VOGHERA 27/05/2015: “Se i ponti chiusi fossero stati in altre province li avrebbero già ricostruiti”. Duro atto di accusa del presidente della Camera di Commercio all’inaugurazione del nuovo Sportello Camerale. Ma per Bosi la responsabilità è anche dei pavesi: “Incapaci di fare squadra”
VOGHERA – Ieri alle 19 in piazza Duomo (vicino all’ingresso del Municipio) è stata inaugurata la sede del nuovo Sportello Camerale di Voghera. Erano presenti il sindaco Carlo Barbieri, l’assessore regionale all’Expo 2015 Fabrizio Sala e il presidente della Camera di Commercio di Pavia Franco Bosi.
Dopo il taglio del nastro, nella vicina sala consiliare, si sono tenuti i discorsi ufficiali. Fra gli altri ha parlato Emanuele Bottiroli del consorzio Vini, mentre l’ex sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo ha portato il suo saluto.
Il presidente della Camera di Commercio nell’occasione ha colto l’occasione per salutare il nuovo sportello della camera di Commercio vogherese come un notizia positiva, perchè permetterà di avvicinare le imprese del territorio oltrepadano al capoluogo, superando così le distanze fisiche, rese ancora più grandi dalle problematiche legate alla viabilità, dipendente come tutti sanno dai ponti e dalle loro gravi problematiche di stabilità.
Proprio a questo proposito Franco Bosi, citando i ponti della Becca, della Gerola e di Bressana e facendo lo specifico esempio del ponte di Salice Terme (“Dicono che lo sistemeranno ma intanto è ancora chiuso”, ha detto Bosi) è stato durissimo.
“Se fosse successo a Brescia o a Bergamo, per non parlare di Milano, se fosse successo in province più importanti, quel ponte sarebbe già stato ricostruito”.
Doppio quindi l’atto di accusa di Franco Bosi: uno implicito, non esternato, contro le Istituzioni sovraordinate che tendono a trascurare il territorio di Pavia ma anche e forse soprattutto al territorio pavese, vieppiù oltrepadano, ancora troppo diviso.
Su questo Bosi è stato impietoso.
“Il nostro territorio ha grandi potenzialità che non riesce ad esprimere, non a livello di qualità ma di immagine, come invece dovrebbe fare. Questo è il nostro limite”.
Per Bosi ciò accade “anche perchè come pavesi non riusciamo tante volte a fare squadra”. “Il mondo sta correndo alla velocità della luce ed è globalizzato – ha poi spronato Bosi -. Noi dobbiamo capire che i campanili sono importanti… e anche le tradizioni: però dal punto di vista industriale, dal punto di vista imprenditoriale, dobbiamo imparare anche noi a correre come fanno gli altri”.
Poi, riferendosi ancora ai ponti non sistemati, Bosi ha sollecitato gli oltrepadani, i pavesi a “farsi sentire di più”, a far valere di più le ragioni di un territorio dimenticato ma ancora troppo ripiegato su se stesso.
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