VOGHERA 08/07/2019: Straordinaria impresa sportiva e umana di un vogherese. Premiato dall’associazione Chiara contro la violenza sulle donne Toby Gobbato
VOGHERA – “Noi oggi vorremmo che, fuori da queste quattro mura del centro antiviolenza, uscisse qualcosa di ‘diverso’. Uscisse l’impronta di un uomo che si distingue dalla collettività (uomini o donne che essi siano). Un uomo che nel suo pensare ha creduto ed è riuscito a fare qualcosa di importante, a fianco di un centro antiviolenza.”
Con queste parole la presidente del centro anti-violenza dell’associazione C.h.i.a.r.a. di Voghera, Cristina Boffelli, sabato ha voluto ringraziare, consegnandogli anche un targa, Toby Gobbato, vogherese 34enne allenatore nella palestra One more round, esperto di Brazilian ju jitsu (Bjj), che nello scorso mese di giugno ha compiuto un’incredibile impresa sportiva e umana denominata “240 More Round”): ossia lottare per 24 ore consecutive, confrontandosi a turno con altri atleti, in 240 round di Bjj.
Il tutto per una finalità nobile, aiutare, attraverso una raccolta fondi attivata durante il combattimento, la Onlus di Voghera che da anni la lotta contro la violenza sulle donne, e con la quale da tempo è nata una collaborazione.
Alla consegna della targa hanno partecipato tutte le operatrici del Centro (Carolina, Valentina, Anna, Martina, Alessandra, Barbara direttrice e Barbara operatrice), alle quali nei mesi scorsi Toby Gobbato, insieme alla palestra di Strada Oriolo, aveva offerto un corso di autodifesa basato sul Brazilian ju jitsu (un’arte marziale specializzata nella lotta a terra, in cui principalmente si insegna che una persona più piccola può difendersi con successo anche contro un assaltatore più grande e più forte).
“Toby Gobbato ha voluto mostrare che, la forza vera, non è solo quella fisica ma è anche quella mentale – ha detto sabato la presidente Boffelli -. Attraverso la sua azione ha voluto manifestare agli uomini e alle che donne, che si possono mettere a confronto senza violenza, ognuno nel rispetto dell’altro in modo che nessuno ne esca sconfitto. Piccole o grandi azioni come questa delle donne e degli uomini ci auguriamo che diventino parte ordinaria della vita di tutti e non impresa straordinaria ad opera di pochi.”
“Piccole o grandi azioni come questa delle donne e degli uomini ci auguriamo che diventino parte ordinaria della vita di tutti e non impresa STRAORDINARIA ad opera di pochi – ha detto ancora Boffelli -. E ci auguriamo anche che la gente comune sappia apprezzare un articolo di cronaca sulla violenza di genere che non parli di: botte, ferite al corpo e all’anima, tentati o riusciti omicidi ma che dia l’immagine rispettosa e dignitosa di tutti quegli uomini che, come Toby, credono e sperano nel cambiamento, trasmettono e chiedono rispetto reciproco di genere.”
“Ogni volta che squilla il telefono di una volontaria la paura è sempre la stessa….un altra violenza! Quel giorno, invece a chiamarci è un uomo che ha deciso di aiutare le donne vittime di violenza – ha raccontato invece l’operatrice volontaria Barbara -. Si chiama Toby, gestisce una palestra di arti marziali e ci offre un corso di autodifesa gratuito. L’impatto delle nostre donne con lui e I suoi ragazzi è forte come un pugno allo stomaco che ti lascia senza fiato. Toby riesce, fin da subito, a conquistare la loro fiducia, si approcia a loro in maniera sensibile, ma allo stesso tempo con la fermezza e la determinazione che le discipline che insegna impongono. Nasce un legame forte, le donne riescono a fidarsi di un uomo e da lui imparano cos’è la difesa, imparano che non puoi e non devi essere sempre e per forza vittima, imparano che puoi difenderti e combattere.
“Per cambiare la storia adesso non si può ignorare il problema e delegare i centri antiviolenza, bisogna mettersi in prima linea e lottare insieme..one more round”, commenta invece Toby Gobbato (che ora attende anche il riconoscimento del record fatto), un atleta, un uomo… un piccolo grande eroe dei nostri tempi contemporanei.
Ps I fondi raccolti in favore di Chiara durate la performance delle 24h ammontano a circa 1.800 euro, fondi preziosi (e, purtroppo, già quasi tutti spesi!) per un’associazione che vive di sostegno proprio.
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