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VOGHERA – Non smette di fare discutere (e arrabbiare) la questione dell’abbandono dei rifiuti fuori dai cassonetti dell’immondizia.

Un fenomeno che da tempo imperversa in tutta la città con una costanza che è divenuta triste “normalità”. Fenomeno che oltre all’estetica sembra avere conseguenze non solo sulla qualità della raccolta differenziata ma anche sulla quantità del materiale raccolto.

Il dato questo che arriva da un intervento del consigliere comunale della lista Civica Pier Ezio Ghezzi.

Spiega il consigliere: “I quintali annui di rifiuti esterni ai cassonetti è 12.000. Il costo annuo del ritiro dei sacchetti esterni è di 45.000€.”

Poi c’è la questione delle tessere, che da molti non sarebbero state ritirate e quindi per tali soggetti non sarebbe materialmente possibile aprire i cassoni.

“Le tessere non ritirate sono 2000”, spiega Ghezzi.

Tutto ciò influirebbe sulla raccolta, che per Ghezzi “segna il passo”, essendo “stabile intorno al 60% “ (“il 1° semestre 2022 è pari al 59.5%”, precisa il consigliere).

“Il progetto iniziale dei “cassonetti intelligenti”, che con il chip incorporato – commenta Ghezzi – avrebbero dovuto premiare (far spendere meno) le famiglie virtuose è ancora inapplicato. Il costo dell’investimento fatto dalla Giunta Barbieri è stato di 3.2 mila €, pari a 4000€ a cassonetto.”

Il consigliere tenta anche un’analisi delle cause della situazione rifiuti abbandonati in strada.

“Perché succede? Più cause: Poco o nessun confronto e studio dei modelli con le città lombarde ed italiane più virtuose (Mantova per esempio). Competenza interna alla azienda Asm sviluppata sempre sullo stesso modello. Comportamenti ingiustificati di una minoranza della popolazione che non ritira la tessera per non pagare la TARI. Scarsità delle sanzioni”.

“Se siamo ancora al palo – aggiunge Ghezzi – significa che, nel complesso, la gestione va migliorata. Prima imparare dagli altri, poi testare per stadi i nuovi metodi. Evitiamo – conclude – di diventare la maglia nera della raccolta differenziata.”

Da più parti sul tema si parla e si propone di attivare (in realtà di riattivare, visto che il sistema era già stato introdotto ai tempi del commissario prefettizio Pomponio) il “porta a porta”.

Ma forse, prima cambiare del tutto il sistema (con relativi costi), occorrerebbe provare ad avviare ciò che fino ad ora (salvo una piccola timida parentesi) è mancato: una sessione di controlli (reali, effettivi, continuati), con le relative sanzioni (che siano certe!), sul conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini.