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VOGHERA – Stanno per iniziare i campionati europei Juniores o Under 20, con la moderna dicitura di questa categoria. Che dovrebbe comprendere i 18-19 anni. Ma che vede in gara anche molti allievi. La manifestazione ha una lunga storia. Si tratta della venticinquesima edizione, di questa rassegna partita nel 1970 a Parigi. E che ha fatto tappa in Italia tra volte. Due di queste a Grosseto (2001 e 2017) e una a Rieti (2013). L’Italia negli ultimi anni ha sempre vissuto grandi soddisfazioni. E colto importanti successi. Complessivamente gli azzurri hanno vinto 28 ori, 34 argenti e 52 bronzi. Per un totale di ben 114 podi. Nel medagliere totale siamo decimi. Davanti a Spagna, Finlandia, Ucraina e Svezia.  Nelle ultime edizioni abbiamo vinto tanto. Nel 2013 a Rieti 8 medaglie, di cui un oro e 4 argenti. Nel 2015 nove volta sul podio, con due ori e tre argenti. E a Grosseto 2017 tre volte ora, 5 argento e un bronzo. Purtroppo i campioni europei Juniores italiani, spesso, non sono mai diventati campioni nelle categorie assolute. Tanti nomi tornano alla mente, trionfatori in questa rassegna. E rimasti grandi solo a livello giovanile.

Per esempio Gaetano Erba, dominatore dei 2000 siepi a Bydgoszcz in Polonia nel 1979. O la 4×400 maschile vincente a Tallin nel 2011. O Adelina De Soccio prima sui 3000 nel 2005. E tanti altri. Bravi a 18-19 anni e poi svaniti nel nulla di anonime carriere. Nell’edizione 2019 di Boras (Svezia) presentiamo una squadra molto forte di oltre 70 atleti. Tra questi tre allievi, ma con credenziali importanti. Tra gli atleti con ambizioni di podio il martellista Giorgio Olivieri, le mezzofondiste Nadia Battoclett e Elisabetta Vandi (figlie d’arte entrambe) Lorenzo Benati e Edoardo Scotti sui 400, Larissa Iapichino nel lungo, Carmelo Musci nel peso, le velociste Fontana, Gherardi e Kaddari. Il decathleta Dester, la giavellottista Visca e altri ancora. Ci aspettiamo prove di carattere di questi ragazzi. Che se mancano di esperienza, si spera la facciano in terra svedese. E trovino le motivazioni per continuare a fare atletica seriamente. Come i tanti giovani azzurri, vincenti da juniores e poi diventati campioni. O anche ai tanti che da giovani giunsero solo in finale o nemmeno in quella. E poi da adulti seppero far parlare di se per i proprio risultati.