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PAVIA 13/12/2011: Cinghiali. “Si vuole affidare la soluzione del problema del sovrannumero a chi l’ha creato: i cacciatori”. Parla la Lega Anti Caccia (2° parte continua)

Dicembre 13
23:00 2011

PAVIA – Nelle ultime settimane sulla questione cinghiali si sono dette e scritte molte cose. Si è detto che sono troppi e che per questo motivo  provocano gli incidenti stradali; si è raccontato che scendono  sempre più a valle (mettendo così in pericolo sempre più la  popolazione) perchè vanno in cerca di cibo; si è spiegato che sono  tanti perchè non sono stati cacciati abbastanza e che quindi per  “risolvere” il problema occorre un piano di abbattimento  straordinario. Insomma, sulla questione cinghiali, alla popolazione è  stato fornito un quadro allarmato e ben delineato.

Un
quadro che però, guardando la problematica sotto luci mai accese
prima e sentendo voci poco divulgate, non sembra essere così
lineare. Al momento, l’unico punto fermo (che necessiterebbe però di
conferme sulla base di ricerche esaustive e complete) sembra essere
l’elevato numero dei capi. Tutto il resto (dalle cause del fenomeno
fino alle soluzioni delle problematiche) cambia al mutare della
prospettiva sotto cui si guarda il problema.

CACCIA ORIGINE NON SOLUZIONE DEL PROBLEMA

“Da
anni in provincia di Pavia si cerca di spacciare l’idea che
abbattimento dei cinghiali è il metodo più efficace per
contrastarne la massiccia presenza – spiega Roberta Casarini delegata
provinciale della Lega per l’abolizione della Caccia -. In realtà
la caccia al cinghiale è la causa della presenza massiccia di questi
animali sui nostri territori”.

CHINGHIALI A VALLE NON
PER FAME MA PER SCAPPARE DAI FUCILI

Per
spiegare la ratio dell’apparente paradosso, la Lac comincia con lo
sfatare una delle verità divulgare nelle scorse settimane.“Non è
vero che i cinghiali scendono a valle provocando pericoli alle auto
perchè hanno fame – precisa l’esponente della Lac -, i periodi in
cui si sono verificati gli incidenti sono infatti quelli in cui i
boschi sono ricchi di cibo per i cinghiali. Non ci sono quindi
ragioni per queste incursioni”.

Quale
dunque la motivazione della discesa in pianura? “La causa è la
caccia – dice Casarni -, perchè è fatta utilizzando i cani… che
spaventano i cinghiali costringendoli a fuggire”.

NUMERO
ELEVATO PER COLPA DELL’UOMO

La Lac
aggiunge altri elementi alla tesi della caccia come origine del
problema e non come soluzione. “Per fare le battute d caccia devono
esserci le prede – dichiara ancora Roberta Casarini – così
succede che si immettono in natura cinghiali in modo del tutto
arbitrario e incontrollato  per averne sempre a disposizione. A dirlo
non siamo solo noi animalisti ma è l’Ispra, l’istituto Superiore
per la Protezione e la Ricerca Ambientale – sottolinea Roberta
Casarini –  che nella “Banca Dati Ungulati” del 2009 ribadisce il
ruolo fondamentale dell’immissione di capi a scopo venatorio
nell’incremento della presenza massiccia dei cinghiali sul
territorio. Succede altrove e succede qui in provincia di Pavia –
aggiunge Casarini -, dove vengono regolarmente trovati esemplari non
autoctoni”.

SI
IMPEDISCE LA SELEZIONE NATURALE

Ma non
basta, il numero cinghiali verrebbe artificialmente tenuto elevato da
forme illegali e ‘interessate’ di tutela di questi animali.

“Ho
prove fotografiche – rivela la responsabile della Lac – di
cacciatori che alimentano i cinghiali in inverno, cosa vietata perchè
così si impedisce la selezione naturale e quindi il calo del
numero”.

A questo punto potrebbe venire da chiedersi, se questi sono i problemi,
quali sono le soluzioni?

LE VERE SOLUZIONI

“Basterebbe
eliminare tutte le cause appena citate per giungere vicini alla
soluzione – risponde l’esponente della Lac -. Se poi l’80% dei
fondi a disposizione della Provincia anziché sui risarcimenti danni
venisse impiegato per vere politiche di contenimento, avremmo risolto
la questione. Qualsiasi altra soluzione nel solco di quelle che vanno verso un abbattimento
massiccio dei cinghiali, compresa quella di cavalcare certe notizie di cronaca
per alzare l’allarme della gente, lasceranno invariato il problema e
con esso i rischi per la popolazione”.

L’ultimo
passo di questa “altra verità sul sovrannumero dei cinghiali passa
dal capire perchè c’è tanto interesse a mantenere alto il numero
dei capi e se questo è solo frutto di mera passione venatoria.

INTERESSI ECONOMICI?

Uno
spunto di riflessione  in questo senso arriva da un consigliere
comunale di Godiasco. “Esiste una petizione, protocollata in
Provincia il 24 marzo 2011, in cui 249 cacciatori lamentano
l’esistenza di 2 categorie di cacciatori  – dice Alberto Sorrentino
-. Quelli di serie A, che potrebbero cacciare i cinghiali in squadre.
E quelli di serie B, che invece non potrebbero. Chi mi ha consegnato
la petizione (reperibile sul blog del consigliere ndr.) mi ha detto
anche che una squadra può arrivare ad abbattere in un anno oltre 200
capi, e che ognuno di essi può valere fino a 500 euro”.

Le
conclusioni sono dello stesso Sorrentino. “Da questi dettagli
emergerebbe che la posta in gioco non è solo la passione venatoria
ma anche il denaro… e non poco”.

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