RETROBIDO 08/06/2015: Pirolisi. Slow Food. Paradossale pensare a un impianto di tale portata in una zona prettamente agricola e vitivinicola di qualità
RETROBIDO – Pubblichiamo l’intervento di Teresio Nardi, Fiduciario dalla condotta Slow Food “Oltrepò Pavese, in merito all’impianto di Pirolisi di Retorbido.
“In questi ultimi tempi si è parlato spesso e in vari contesti del rilancio turistico e produttivo dell’Oltrepò Pavese; l’Amministrazione Provinciale ha lavorato molto in tal senso (basti pensare alle nuove guide turistiche, al Paniere Pavese dei prodotti tipici, alla greenway da poco inaugurata) e vari comuni dei territori collinari e montani si sono avventurati in progetti e iniziative con l’intento di valorizzare un territorio che può ancora dare molto in termini di reddito e di lavoro.
Domenica 17 maggio si è tenuto all’Istituto Agrario Carlo Gallini di Voghera, organizzato dalla scuola stessa, dal GAL Oltrepò Pavese, dalla condotta Slow Food “Oltrepò Pavese” con il patrocinio del Comune di Voghera, un importante convegno su “Salvaguardia della biodiversità per la valorizzazione e tutela del territorio”.
Presenti illustri relatori quali i Proff. Giuseppe Bogliani, Graziano Rossi, Alberto Vercesi, Daniele Vigo, Lorenzo Berlendis, che hanno dato vita a un’interessante e colta esposizione del tema trattato, offrendo ai numerosi presenti spunti di riflessione sulla situazione oltre padana.
I presenti hanno capito che il nostro territorio ha una ricchezza in biodiversità ineguagliabile, in alcuni casi a rischio di estinzione, in altri ancora ben presente e unica nel suo genere: essa rappresenta un tesoro da tutelare e salvaguardare; la conservazione della biodiversità comporta tutela del paesaggio, ambiente sano e pulito, agricoltura famigliare in zone ove è fondamentale la presenza dell’uomo.
Anche la biodiversità agricola è importante: le antiche varietà di frutta (mele e pere), le razze animali autoctone (Razza varzese), il salame di Varzi, i formaggi, i vini, rappresentano potenzialità produttive e di mercato per coloro che ancora oggi persistono con passione nel lavoro dei campi, ma, ancor più, potrebbero rappresentare posti di lavoro per tanti giovani che volessero cimentarsi nella produzione di un cibo buono e pulito (carne, pollame, uova, formaggi, frutta, salumi, vino, ortaggi, erbe officinali e tanto altro).
Tanto terreno fertile che potrebbe fornire prodotti che rappresentano oggi, insieme alla nostra offerta eno – gastronomica, un richiamo turistico di non poca rilevanza e pertanto possibilità di lavoro in alberghi, ristoranti, agriturismi e posti di ristoro in genere.
La presenza dell’uomo nelle zone collinari permette di andare in questa direzione mentre l’abbandono porta a degrado ambientale collinare e montano nonché danni inestimabili nelle zone di pianura.
Tutto questo ci porta ad esprimerci sfavorevolmente nei confronti del nuovo impianto di pirolisi per lo smaltimento di pneumatici che dovrebbe sorgere, sulla riva destra del torrente Staffora, a Retorbido, all’ingresso della valle Staffora, a pochi metri da una greenway appena costruita con un notevole investimento di risorse pubbliche.
Riteniamo paradossale pensare a un impianto di tale portata in una zona prettamente agricola e vitivinicola di qualità, all’imbocco di una valle ricca di ambiente sano, sulle cui potenzialità turistiche ed economico – produttive si sta investendo, in un territorio collinare unico in Lombardia che può ospitare turismo in tutte le stagioni, vicino a due centri di turismo termale quali Salice Terme e Rivanazzano Terme.
Non ci esprimiamo sul problema dell’inquinamento chimico ma ci soffermiamo su altri danni importanti che potrebbe subire tutta la valle sotto l’aspetto turistico, produttivo, patrimoniale, ponendomi domande su alcuni degli effetti negativi prevedibili:
Quante persone rinunceranno a passeggiare sulla greenway, a un weekend o a una domenica sulle nostre colline, ad abbronzarsi sulle rive del torrente Staffora, a una vacanza in valle Staffora?
Quali saranno i danni alla proprietà privata derivanti dal deprezzamento dei terreni della valle, delle uve e dei vini, di tutte le abitazioni dei comuni limitrofi all’impianto?
Quanti clienti in meno per gli impianti termali, quanti posti di lavoro in meno nei ristoranti e negli alberghi, quante perdite per le aziende agrituristiche?
Quante delle potenzialità produttive della valle andranno perse?
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