VOGHERA 02/05/2016: Ancora vandalismi e ruberie sui fiori che Guido Schiavo coltiva per abbellire le aiuole pubbliche. “Sono stanco e soffro troppo. Questa volta temo che vincano i ladri”
VOGHERA – “Mi sa che questa volta mi arrendo”. E’ arrabbiato ma forse ancora di più sconsolato Guido Schiavo, il vogherese che da anni cura le aiuole pubbliche nei pressi della rotonda fra via Verdi e via XX Settembre.
I sentimenti profondamente pessimisti nascono dai continui affronti che la sua meritoria opera civica di cura dei un’area pubblica subisce. L’ultima la notte fra venerdì e sabato. “Quando qualcuno ha rovinato le piante di Malvone che avevo piantato su un lato di via XX Settembre – racconta l’88enne con tono affranto -. Nella notte hanno tagliato e piegato la cima a 5 o 6 piante compromettendone così la crescita (che in queste piante rustiche arriva fino a 4-5 metri di altezza ndr)”.
L’affronto subito questa volta è duro, anche per un uomo dalla scorza dura come quella che Schiavo da sempre sfodera.
“Non capisco come possano esserci persone capaci di fare dispetti di questo tipo. Ho sempre spiegato che chi vuole dei fiori li può avere, ma chiedendoli. Rubarli o peggio distruggerli proprio non si può accettare. A questo punto viene davvero voglia di arrendersi ai ladri… anche perchè sono vecchio e malato e di fronte a queste cose me la prendo troppo”.
Il colpo della distruzione del Malvone risulta ancora più dura per Schiavo anche perchè arriva pochi giorni dopo un altro episodio assai sgradevole. Come molti sanno il pensionato in primavera regala ai passanti i semi delle piante che mette a dimora nelle aiuole. “Ebbene – racconta Schiavo – l’altro giorno, quando io ero a casa, qualcuno invece di prendersi alcuni semi ha preso l’intera scatola, privando così la possibilità ad altri di averli”.
A fronte di questo stillicidio di atti maldestri Guido Schiavo è sul punto di lasciare, dandola così vinta a ladri, maleducati e incivili. “Ora forse farò denuncia ai carabinieri – confessa – poi deciderò cosa fare… io però soffro troppo a vedere certi disastri”.
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