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PAVIA VOGHERA & PROVINCIA – L’allarme era stato lanciato dal Sole 24Ore soltanto una settimana fa. I progetti relativi al programma di Rigenerazione urbana accolti nel PNRR riguardano al 93% le città del Sud.

Una scelta quella che lascia di fatto fuori l’intero nord Italia.

Una scelta subito definita discriminatoria, che ha colpito duramente una basta parte del Nord del Paese, e quindi anche la provincia di Pavia, dove ben due delle ‘capitali’ (insieme a molti altri Comuni minori) Pavia e Voghera sono rimaste a bocca asciutta.

Premiata invece è la città di Vigevano, che otterrà 9 milioni da utilizzare per riqualificare la zona di Piazza Vittorio Veneto.
La speranza ora di molti in provincia di Pavia, così come nelle altre regioni e province del Nord, sta nella revisione del Piano, con lo stanziamento da parte il governo di ulteriori fondi, tali da coprire tutte queste esigenze.

Su questo fronte si sta impegnando la Lega, che ieri ha chiesto ufficialmente un intervento del Governo.

“Il governo sostenga con risorse proprie tutti i progetti esclusi dai fondi Pnrr, previsti dal bando di rigenerazione urbana.”

Lo ha chiesto con una una mozione parlamentare Elena Lucchini, onorevole vogherese, capogruppo in Commissione ambiente e lavori pubblici della Camera.

“I 900 milioni di euro – ha dichiarato Lucchini – sono una meta accessibile per le casse dello Stato e un’iniziativa doverosa nei confronti degli amministratori e dei Comuni che hanno dimostrato di saper fare bene il proprio lavoro, ma purtroppo sono stati tagliati fuori a causa del criterio dell’Indice di vulnerabilita’ sociale”.

“La stagione di investimenti che si sta prefigurando grazie all’arrivo delle risorse del Pnrr – ha proseguito Lucchini – non può escludere i Comuni lombardi che storicamente hanno dimostrato la propria virtuosità nella gestione finanziaria e nella messa a terra dei progetti. Per questo motivo, in qualita’ di capogruppo in Commissione ambiente e lavori pubblici, ho sottoposto la questione al ministro Giovannini chiedendogli, già a partire dai prossimi bandi, di riconsiderare i parametri di assegnazione e tenere conto delle esigenze di quei Comuni dove si produce la maggior parte del pil nazionale”.