RETORBIDO 11/06/2017: Pirolisi. Un nuovo passo verso l’affossamento definitivo del maxi impianto di trattamento di pneumatici usati. Il sindaco Cebrelli: “Il nostro territorio è salvo”
RETORBIDO – Un nuovo passo verso l’affossamento definitivo del maxi impianto di trattamento di pneumatici usati programmato da una ditta di Milano nel comune di Retorbido è stato fatto.
La ditta Laterlite, proprietaria dell’area su cui dovrebbe sorgere l’industria basata sulla tecnologia della Pirolisi, non concederà più l’area alla I.E.T. .
A darne comunicazione, il sindaco Isabella Cebrelli.
“Voglio dare una bella notizia a tutti i cittadini di Retorbido e dell’Oltrepo’ Pavese – scrive il primo cittadino su facebook -: l’impianto di pirolisi non si fa più!!! Mi è stato comunicato dall’Amministratore Delegato della ditta Laterlite, che la società ha rescisso il contratto con la I.E.T. che non ha più la disponibilità giuridica dell’area.
Questo contratto – prosegue Cebrelli – riguardava la cessione dell’area su cui doveva sorgere l’impianto di pirolisi. Dopo due anni di lotte su più fronti con mobilitazioni e manifestazioni da parte di noi sindaci e del comitato NO inceneritore, che ha coinvolto migliaia di persone, siamo arrivati alla conclusione di questa vicenda”.
Prosegue Cebrelli. “Il nostro territorio è salvo e non corre più il rischio di essere devastato dall’impianto che avrebbe causato danni irreparabili all’ambiente ed alla nostra salute. La società Laterlite si è detta disponibile ad eseguire sull’area le bonifiche richieste a suo tempo; noi vigileremo e ci impegneremo affinché in quest’area vengano accolte attività produttive in grado di creare occupazione, che siano di rilancio per la zona agricola e vitivinicola e soprattutto non danneggino l’ambiente e le persone che ci vivono”.
“Grazie a tutti coloro che si sono impegnati per il raggiungimento di questo obiettivo, oggi è un giorno importante per Retorbido, da qui bisogna ripartire con più slancio, entusiasmo e serenità”.
Sulla vicenda ora si aspetta la pronuncia del Tar, cui alcuni mesi fa aveva fatto ricorso la ditta proponete l’investimento. Al centro del ricorso la regolarità della legge con cui la Regione a fine 2016 ha stabilito (in modo retroattivo) l’impossibilità di fare attività di recupero di scarti all’interno di zone ecologicamente protette (e l’area su cui dovrebbe nascere la Pirolisi della Iet ricade nel corridoio ecologico del Torrente Staffora).
Il ricorso della Iet fra l’altro riguarderebbe la regolarità di una legge che dispone non solo per il presente ma anche per il passato. Il Comune oltrepadano però è certo: “Il nostro territorio è salvo”.
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