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VOGHERA 18/01/2018: La Croce rossa rende omaggio ai 60 anni di impegno del volontario Carlo Rovatti. Mortarese che operò anche nel disastro ferroviario di Voghera

Gennaio 18
10:37 2018

VOGHERA Più di 2milioni di chilometri percorsi al volante di un’ambulanza, migliaia di missioni sul territorio, centinaia di soccorsi in giro per l’Italia. Ed una grande passione: quella per la Croce Rossa.

Carlo Rovatti, 86 anni, mortarese di nascita, da qualche anno residente a Mirabello a Pavia dove vive con la moglie Maria Rosa, festeggia nel 2018 i sessant’anni come volontario della Cri.

Un traguardo prestigioso, uno dei pochi in Italia ad avarlo raggiunto con la divisa rossa addosso come fa tutte le mattine quanto di presenta puntuale in viale Partigiani, sede del Comitato Cri di Pavia.

Ex operaio specializzato prima e poi tecnico in una tipografia a Mortara, Rovatti entra nella Cri il 20 gennaio 1958. “Ricordo quel giorno come fosse ieri – spiega con un sorriso l’arzillo nonnino della Croce Rossa – Ero nelle corsie dello storico ospedale Sant’Ambrogio di Mortara e attendevo con ansia l’arrivo di mio figlio Massimo che avrebbe visto la luce dopo poche ore. Fui chiamato da un amico che mi disse “vieni con me a Cegnago, dobbiamo fare una dimissione”.

Nonostante la trepidazione per il parto, partii con lui e così cominciò la mia vita come Militare Barelliere Volontario. L’anno successivo presi la licenza di guida per tutti i mezzi di soccorso e tra le prime vetture utilizzate ci fu una 1500 Fiat, una sorta di macchina ambulanza e la storica Fiat 600 Multipla, talmente scomoda e stretta che, una volta, fummo addirittura costretti a lasciare a piedi una paziente talmente robusta che purtroppo non ci entrava. Oggi sarebbe impensabile”.
I ricordi di Carlo Rivatti sono migliaia, scorrono puntuali nella sua mente lucidissima capace ancora oggi di supportarlo come colonna portante dell’Area 2 della Cri di Pavia, quella dedicata alle attività sociali. Negli anni ha partecipato come volontario ai più grandi disastri italiani, a partire da quello ferroviario di Voghera.

“Il 26 maggio 1962 – ricorda Rovatti – fummo chiamati d’urgenza per soccorrere i feriti in Oltrepò. Arrivammo però quando ormai la macchina dei soccorsi, come si chiamerebbe oggi, aveva già fatto il suo corso. Ci limitammo a trasportare in ospedale un vecchietto, forse troppo curioso, che per spingersi a vedere da vicino quanto era successo, è inciampato rovinosamente sul piazzale della stazione”.

Poi la mente lo porta in Friuli. “Intervenni due volte – spiega – La prima era il 1963, all’indomani della tragedia del Vajont per portare soccorso alle popolazioni sopravvissute. La seconda volta nel giugno del 1976 quando come fui inviato in missione come membro militare della Cri, con grado di caporale, presso il campo di Cornino di Folgaria del Friuli, per il soccorso alla popolazione colpita dal terremoto. Ci rimasi 36 giorni consecutivi, è stata un’esperienza che mi ha segnato perchè ho scoperto un popolo unito, che aveva perso tutto, ma non le speranze. Ho stretto amicizie che ho coltivato fino a poco tempo fa”.

Nel 1985 lascia la sede di Mortara per Valle Lomellina, per collaborare da veterano alla crescita del nuovo sottocomitato, appena costituito. Dopo 42 anni di servizio, nel 2000, lascia la Cri di Valle Lomellina non potendo più essere alla guida dei messi di soccorso per raggiunti limiti di età e cominica a collaborare con la sezione femminile e con le infermiere volontarie della Cri di Pavia per poi dedicarsi interamente, ancora oggi, quotidianamente, ai servizi offerti dall’area attività sociali del comitato pavese. In mezzo a tante storie ed avventure, anche tanti premi: da quelli conferiti dai vertici nazionali della Cri per i 25 e i 50 anni di servizio fino alla benemerenza civica di San Siro del Comune di Pavia nel 2010 e l’onoreficenza di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana conferitagli nel 2013 dal Presidente della Repubblica. Per tutti, giovani compresi, è un esempio da seguire. “Ci vuole tanto impegno – conclude Rovatti – I nostri giovani volontari sono la colonna portante della Cri e spero vivamente che siano motivati come lo sono stato io in questi 60 anni di vita associativa. Perchè la Cri è una grande famiglia. Ma soprattutto è una passione”.
Anche il presidente della Croce Rossa di Pavia, Alberto Piacentini, sottolinea l’operato dell’86enne volontario pavese: “Carlo è un esempio di dedizione e generosità, dovrebbe essere preso ad esempio da chi, oggi, muove i primi passi in Cri e troppo spesso guarda solo al presente o al futuro, dimenticando i meriti di chi, la strada verso il domani, l’ha resa possibile a costo di grandi sacrifici. Sempre al mio fianco nelle sfide in cui sono stato coinvolto e nelle battaglie che ho combattuto, non mi ha mai fatto mancare il suo appoggio, la sua stima ed il suo incoraggiamento.  Una grande persone, un grande volontario”. Per sabato prossimo, 20 gennaio, giorno in cui ricorrono esattamente i 60 anni di carriera, la Cri di Pavia ha organizzato presso la sede operativa di viale Partigiani una festa per ricordare il grande impegno di Carlo Rovatti come colonna della Croce Rossa.

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