VOGHERA 01/10/2023: Autonomia differenziata. Incontro in città “La prospettiva è l’Italia fatta a pezzi”
VOGHERA – Nel percorso di iniziative verso la manifestazione nazionale del prossimo 7 ottobre “La via maestra”, promossa dalla CGIL con oltre 100 associazioni, mercoledì scorso la sezione vogherese dell’Anpi, la CGIL di Pavia e Legambiente Voghera Oltrepo hanno organizzato un incontro: Autonomia differenziata, l’Italia fatta a pezzi” (con i contributi di Fabio Catalano, segretario generale Cgil Pavia, Chiara Depaoli di Legambiente e Rita Campioni del Tavolo NO Autonomia Differenziata Lombardia e Francesco Pallante, docente di diritto costituzionale all’Università di Torino)
Autonomia differenziata, l’Italia fatta a pezzi “Questa la prospettiva con il disegno di legge Calderoli attualmente in discussione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato”, spiegano gli organizzatori, che proseguno.
“Un progetto che, nato in termini di pura provocazione da parte delle regioni a guida leghista, ha poi trovato una sponda nella modifica del titolo V della Costituzione (approvata a maggioranza dal centrosinistra nel 2001) e poi ripresa, tra accantonamenti e rinvii, con le cosidette “pre-intese” siglate tra il governo Gentiloni con Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna a Camere sciolte, quattro giorni prima delle elezioni del 2018.
Una vera “ideologia” regionalista ha fatto da traino all’attuale ddl. Da strumento previsto in Costituzione le Regioni sono state idealizzate come luoghi di vicinanza della politica ai cittadini, con maggiore controllo e scelta. La realtà è stata molto diversa. Rimosse le esperienze negative (Formigoni in Lombardia e Galan in Veneto, con i noti risvolti giudiziari) e l’approccio neoliberista sui temi sociali ed economici. Basta pensare all’affermazione del privato sul pubblico nella sanità, come in Lombardia.
In discussione sono 23 materie (20 di potestà legislativa concorrente e 3 di esclusività statale) che riguardano le questioni fondamentali della vita di ognuno: istruzione e sanità – con l’ampliarsi di 20 modelli regionali differenti! – e poi beni culturali, trasporti, ambiente, infrastrutture, sicurezza sul lavoro, ecc…Insomma lo stravolgimento dell’impianto democratico delineato dalla Costituzione, a partire dall’art. 3 sull’uguaglianza dei diritti civili e sociali, e poi gli articoli 2 (sui diritti) e 5 (sulla Repubblica una e indivisibile).
Il ddl è fortemente criticato anche dalla Commissione UE, la Banca d’Italia, l’Ufficio parlamentare di Bilancio. Perfino Confindustria non lo condivide. Tra l’altro il testo obbliga il Parlamento ad un incredibile “prendere o lasciare” sulle intese raggiunte! Tutto senza chiarire, infine, quali saranno i costi e le risorse disponibili, con un rovesciamento della logica, mettendo le questioni di bilancio prima dei diritti.
Insomma, un groviglio di contraddizioni in un percorso illogico e incostituzionale che, senza una piena consapevolezza da parte dei cittadini e delle forze politiche che ancora si riconoscono nella Costituzione, per bloccarne la strada, rischia di concludersi con una devastante Brexit interna per il nostro paese.”
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