VOGHERA 11/08/2015: Non solo la maxi scritta sulla pavimentazione. Il Castello lordato anche su colonne e portone. Atti vandalici che spingono chiedersi: ma dove sono le famiglie degli “autori”?
VOGHERA – La scorsa settimana la nostra denuncia del grave atto di inciviltà nascosto dietro una grande scritta d’amore vergata sulla pavimentazione in acciottolato del Castello visconteo (VEDI LINK SOTTO).
Su suggerimento di un nostro lettore siamo tornati al “monumento” per scoprire che quel graffito (che risalirebbe a circa un mese fa) non è l’unico a deturpare l’antico e suggestivo edificio.
E in effetti le colonne poste a lato dell’ingresso e lo spesso portone in legno sono tutto un florilegio di frasi e frasette lasciate, ora da anime in pena, ora da anime in piena tempesta ormonale (ma ci sono anche scritte con insulti, fra cui alcuni omofobi).
Il caso dei vandalismi ai danni del Castello fa tornare alla mente quanto accaduto l’altro giorno a proposito delle morti per droga in discoteca e quanto scritto in un tweet dal sindaco di Gallipoli Francesco Errico.
Quel cinguettio nel suo complesso è costato giustamente il posto al sindaco, ma in una cosa Francesco Errico aveva ragione: quando scriveva “Se le famiglie esercitassero un po’ più di controllo sui figli…”.
Già, che fine hanno fatto le famiglie?
Ogni qualvolta emergono problemi sociali si chiama in causa la scuola, per formulare il desiderio di delegarle l’ennesimo aspetto educativo dei bambini/ragazzi (non solo la cultura ma il sesso, le droghe, l’onestà e persino il codice della strada).
Eppure la vera agenzia formativa della nostra società è e resta una: la famiglia.
Famiglia che purtroppo oramai non si vede più. E che ci fa una gran brutta figura quando esulta per la chiusura di una discoteca, senza chiedersi dove era quando (prima della tragedia) i suoi figli si ubriacavano, drogavano, calavano o chissà… lordavano con scritte becere i monumenti della loro città.
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