PAVIA 08/03/2024: Violenza nei confronti degli operatori sanitari. Il 12 Marzo sarà la giornata nazionale. Le donne le più aggredite
PAVIA – I casi di aggressione e violenza ai danni del personale sanitario accertati dall’Inail nel 2022 sono più di 1.600, in aumento sia rispetto al 2021, sia rispetto al 2020, quando l’accesso alle strutture ospedaliere e assistenziali è stato fortemente limitato, a causa dell’emergenza Covid-19.
Nella Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari (che si tiene il 12 marzo), ATS Pavia, ASST Pavia e Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo ribadiscono con forza l’importanza del rispetto nei confronti del personale sanitario e sociosanitario, che opera tutti i giorni per la nostra salute. Ricordando che “aggredirlo verbalmente e fisicamente è un reato, e un atto di inciviltà, che va contro l’interesse di ognuno di noi, e dell’intera collettività.”
L’Inail sul tema traccia un quadro allarmante: escludendo gli infortuni da Covid-19, che hanno colpito gli operatori sanitari più di qualsiasi altra categoria di lavoratori, circa il 10% degli infortuni occorsi a chi lavora in corsia e riconosciuti positivamente dall’Istituto è riconducibile a un’aggressione, mentre nell’intera gestione assicurativa Industria e servizi la stessa quota si ferma al 3%. In massima parte si tratta di violenze perpetrate da persone esterne all’impresa sanitaria, come i pazienti e i loro parenti.
Nel quinquennio 2018-2022, il 37% dei casi è concentrato nell’Assistenza sanitaria (ospedali, case di cura, studi medici), il 33% nei Servizi di assistenza sociale residenziale (case di riposo, strutture di assistenza infermieristica, centri di accoglienza) e il 30% nell’Assistenza sociale non residenziale.
A essere aggredite sono soprattutto le donne, pari a oltre il 70% degli infortunati, in linea con la composizione per genere degli occupati nel settore rilevata dall’Istat. Tra le professioni più colpite, i tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti, ecc.) con un terzo degli aggrediti, seguiti dagli operatori socio-sanitari con circa il 30% e da quelli socio-assistenziali con oltre il 16%, mentre i medici incidono per quasi il 3%.
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