CODEVILLA 23/09/2021: Studenti e detenuti insieme nelle vigne per un progetto di inclusione sociale. Produrranno anche un nuovo vino
CODEVILLA – Presso Torrevilla, l’associazione di viticoltori che riunisce oltre 200 vignaioli nel cuore dell’Oltrepò Pavese, ha deciso di prendere parte a un progetto di coesione sociale, dando la propria disponibilità affinché un gruppo “inusuale” di lavoratori potesse vendemmiare nelle proprie vigne.
L’iniziativa prende il via ad opera dell’Associazione Terre di Mezzo, fondata nel 2018 dal parroco don Pietro Sacchi della parrocchia di San Pietro di Voghera. Dopo il progetto pilota avviato nel 2020 tra Alessandria e Tortona, arriva la decisione di replicarlo per il 2021 coinvolgendo il Carcere di Voghera e l’Associazione di Viticoltori Torrevilla, ma con una novità rispetto all’anno precedente: la partecipazione degli studenti delle scuole del territorio.
Ecco allora che prende forma un gruppo inedito di vendemmiatori in cui confluisce la forza lavoro e l’impegno di 30 studenti dei licei cittadini, 3 alunni dell’Istituto Maserati, e 4 detenuti della casa circondariale di Voghera.
Ogni giorno, da alcune settimane, questo gruppo raggiunge in autobus le colline fuori città e, tra i filari dei viticoltori di Torrevilla, comincia la raccolta manuale delle uve.
“Una vendemmia a mano che da un lato premia l’attenzione al lavoro manuale – spiegano i responsabili del progetto -, dall’altro predilige il confronto tra esperienze e storie diverse: gli studenti stanno svolgendo le ore previste dall’alternanza scuola-lavoro; gli ospiti del carcere sono invece inseriti all’interno di un percorso di inserimento borsa-lavoro. Tutti sono accomunati dal desiderio di fare, di mettersi alla prova, di crescere. Un desiderio che animerà il lavoro anche terminata la raccolta delle uve, prevista verso la fine del mese di settembre: studenti e detenuti, infatti, affiancheranno i vignaioli di Torrevilla in ogni step fino alla produzione di un nuovo vino, che avrà un suo nome e marchio.”
«Siamo orgogliosi del nostro legame con il territorio, che è profondo e dura da più di 100 anni, e delle nostre tradizioni, che tramandiamo di padre in figlio da generazioni – racconta Massimo Barbieri, presidente dell’Associazione di Viticoltori Torrevilla -. Per questo abbiamo accolto con entusiasmo la collaborazione con l’Associazione Terre di Mezzo per realizzare questo meraviglioso progetto che mette al centro proprio le persone e il territorio, unendo inclusione, natura e tradizione, con la raccolta a mano delle uve fatta da ragazzi e detenuti affiancati dai nostri viticoltori. Siamo da sempre sensibili alle tematiche sociali e nel tempo abbiamo sostenuto diversi progetti di solidarietà, sul territorio e non solo. Ricordo, tra gli altri, il progetto DiVento, con Donne della Vite, o i vini realizzati per l’associazione “Luca per non perdersi nel tempo”, per raccogliere fondi a favore di PaviAIL. Ma questa è un’esperienza nuova di cui non vediamo l’ora di vedere (e assaggiare) il risultato finale: un nuovo vino, che sarà simbolo di inclusione, dialogo, speranza, futuro».
«Il fine della nostra associazione è far incontrare due mondi che difficilmente altrimenti si incontrerebbero – spiega Noemi Agosti, responsabile del progetto e dell’Associazione Terre di Mezzo -: il mondo dei giovani e quello delle realtà ai margini all’interno di un progetto, di un ambiente protetto in cui queste realtà possano relazionarsi e giovare entrambe di questo confronto. Il coinvolgimento di Torrevilla ha il fine di portare sul territorio dei giovani (ragazzi del liceo) che possono riscoprire la bellezza delle vigne e anche quello di far conoscere alle aziende agricole una realtà che non conoscono, come può essere quella del carcere. Vedere quattro detenuti che si impegnano abbatte infatti uno stereotipo purtroppo consolidato sulle persone detenute; a questo si aggiunge che il lavoro all’esterno delle mura del carcere diventa così una misura importantissima per la società e per il reinserimento sociale».
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