PAVIA 25/06/2015: I bracconieri del pesce del Po sarebbero arrivati anche nella nostra provincia. Sul caso indaga la Forestale. Si tratta di gente senza scrupoli per lo più proveniente dall’Est. Anche la Regione in campo per inasprire le pene
PAVIA – Nessuno li ha ancora colti sul fatto ma ci sono sempre più prove che i pescatori di frodo, autentici predoni che agiscono in sprezzo di ogni legge e regola etica, siano arrivati nel tratto di Po di competenza della provincia di Pavia.
L’allarme è scattato negli ultimi giorni da parte dei pescatori locali che – così come raccontato in un suo servizio di TelePavia – li hanno visti operare da lontano o, i più sfortunati, li hanno addirittura incontrati.
AUTENTICI CRIMINALI
“Sfortunati” perchè questi bracconieri non sarebbero semplici pescatori scorretti ma autitentici criminali organizzati (originari dell’Est Europa per lo più ma non solo) pronti a tutto pur di portare a casa il risultato. Pronti non solo quindi ad usare metodi di pesca spicci (come le scariche elettriche) ma anche a minacciare chi potrebbe dar loro fastidio (come i pescatori autoctoni ad esempio: un caso sarebbe successo domenica scorsa).
INDAGA LA FORESTALE
Le lamentele, ma pure denunce, sono arrivate alla Guardia Forestale, che ora indaga.
Nei giorni scorsi gli agenti hanno così cominciato ad effettuare sopralluoghi all’altezza del ponte della Becca ma finora senza trovare nessuno nella flagranza del reato.
Nonostante ciò, dei bracconieri ci sono le evidenze: come le reti usate per pescare e i resti dei pesci catturati e ripuliti sul posto prima di essere caricati su camion diretti all’Est o nei mercati italiani.
Così come già accaduto più a sud, il lavoro delle forze dell’ordine è reso difficile sia dalla vastità dell’area da controllare, sia dal fatto che le squadre di bracconieri agiscono in orari notturni.
LEGGI INADEGUATE
A rendere difficile il contrasto a questa piaga, che in poco tempo potrebbe portare alla quasi totale sparizione delle specie ittiche del Po, ci sono anche le leggi, poche ed efficaci come un’arma spuntata… quando non addirittura finta (le sanzioni previste dalla legge in vigore sono infatti di lievissima entità, inoltre non prevedono la possibilità di sequestro dei mezzi e delle attrezzature usate dai bracconieri).
LA REGIONE IN CAMPO
Per tali motivi proprio ieri la Commissione Agricoltura della Regione Lombardia ha approvato all’unanimità una proposta di Risoluzione, presentata dai consiglieri del PD, per contrastare le attività dei pescatori di frodo.
Il provvedimento, che prende spunto da varie inchieste sui corsi d’acqua lombardi (soprattutto sul fiume Po e nei laghi di Mantova) impegna la Giunta a provvedere per un inasprimento delle sanzioni amministrative, con eventuale sequestro degli strumenti di pesca, degli autoveicoli e dei natanti utilizzati dai cacciatori di frodo.
Il provvedimento auspica anche l’installazione di sistemi di video-sorveglianza galleggianti e il coinvolgimento dei Comuni e degli Enti interessati per controlli più stretti sulle rive dei fiumi e dei laghi, sulle barche che vengono messe in acqua e per la chiusura delle rampe di accesso nelle ore notturne.
La speranza è che queste nuove leggi arrivino in tempo per evitare il peggio e che poi si trovi il numero minimo gli agenti necessari a renderle effettive e disincentivanti.
Nel frattempo la Forestale pavese cercherà di aumentare i controlli coinvolgendo anche le altre forze dell’ordine.
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