VOGHERA 22/04/2016: Rapina violenta alla Cameron. Polizia incastra con l’esame del DNA il presunto esecutore. Si tratta di un nomade di 29 anni
VOGHERA – Nella serata del 19 febbraio del 2015 un individuo si era introdotto all’interno del parcheggio della società multinazionale “Cameron” e all’arrivo di una dipendente le aveva rubato l’auto. L’uomo non aveva avuto nessuna pietà per la vittima, che aveva appena terminato il turno di servizio e si accingeva ad entrare nella propria autovettura.
Il malvivente l’aveva avvicinava con una scusa ed improvvisamente le aveva sferrato un pugno al volto. Poi l’aveva trascinata fuori dal veicolo. La vittima era stata anche rapinata della borsa – contenente denaro, oggetti in oro, il telefono cellulare — e del computer portatile aziendale.
Non pago, il malvivente era salito sul veicolo di proprietà della donna e, nonostante quest’ultima si fosse aggrappata alla portiera, aveva innestato la marcia scaraventando la donna sul selciato e rischiando di investire un altro dipendente, che era accorso in aiuto della collega.
Quella sera il personale della sicurezza interna era intervenuto chiamando subito i soccorsi medici e avvertendo la polizia.
Così, mentre la donna veniva ricoverata d’urgenza in Ospedale per un brutta frattura al naso, gli agenti del commissariato iriense avviavano la caccia all’uomo che (per il momento) terminarono con il ritrovamento dell’auto rubata a Voghera nel posteggio del Bennet a San Martino (dove il rapinatore aveva tentato invano questa volta di rubare una seconda vettura aggredendo selvaggiamente una seconda donna).
Le indagini sin da subito, grazie alle caratteristiche somatiche del rapinatore descritte dai testimoni, unitamente ad altri elementi raccolti, si indirizzarono subito su un nomade orbitante dell’hinterland pavese: il 29enne L.A. Itinerante tra i campi nomadi della provincia di Pavia e Milano, pluripregiudicato per reati specifici.
Latitante da tre anni per una pena di 2 anni da scontare per fatti simili, il 29enne sospetto grazie a numerosi appostamenti alla fine fu arrestato.
Il commissariato di Voghera però aveva continuato a lavorare per raccogliere altri elementi probatori della colpevolezza dell’uomo. Il principale dei quali era rappresentato dal ritrovamento del DNA del 29enne su un cappellino trovato nell’auto rubata.
La comparazione con i campioni biologici dell’indagato hanno consentito così di aggiungere l’ultimo tassello sul già corposo impianto accusatorio. Questo ha permesso alla Procura di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per le due rapine (provvedimento che il personale del Commissariato di Voghera ha notificato al rapinatore mentre era in stato di detenzione per precedenti reati).
Lo detenzione continuerà senza soluzione di continuità sino a conclusione del processo per le due violente rapine.
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