VOGHERA 13/09/2021: Delitto di piazza Meardi (FOTO VIDEO). Oggi il sopralluogo dei carabinieri del Ris. Ancora scontri fra avvocati sul proiettile usato il 20 luglio da Adriatici. Il nodo delle telecamere
VOGHERA – Si è svolto come da programma questa mattina il sopralluogo da parte del reparto scientifico dei carabinieri in piazza Meardi.
I Ris di Parma sono giunti nel luogo dove, la sera 20 luglio 2021, con un colpo di pistola, il marocchino Youns El Boussetaoui è stato ucciso dell’ex assessore Massimo Adriatici.
Un sopralluogo minimale quello svolto poco prima delle 12: in cui i militari del reparto speciale hanno eseguito soltanto alcune fotografie dell’area interessata. Foto del punto in cui è stato trovato, di fronte al bar Ligure, il bossolo della calibro 22 usata da Adriatici. Foto, in particolare, dell’angolo di ripresa della telecamera di videosorveglianza, presente in corso 27 marzo, che ha restituito gli attimi appena precedenti lo sparo (attimi in cui si vede l’assessore, intento a chiamare le forze dell’ordine con il cellulare, finire a terra a seguito di un pugno sferratogli dal marocchino).
I Ris hanno rilevato la posizione della telecamera privata, ma anche quella delle telecamere comunali presenti sulla piazza. Occhi elettronici che, al momento, non sembrano aver ripreso nulla della scena (ma che, come vedremo, restano comunque al centro degli interessi dell’indagine, e anche degli avvocati della famiglia dell’uomo ucciso).
In piazza Meardi erano presenti anche gli avvocati delle parti in causa, ai quali i giornalisti hanno fatto domande sulle ultime notizie, in particolare quelle sulla natura dei proiettili usati dall’ex assessore.
“A quanto ci costa oggi, se parliamo di elementi oggettivi e non di letteratura – ha detto l’avvocato Gabriele Pipicelli di Verbania, che difende l’ex assessore insieme alla collega Colette Gazzaniga -, le prove fatte dai Ris comprovano che quel proiettile non si espande. Ma non solo non si è espanso il proiettile rinvenuto all’interno del corpo di questo povero ragazzo ma nemmeno si è espanso quel proiettili, che era in dotazione all’arma usata da Adriatici, che è stato sparato all’interno di una gelatina balistica. Ovviamente – aggiunto l’avvocato – la perizia è in divenire e verranno fatti altri accertamenti. Ma questo secondo me, è un dato importantissimo, che ritengo sia a favore della non riconducibilità ai proiettili ad espansione dei quelli che invece ha utilizzato Adriatici in quell’arma”.
Quanto ancora ai proiettili usati da Adriatici, l’avvocato Pipicelli ha detto: “Non sono proiettili a punta cava. Sono proiettili che hanno questo mini forellino della larghezza di poco più di 1 mm. Si tratta di capire se quel fiorellino, va a ricondurre questo proiettile ad un proiettile ad espansione, piuttosto che a dei mini forellini che vengono fatti per rendere più preciso il proiettile nel momento in cui viene sparato ma non ne aumentano minimamente la capacità offensiva.”
“Un dato certo però. Assolutamente certo – ha aggiunto l’avvocato – è che il proiettile che ha attinto la vittima, non si è espanso: quindi non poteva e non ha cagionato maggior lesività di quello che avrebbe provocato qualsiasi altro proiettile dello stesso tipo. Un dato oggettivo – ha concluso Gabriele Pipicelli – che sconfessa una notizia sensazionalistica. La notizia circa l’utilizzo di un proiettile che avrebbe cagionato maggiori lesioni a seguito di una sua espansione nel corpo della vittima, non corrisponde assolutamente al vero.”
Di parere opposto i legali della famiglia del marocchino.
“Quei proiettili sono di natura espansiva – ha sostenuto l’avvocato Debora Piazza -. E poco importa se Adriatici quando ha sparato, il proiettile si è poi espanso all’interno del corpo del povero Boussettauoi, oppure no. Erano proiettili vietati dalla legge e rimangono tali… indipendentemente se poi all’interno del corpo si siano espanso oppure no.”
Per quanto riguarda i prossimi passi da parte degli avvocati della famiglia, l’avvocato ha spiegato ai giornalisti che oggi ha “scoperto che la telecamera che prima ci dicevano essere sporca di pece, era invece allagata, e pertanto non si vedrebbe alcunché.”
“Noi – ha aggiunto Piazza – questo video ancora non l’abbiamo, nonostante la richiesta fatta al pubblico ministero. Aspettiamo di visionarlo con il nostro consulente di parte, se si può vedere qualcosa e quindi accertare definitivamente la verità di questo caso.”
Al di là dell’indagine giudiziaria, il caso Adriatici è destinato a restare al centro dell’attenzione, anche per le iniziative della famiglia. Per il 25 settembre prossimo è stata infatti annunciata la volontà di fare una nuova manifestazione di piazza in ricordo del 39enne Youns.
Una prima manifestazione era stata fatta il 25 luglio.
IL VIDEO
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