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VOGHERA – L’Anpi di Voghera scrive “alle amiche ed agli amici della Comunità del Carmine” che si sono mobilitati per la guerra in Ucraina, tenendo anche un presidio di fronte alla chiesa del Carmine e aderendo, ieri, al digiuno proclamato dal Papa.

“Esprimiamo la nostra vicinanza alla vostra odierna (ieri per chi legge ndr) iniziativa che rientra nel grande mosaico di presenze e testimonianze di pace contro le logiche di guerra. Come ANPI, attraverso le prese di posizione della Segreteria Nazionale, abbiamo condannato fermamente l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. Un atto di guerra che nega il principio dell’autodeterminazione dei popoli, fa precipitare l’Europa sull’orlo di un conflitto globale, impone una logica imperiale che contrasta col nuovo mondo multipolare, porta lutti e devastazioni che, come sempre, colpiscono la popolazione civile.”

“La guerra – prosegue l’Anpi – ritorna alle porte di casa, dopo quella che sconvolse la ex Jugoslavia nel 1999, troppo spesso dimenticata. E’ stato scritto che le immagini della metropolitana di Kiev con bambini e donne terrorizzate ricordano i 78 giorni di bombardamenti Nato su Belgrado. Avremmo voluto che fossero le ultime nella storia d’Europa. Invece anche questa volta ritornano scelte belliche che ritengono «effetti collaterali» uomini, donne e bambini. Per questo siamo dalla parte dei civili ucraini. E con quelli russi che manifestano per la pace, sfidando la repressione, contro la guerra.”

“E’ indispensabile – aggiunge l’Anpi – che si fermi l’ulteriore escalation militare come reazione all’invasione, che si lavori per l’immediato cessate il fuoco tenendo aperto il dialogo tra le parti, che l’Italia rimanga fuori da ogni operazione bellica nel pieno rispetto dell’art. 11 della nostra Costituzione (troppo spesso dimenticato), che l’Unione Europea, la Russia, gli Stati Uniti d’America e la Nato ripensino criticamente ad una politica che negli ultimi 15 anni ha determinato crescenti tensioni nel nostro continente.”

Per l’Anpi, poi, “E’ assolutamente necessaria la più ampia mobilitazione – come è avvenuto nelle grandi manifestazioni di Milano e Roma, in particolare, con una presenza fondamentale di giovani – non solo per il ritiro delle forze armate russe dall’Ucraina ma anche per rimettere al centro della politica, in Italia e in Europa, il tema del disarmo (nucleare e convenzionale) e della riduzione delle spese militari. Per una concezione della “sicurezza” europea non basata sulla forza militare, ma su solidarietà, interdipendenza, cooperazione.”

“Occorre rimettere in cammino il variegato e plurale movimento pacifista: come avvenuto negli anni ’80 contro gli euromissili a Comiso e per lo smantellamento delle armi atomiche, fino all’opposizione alle tante, troppe guerre che si sono succedute in questi anni in Iraq, Afghanistan, Libia ed ai conflitti dimenticati nel sud del mondo. Ancora una volta la parola d’ordine deve essere prima di tutto la pace!”, conclude l’Anpi.