VOGHERA 08/02/2024: Sanità. Anno nuovo problemi vecchi. Il Dr Grandi illustra lo stato di fatto
VOGHERA – L’ anno nuovo è iniziato da poco più di un mese ma i problemi della sanità pubblica sono gli stessi. A tornare sull’ argomento è ancora una volta il dottor Michele Grandi, medico di Medicina Generale e di Guardia Medica a Voghera.
Stavolta il medico lo fa puntando il dito, fra l’altro, contro la politica, che dovrebbe riformare la medicina del territorio e garantire la riduzione dei tempi d’ attesa per le prestazioni specialistiche.
“La sanità pubblica è ormai un malato tenuto in vita con l’ossigeno che rischia di morire da un momento all’ altro”: con questa metafora il medico vogherese denuncia la grave situazione in cui versa il Servizio Sanitario Regionale.
“La maggior parte dei medici ospedalieri fugge nelle strutture private, i medici di base appena possono vanno in pensione, la professione medica attrae sempre meno gente – afferma Grandi – e questo fa sì che mancano i medici negli ambulatori e negli ospedali pubblici: la colpa è del numero chiuso che per anni, seguendo una politica miope e sconsiderata, ha limitato l’ accesso alle Facoltà di Medicina ma anche delle attuali condizioni di sfruttamento e di sovraccarico di lavoro in cui sono costretti a lavorare i sanitari del comparto pubblico”.
Questa situazione impatta sulla qualità del servizio offerto e sul rapporto tra medico e paziente.
“I pazienti sono sempre più scontenti per le lunghe liste d’ attesa – afferma il medico vogherese – e si rivolgono a noi pensando che possiamo fare qualcosa per anticipare la prestazione specialistica, ma purtroppo si tratta di un problema che solo a livello politico-amministrativo può essere risolto e di cui i politici si ricordano solo in campagna elettorale. Non è raro che, a causa di tutto ciò, si generano con i nostri pazienti tensioni di cui a portare il peso è il nostro personale di segreteria, esposto in prima linea nei rapporti con gli assistiti.”
Recentemente, però, l’ASST di Pavia ha annunciato che verrà attivata una task-force di medici, infermieri e fisioterapisti che assisteranno a domicilio i pazienti fragili.
“I toni trionfalistici vanno certamente ridimensionati – puntualizza Grandi – perché l’ assistenza domiciliare ai pazienti fragili la stiamo già operando facendo i salti mortali per conciliare tutte le incombenze burocratiche con lo scarso tempo che abbiamo a disposizione per curare gli assistiti e il personale di supporto è sempre meno e non credo che le cose cambino perché, anche se il Governo ha stanziato più soldi per la Sanità, questi vengono spesi male per la mancanza di idee e l’ incompetenza di assessori regionali, funzionari e dirigenti di ASST.”
E a proposito di soldi spesi. ”Stanno nascendo le Case di Comunità, strutture che dovrebbero garantire, almeno nelle 12 ore, un’ offerta di prestazioni al di fuori dell’ attività routinaria del Medico di Base ma non con le caratteristiche dell’ emergenza proprie del Pronto Soccorso, ma che in realtà sono scatoloni vuoti perché manca la strumentazione diagnostica ma soprattutto il personale sanitario che le farebbe funzionare e di assumere nuovi medici e infermieri non se ne parla neanche”.
Anche a Voghera c’ è una Casa di Comunità, inaugurata lo scorso ottobre.
A questo punto il Dr. Grandi si pone una domanda: “Le autorità intervenute all’inaugurazione sono al corrente che tali strutture al momento non sono in grado di funzionare e non lo saranno mai se non verrà incrementato il personale operante nel Servizio Sanitario?” Qualche proposta concreta? Secondo il Dr. Grandi occorre sgravare il medico di famiglia dalla burocrazia inutile: “Gli uffici dell’ ASST la smettano di richiederci rinnovi di prescrizione di pannoloni a pazienti anziani cronicamente incontinenti; i provider che gestiscono i sistemi informatici dovrebbero fornire all’ assistito la possibilità, per l’ approvvigionamento dei farmaci continuativi ed entro certi termini temporali, di recarsi in farmacia direttamente con la tessera sanitaria senza dover richiedere al medico continuamente la ricetta; l’ INPS dovrebbe consentire al lavoratore di poter autocertificare, entro un ragionevole limite, l’ assenza dal lavoro per stati di malattia che non superino la giornata senza dover ricorrere alla certificazione medica.”
Infine il Dr. Grandi punta sull’ informazione e sull’ educazione sanitaria. “Iil Medico di Medicina Generale – sostiene – dovrebbe informare, anche con il supporto logistico ed organizzativo delle Amministrazioni comunali e delle forze politiche locali, la popolazione sul reale stato delle cose ed educare i cittadini alla salute e al corretto utilizzo delle risorse sanitarie.”
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