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RETORBIDO 14/05/2015: Pirolisi. Il progetto si colloca nel delicatissimo corridoio primario del torrente Staffora”. Nuova interrogazione regionale del M5s

Maggio 14
16:33 2015

RETORBIDO “Il progetto di inceneritore di pneumatici fuori uso a Retorbido si colloca interamente all’interno della Rete Ecologica Regionale, regolamentata da leggi regionali nonché da principi ordinamentali nazionali e comunitari, e più precisamente nel delicatissimo corridoio primario del torrente Staffora che collega l’Oltrepò collinare e montano al fiume Po e alla Lomellina”.

Lo afferma il Movimento 5 Stelle, la cui consigliera regionale M5S Iolanda Nanni, ha depositato una nuova interrogazione all’Assessore Regionale all’Ambiente, chiedendo alla Giunta “di rigettare il progetto in quanto non conforme alla legislazione nazionale e regionale in tema di tutela della salute e dell’ambiente, con particolare riferimento alla salvaguardia della Rete Ecologica Regionale che potrebbe essere irrimediabilmente compromessa da una simile opera”.

La Consigliera regionale M5S Iolanda Nanni dichiara: “L’intera vicenda dell’iter autorizzativo del progetto di impianto a Retorbido ha del surreale: la tecnologia di pirolisi prevista è sostanzialmente al bando in tutta Europa, non esiste neppure un impianto attivo nell’intero Continente, in quanto pericolosa per la salute e l’ambiente, e in quanto tale è stata rigettata anche dalla Provincia di Novara per un progetto analogo presentato sempre della società Italiana Energetica Tire”.

Aggiunge Nanni. “Quindi già l’obsolescenza della tecnologia di pirolisi sarebbe motivo sufficiente per Regione Lombardia a rigettare in prima battuta e senza esitazioni l’intero progetto. Come se ciò non bastasse, il progetto, che prevede il trattamento di ben cento tonnellate giornaliere di pneumatici fuori uso, si colloca nel pieno centro di un corridoio primario della Rete Ecologica Regionale, in una zona in cui vige il divieto di nuovi insediamenti industriali ai fini della tutela della salute e dell’ambiente. Inoltre, vi è anche una violazione della fascia di 500 metri dall’aeroporto di Rivanazzano. E’ infatti vietato, entro questo limite, l’insediamento di qualsiasi impianto di trattamento rifiuti.”

“Questi criteri ostativi – continua Nanni – sarebbero, già di per sé, bastati a respingere l’avvio della procedura in toto. Invece Regione li ha completamente ignorati, facendo rilevazioni su quisquilie, facilmente sanabili dalla società proponente e comportandosi da “struzzo”, mettendo la testa sotto la sabbia, di fronte a questi macroscopici criteri ostativi”.

Conclude Nanni: “Per questi motivi abbiamo depositato questa seconda interrogazione, rafforzativa delle osservazioni già depositate dai Sindaci e dalle Associazioni, con lo scopo di mettere Giunta e Regione di fronte alle proprie responsabilità”.

 

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