PAVIA 03/03/2025: Migranti. Frode nelle pubbliche forniture e truffa nel sistema di accoglienza
PAVIA – La Compagnia Guardia di Finanza di Vigevano, delegata dalla Procura della Repubblica di Pavia, sta dando esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare contestuale sequestro preventivo per un importo di circa € 66.000 nei confronti del presidente del consiglio d’amministrazione di una società cooperativa dedita alla gestione dell’accoglienza per migranti sul territorio lomellino.
Dal mese di maggio 2023 la Guardia di Finanza, con la collaborazione della Prefettura di Pavia, ha condotto un’attività di indagine nei confronti di una cooperativa che ha gestito in regime di convenzione diversi centri di assistenza per migranti.
Nel corso dell’attività d’indagine, sarebbe emerso che la cooperativa avrebbe indotto in errore la Prefettura (per le annualità dal 2021 al 2023) in merito al numero di ospiti effettivamente presenti nei centri e, pertanto, in merito all’entità delle erogazioni che l’amministrazione doveva corrispondere alla società. La presunta frode sarebbe avvenuta anche falsificando i registri mensili attestanti le presenze degli ospiti all’interno dei centri da loro gestiti, apponendo e/o facendo apporre le firme di soggetti in realtà non presenti all’interno dei centri, facendo cosi risultare un numero di ospiti maggiore rispetto a quello effettivo, procurandosi un ingiusto profitto.
Ulteriormente, non sarebbero stati erogati molti dei servizi per cui la cooperativa era obbligata contrattualmente e per i quali invece riceveva il corrispettivo.
Per tale ragione, la Prefettura stessa, a far data dal mese di aprile 2023, ha provveduto alla risoluzione unilaterale del rapporto contrattuale con la cooperativa.
A seguito di più approfonditi accertamenti, sarebbe altresì emerso che il Presidente del Consiglio di Amministrazione della cooperativa avrebbe conseguito un reddito derivante anche dalle distrazioni di denaro in danno della società da lui gestita, omettendo di presentare le prescritte dichiarazioni, con conseguente ulteriore danno per l’erario.
Per tale ragioni, il soggetto in esame dovrà rispondere delle accuse dei reati di truffa, falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e omessa dichiarazione.
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