PAVIA 21/12/2011: Cinghiali. Parla la Forestale “Troppi allevamenti incontrollati”. Emerge l’inadeguatezza del sistema normativo provinciale e del sistema dei controlli (3° parte)
VARZI – Dopo l’ennesimo incidente stradale (sulla tangenziale di Casteggio) il
problema dell’eccessivo numero di cinghiali resta in primo piano,
soprattutto in Oltrepo. Sull’argomento, dopo la Lega abolizione
caccia, abbiamo sentito la Guardia Forestale. L’esponente dell’Ente
specializzato nella tutela del patrimoni naturale da noi intervistato
(Arturo Gigliotti, comandante della stazione di Zavattarello ), si
dichiara favorevole all’abbattimento dei cinghiali, ma dalle sue
parole, approfondendo l’argomento, emergere che siamo di fronte ad un problema che per
essere risolto sul serio ha bisogno di soluzioni ben più complesse
della semplicistica uccisione massiccia di questi animali.
La guardia forestale esordisce così.
“Non c’è notte a casa mia in cui i cinghiali non facciano impazzire i
cani . Queste bestie fanno danni enormi alle culture e sono
molto prolifiche… a mio avviso se ne uccidono troppo poche”.
Il Piano faunistico provinciale
spiega che predisporre “… punti di abbeverata e di insoglio per i
momenti di scarsità d’acqua e di alimentazione…” può essere
importante “…per ridurre i danni che i cinghiali arrecano alle
colture…”. La domanda è: questi passi preventivi sono stati
fatti?
“Queste attività viene fatta da anni ma non serve a nulla. Anzi, è il
contrario. Gli animali non solo non si fermano in queste zone ma
così ne vengono ancor di più attirati. Conosco agricoltori che si lamentano
con chi ha le riserve perchè, alimentandoli, incrementa e attira
i cinghiali”.
Oltre a quelli all’agricoltura ci
sono i danni agli automobilisti. Ma se i cinghiali non hanno fame, perchè
allora scendono a valle?
“Per via delle battute di caccia. Utilizzando i cani le squadre di
cinghialisti spingono le bestie a scappare verso il basso”.
In valle da più parti si sente
parlare di allevamenti abusivi e quindi di immissioni abusive in
natura di cinghiali, da cui dipenderebbe il numero elevato delle
bestie sul territorio. Le risulta?
“Può succedere ma la cosa non è
certa… le spiego però come può nascere il fenomeno. Sul nostro
territorio, dentro e fuori dalle riserve di caccia, esistono molti
piccoli centri di allevamento del cinghiale…”.
Sono allevamenti legali o abusivi?
“E’ la Provincia che dà
l’autorizzazione a tenere i cinghiali. Il fatto è che gli animali ad
un certo punto figliano… e tutti questi cinghiali possono scappare
oppure esser lasciati liberi… questo perchè non c’è alcun
controllo degli allevamenti”.
Non c’è controllo… però gli
allevamenti sono autorizzati?
“Sono tutti autorizzati dalla
Provincia. Qualsiasi contadino che vuol tenersi 5-10 cinghiali lo può
fare… poi, quando i cinghiali fanno i piccoli… dove vadano da
soli o se vengano liberati, questo non si sa”.
Quanti sono questi allevamenti?
“Difficile dire un numero preciso, so
però che sono tantissimi. Solo nella mia zona di competenza
(Zavattarello Valverde Broni Stradella) ce ne saranno 40 o 50…
perchè chiunque può ottenere l’autorizzazione a tenerli. Questi
allevamenti poi dovrebbero tenere dei registri: quando nascono i
piccoli, ad esempio, dovrebbero essere registrati, ma tutto ciò non
succede”.
Di fatto comandate lei mi sta delineando
un piccolo far west. Qui ognuno sembra fare ciò che vuole!
“Sì… purtroppo è così!”.
Che fare allora? Qualcuno dice che
la soluzione è l’abbattimento massiccio. Altri invece fanno notare
che cacciando i cinghiali lasciando invariato tutto il resto, il
problema resterà?
“In effetti è vero, il problema resterebbe. A mio avviso bisognerebbe
fare una seria caccia di selezione per diminuirne il numero. Ma come
primo passo occorrerebbe eliminare tutti questi piccoli
allevamenti. Perchè non servono a niente… servono soltanto ad
attirare altri cinghiali. Alla fine è questa la realtà“.
COMMENTO
L’intervista al comandante della
Forestale di Zavattarello Arturo Gigliotti sulla problematica dei
cinghiali mette in evidenza alcuni aspetti importanti della questione
che ci pare giusto sottolineare e su cui le Istituzioni dovrebbero riflettere.
Dalle parole del comandate Gigliotti
emerge sì che i cinghiali sono davvero in soprannumero, ma anche che
alcuni dei problemi da essi provocati, in special modo l’invasione
delle strade di bassa quota, non sono determinati dalla ricerca di
cibo o dalla loro ‘natura’ malefica (come qualcuno ha detto) ma dalla fuga dalle battute di caccia svolte con l’ausilio dei
cani.
Nel corso del primo articolo che
dedicammo all’argomento, poi, sollevammo alcuni dubbi circa le
attività messe in campo in provincia per prevenire i danni dei
cinghiali (in particolare ci chiedevamo se erano state approntate le
metodologie di foraggiamento delle bestie descritte dal Piano
faunistico venatorio 2006-2010 a pagina 311 “… “Predisposizione
di punti di abbeverata e di insoglio …”).
Ebbene, se da un lato il Forestale
fuga i nostri dubbi, dall’altro, in una logica di necessità di
contenimento del numero di capi, laddove conduce ad alimentare
artificialmente le bestie, mette in discussione il Piano faunistico
venatorio provinciale stesso.
Infine c’è la questione degli
allevamenti privati. In questo caso la Guardia Forestale pone in evidenza la
contraddizione di ciò che sta accadendo: cinghiali che da un lato si
vorrebbero in numero più basso, ma che dall’altro vengono incrementati
nel numero da comportamenti irresponsabili dei privati, da norme non
adatte, e non da ultimo da controlli inesistenti.
Se dunque sulla scorta dei danni
provocati dai cinghiali sembra gusto intervenire, è anche gusto che
le Istituzioni (nella ricerca di una soluzione) tengano conto di
tutti i fattori in campo, e agiscano, fra l’altro, con l’obiettivo di
spezzare un circolo vizioso che rischia di portare ad un risultato,
non solo ingiusto per una specie animale che solo in certe condizioni
e non per colpa sua risulta pericolosa, ma soprattutto non
definitivo (perchè i cinghiali, stante le cose come stanno, anche
dopo gli abbattimenti continueranno ad essere tanti e continueranno a
fuggire in pianura per scappare dai pallettoni).
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