PAVIA 10/05/2021: Università. Il Coordinamento per il Diritto allo Studio chiede più sforzi per l’inclusività e contro discriminazioni e violenza
PAVIA – Gli studenti del “Coordinamento diritto allo studio dell’Università” di Pavia chiedono all’ateno uno sforzo “per l’inclusività, contro ogni discriminazione”. Gli studenti chiedono anche “modifiche ai regolamenti ed apertura dell’aula riflessione”.
«Questa è una decisione molto importante – commenta Simone Agutoli, segretario del Coordinamento per il Diritto allo Studio – UDU – perché si inserisce in un momento storico in cui l’opinione pubblica si interroga sulle azioni necessarie per contrastare le discriminazioni. Come studenti abbiamo voluto dire che l’Università di Pavia deve fare uno sforzo maggiore: non ci sentiamo completamenti tutelati e garantiti. Recentemente nella nostra città abbiamo assistito anche a preoccupanti episodi di Zoom Bombing su iniziative istituzionali in cui siamo stati spettatori di insulti sessisti contro le donne collegate in chiamata, bestemmie e messaggi fascisti. Per tutti questi motivi abbiamo stilato una serie precise di richieste, prendendo spunto dalle azioni positive già messe in campo da altri atenei per promuovere la cultura delle dignità umana, favorendo l’inclusività e le pari opportunità».
I rappresentanti degli studenti stanno infatti lavorando sulle richieste da molti mesi, non solo guardando le mosse degli altri atenei, ma coinvolgendo varie associazioni, valutando gli aspetti giuridici connessi e confrontandosi con i docenti. Da questa analisi sono emerse alcune istanze puntuali che sono state votate in Consiglio degli Studenti e che ora arriveranno sulla scrivania del Rettore, come spiega il senatore accademico Jacopo Logiudice (UDU-KOS), nuovo Presidente del Consiglio degli Studenti.
«Abbiamo innanzitutto chiesto all’ateneo di modificare il regolamento spazi e quello sul finanziamento delle iniziative culturali per mettere una clausola chiara contro ogni forma di violenza, discriminazione, incitamento all’odio e fascismo; questi sono infatti disvalori totalmente incompatibili con un sistema plurale e democratico come quello universitario. Pertanto è prioritario che gli organi preposti abbiano gli strumenti concreti – ad esempio tramite corsi, autodichiarazioni esplicite e procedure di approfondimento – per promuovere e garantire il rispetto dei principi che per ora sono enunciati nello Statuto e nel Codice Etico ma che poi difficilmente possono essere verificati puntualmente. Anche per questa ragione abbiamo chiesto all’ateneo una campagna pubblica di sensibilizzazione e delle linee guide per adottare un linguaggio inclusivo».
«L’inclusione passa anche da piccole attenzioni verso gli studenti disabili e stranieri: pensiamo ad esempio alla traduzione in inglese delle comunicazioni, all’inserimento dei sottotitoli nei video oppure dalla leggibilità dei documenti istituzionali tramite programmi di voice-over, così da facilitare le persone non udenti o non vedenti. Vorremmo inoltre l’inclusione di almeno uno studente nel CUG, il Comitato Unico di Garanzia.”
“Oltre a questo – aggiunge la senatrice accademica Anna Carrara (UDU) – una delle richieste che ci sta maggiormente a cuore è la realizzazione un paio di “aule della riflessione” in cui ognuno può andare a svolgere attività individuali quali riflessioni, preghiere e meditazioni. Sono spazi perfettamente compatibili con il nostro ordinamento laico ed infatti esistono già in molti altri atenei. Grazie ad esempio alla presenza dei testi sacri di varie religioni e di guide per la meditazione, possono diventare un luogo plurale di dialogo interreligioso intorno ai quali è possibile creare momenti pubblici di confronto ed inclusione, fermo restando il divieto assoluto di svolgere qualsivoglia celebrazione religiosa in università». L’esigenza è molto sentita dalla comunità studentesca musulmana, particolarmente presente a Pavia. Lo conferma Khaled Sarahneh, presidente dell’Associazione Studenti Musulmani di Pavia «Durante il mese di Ramadan ci siamo ritrovati a pregare nei corridoi, sul tetto e in una sorta di sgabuzzino dell’Università. L’attuale situazione non è per nulla dignitosa e così finiamo per cercare soluzioni estemporanee che però non sono giuste per nessuno e neanche molto igieniche. Per questo motivo, molti colleghi hanno scelto di non tornare in presenza, è molto triste. Ovviamente non chiediamo uno spazio per una sola religione, ma uno spazio aperto ed inclusivo nel quale chiunque possa venire e sentirsi pienamente tutelato dall’Università. Abbiamo pensato che in Nave (polo scientifico ndr) possa essere utilizzata da subito l’area che in passato era occupata dalla copisteria, mentre per la sede centrale bisognerà avviare un lavoro per trovare uno spazio idoneo».
«A breve chiederemo un incontro con il Rettore su queste tematiche» conclude Simone Agutoli «per cercare di portarci a casa tutte queste richieste entro l’estate in quanto sono particolarmente urgenti. Tantissimi studenti ne avvertono il bisogno, forse anche per l’aumento preoccupante degli episodi di discriminazione, razzismo e violenza in Italia – come dimostrano svariati articoli di cronaca e alcune ricerche riferite al 2020. Alla Statale di Milano gran parte delle istanze che avanziamo sono già state approvate all’unanimità dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione. L’Università di Pavia in passato si è dimostrata molto attenta ad esigenze similari e non è rimasta indifferente, cercando sempre le migliori soluzioni con le rappresentanze studentesche: per questo motivo siamo ottimisti e speriamo che sia possibile recuperare quanto prima il ritardo accumulato, riuscendo così a dare delle risposte concrete a tutte le studentesse e gli studenti che oggi non sono adeguatamente tutelati».
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