza mondiale. Nona la 4×400 mista e la 4×400 donne. Ma avere cinque staffette al mondiale era già un grande risultato. Un record italiano l’ha fatto Crippa sui 10000 con 27.10. Grande tempo per questo atleta, reduce da un lunga e logorante stagione. Che è stato anche protagonista di una grande finale. Con diversi atleti ben sotto i 27 minuti. Positivo anche il mondiale di Luminosa Bogliolo, sui 100 hs. L’atleta di Alassio è stata perfetta in batteria con 12”80. Ma poi in semifinale ha perso il ritmo per aver toccato un ostacolo. Non avrebbe raggiunto la finale, ma ha fatto un buon mondiale. Assenti totalmente da 800 e 1500. Presente solo la Vandi sugli 800, ma non raggiunge la finale. Ma ormai da noi li la crisi è totale.  Maratoneti abbastanza anonimi. Siepisti e lunghiste anche. Nel triplo la Cestonaro avvicina le sue misure migliori, sfiorando i 14 metri e la finale. Italia quindi in recupero rispetto al recente passato. Ma ancora lontana da essere tornata sui livelli precedenti.