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VOGHERA 12/07/2016: Conto da 900€ per 2 IPad mai ordinati. Negoziante vogherese risponde a una mail e finisce vittima del Phishing. La Polizia scopre i truffatori a Napoli. Ecco come difendersi

Luglio 12
15:51 2016

VOGHERA – Ennesima vittima in città del cosiddetto phishing: il furto dei dati personali attraverso l’uso del computer e della relativa posta elettronica. Il fatto risale al novembre 2015, quando una negoziante vogherese si vede recapitare una fattura di oltre 900 €, quale corrispettivo per l’acquisto di due IPad da una nota società telefonica.

La donna però mai aveva ordinato nè tanto meno ricevuto i due preziosi tablet.

L’esercente iriense dopo diversi contatti telefonici con la Società telefonica che aveva evaso l’ordine, in accordo con quest’ultima, decide di sporgere denuncia  alla Polizia contro ignoti, per truffa.

Dopo una lunga indagine il commissariato scopre che la donna era caduta nelle rete dei pirati informatici: i quali, tramite una mail trappola (in cui si richiedeva la conferma dei dati bancari) le avevano rubato i dati personali.

Dati con i quali gli stessi avevano ordinato i 2 Ipad, indicando come sede legale dell’acquirente la ditta della negoziante di Voghera, e come sede operativa del medesimo acquirente, al fine della spedizione, un’abitazione esistente ma abbandonata presente nel comune di Napoli.

Risolto il caso, la polizia (grazie alla quale la vogherese ha potuto ottenere l’annullamento dell’ordine dei 2 IPad fatto a suo nome), ora provvederà a denunciare i responsabili del raggiro.

La polizia di Voghera per evitare che altri cadano nella rete dei malviventi elettronici, rende noti alcuni suggerimenti per non finire vittime del “Phishing”, cioè, ripetiamo , della mail all’apparenza genuine ma gestite da truffatori, nella quali vengono richiesti dati come il codice fiscale, la password per accedere nel proprio conto bancario on line (rispondendo alle quali i propri dati riservati finiscono direttamente ai truffatori, che li utilizzano per effettuare acquisti indebiti).

Ecco alcune avvertenze.

Vi sono più metodi per carpire tali informazioni, ma tutti richiedono la nostra collaborazione. Un molto utilizzato è l’invio di una e-mail, che talvolta ha le sembianze di quelle che riceviamo dalla banca, nella quale si chiede di confermare password, numeri di carte di credito, PIN o altre informazioni personali. Nessuna banca o Ente chiede tali dati, tanto meno attraverso un messaggio di posta elettronica. Nel dubbio, prima di rispondere, contattate una persona di fiducia della vostra banca.

Un’altra modalità usata è quella di inviare un file che invita ad aprire di aprire un allegato. Una volta aperto si installa automaticamente un programma nel nostro computer, che ha lo scopo di reperire informazioni riservate. Quindi, occorre fare attenzione ad aprire gli allegati solo se provengono da persone conosciute e se vi è un motivo (in caso di dubbi è opportuno cestinare il tutto).

Altre volte ancora si possono ricevere e-mail con le quali si chiede di cliccare un indirizzo elettronico (link, cioè collegamento). Diffidate sempre e non cliccate su questi indirizzi i quali, molto spesso, rimandano ad altri siti che certamente non sono quelli che si vorrebbero contattare. Per essere sicuri di accedere al sito giusto è sempre meglio digitare direttamente l’indirizzo URL nell’apposita barra degli indirizzi (es.: www. poste.it).

Come si potrà notare, nei casi appena segnalati, siamo proprio noi a consentire l’accesso ai nostri dati personali; la regola, perciò, consiste nel

non rispondere a mail che ci richiedono i nostri dati (nel dubbio, contattare le banche o gli enti dai quali sembrano pervenire le e-mail);

non aprire mai gli allegati quando la mail proviene da sconosciuti o se pensiamo che vi sia anche solo un potenziale rischio (nel dubbio è bene cancellarla);

non cliccare sui cosiddetti link proposti nelle mail, preferendo la digitazione dell’indirizzo nell’apposita barra. Un minimo di conoscenza informatica e l’uso prudente di questi strumenti contribuiscono a ridurre notevolmente il rischio di truffe on line.

Se si sospetta l’abuso dei propri dati bancari, è comunque possibile contattare direttamente le banche, che in genere dispongono di un indirizzo di posta elettronica specifico per denunciare indebiti accessi.

Controllate frequentemente i rendiconti bancari e della carta di credito; in caso di spese o movimenti bancari non riconosciuti, informate immediatamente un persona di fiducia della vostra banca.

In caso di sospetto di uso illecito delle proprie informazioni personali, per operazioni di phishing (dati personale ottenuti fraudolentemente), potete informare le Forze di Polizia.

 

 

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