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TORRAZZA COSTE 21/02/2025: Colpo di reni dell’Oltrepo vitivinicolo. Il Consorzio Tutela Vini vota il nuovo Statuto. E arriva la nuova DOCG Classese

Febbraio 21
10:19 2025

TORRAZZA COSTE Ieri a Torrazza Coste sono state votate con un plebiscito due importanti novità che segnano la svolta rispetto al passato: un nuovo statuto rivoluzionario per il Consorzio Tutela Vini dell’Oltreo Pavese e il rinnovato disciplinare della DOCG Torrazza Coste.

La giornata potrebbe rimanere scritta nei libri di storia del territorio.

«Si tratta di modifiche rivoluzionarie per l’Oltrepò del vino – ha dichiarato la presidente Francesca Seralvo -. Siamo fieri di aver portato a termine, ad un solo anno dall’insediamento del nuovo CdA, le due più importanti riforme che gettano le basi per un autentico rilancio del nostro territorio.”

Seralvo spiega. “Con lo Statuto — votato da oltre il 98% dei presenti—, siamo intervenuti in particolare sul sistema di voto, la rappresentanza per i produttori più piccoli e la valorizzazione della filiera. Con il nuovo Disciplinare della DOCG — votato da oltre il 93% dei presenti —, abbiamo identificato univocamente il nostro metodo classico con un nome storico e riconoscibile: Classese, per raccontare una qualità unica, garantita da regole sempre più restrittive. In entrambi i casi si tratta di strumenti essenziali per valorizzare l’Oltrepò Pavese».

LO STATUTO

Come spiega il Consorzio, “Il nuovo Statuto configura una soluzione assolutamente innovativa in Italia per risolvere in larga parte una criticità del sistema di rappresentatività nei Consorzi di Tutela, ovvero la discrepanza tra le aziende piccole, che in termini numerici rappresentano sempre la maggioranza, e quelle più grandi, che pur se numericamente inferiori pesano molto di più producendo più prodotto. Si è scelto di attribuire un numero di voti minimo (10) per ciascun socio, indipendentemente dalla capacità produttiva. In concreto significa decuplicare il peso dei piccoli produttori e renderli più indipendenti e maggiormente protagonisti delle scelte e della vita del Consorzio, senza comunque intaccare l’equilibrio generato dal criterio di proporzionalità.”

Aggiunge il Consorzio. “La centralità della filiera, che è diventata parola chiave del nuovo corso del Consorzio, si traduce invece in una premialità che, applicando un moltiplicatore pari al 25%, riconosce il valore intrinseco e di immagine alle imprese che svolgono tutte le fasi della produzione, che avranno così un maggior peso.”

E ancora. “Per la prima volta — in Oltrepò Pavese — si adotta inoltre un criterio di proporzionalità perfetta tra denunciato (uve, ettolitri di vino prodotto, ettolitri di vino imbottigliato), quota pagata al Consorzio e numero di voti disponibili in Assemblea. Tale criterio riporta tutti i soci sullo stesso piano e consente maggiore trasparenza ed equilibrio, superando alcuni significativi squilibri tra le fasi produttive e accogliendo con maggiore efficacia le disposizioni di legge che promuovono la democraticità in ambito consortile.”

A tale proposito, Cristian Calatroni, Vicepresidente del Consorzio e titolare dell’omonima azienda (recentemente premiata dal Gambero Rosso per la migliore bollicina d’Italia 2025), dichiara: «La modifica dello statuto ha la funzione di riequilibrare la forte disparità che da sempre caratterizza il nostro territorio e che è una delle cause della grande difficoltà che la viticoltura oltrepadana sta vivendo ora. Questa nuova modulazione del sistema di voto servirà a dare più voce a chi garantisce la filiera, differentemente dal passato, portando istanze importanti sul tavolo, grazie soprattutto al grande sforzo da parte delle cooperative».

IL CLASSESE

La seconda importante votazione ha invece riguardato il disciplinare dell’Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG; se a livello di contenuti i Soci avevano già raggiunto un’importante risultato legato ai parametri qualitativi, l’Assemblea ha integrato le modifiche già approvate con due elementi fondamentali.

Anzitutto un nuovo nome, che ha lo scopo di “dare identità e distinzione al metodo classico, evitando l’attuale inevitabile confusione con le altre numerose denominazioni oltrepadane e consentendo di avviare politiche di promozione e posizionamento sui mercati nazionale e internazionale maggiormente efficaci”.

In seconda battuta, l’introduzione per la prima volta delle MGA (Menzioni Geografiche Aggiuntive) che, spiega il Consorzio, “congiuntamente alle regole più rigide consentono di dare particolare visibilità alle aree maggiormente vocate.”

«Siamo orgogliosi del risultato raggiunto, perché ora la qualità del metodo classico dell’Oltrepò Pavese trova una voce importante nel disciplinare – dichiara il Vicepresidente del Consorzio e Presidente di Torrevilla Massimo Barbieri -. Abbiamo introdotto alcune tra le regole più restrittive in Italia, dalla raccolta a mano in cassetta fino allo stringimento dei parametri qualitativi principali, come l’acidità e l’affinamento minimo: una garanzia assoluta per assicurare un livello di eccellenza assoluto a tutti i prodotti che usciranno sotto la denominazione».

IL NOME

La scelta è andata su “Classese”, un marchio con quasi mezzo secolo di vita, anche grazie all’importante disponibilità del Distretto del Vino e del suo Presidente Fabiano Giorgi, titolari di Giorgi Wines, che dichiara: «È un piacere ritrovare unità di intenti e metterla in evidenza. Il marchio Classese è nato per identificare il metodo classico oltrepadano da Pinot nero di qualità e oggi, grazie all’accordo tra Consorzio e Distretto si avvia a diventare una denominazione vera e propria, che potrà guidare la rinascita della vitivinicoltura sul nostro territorio».

Molto soddisfatto Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, la più grande cantina del territorio, nonché del Consorzio, che con i suoi voti è sempre dirimente in termini decisionali: «In questi mesi abbiamo lavorato senza sosta per riportare valore alla filiera, costruendo basi solide per il futuro. È un percorso complesso, fatto di scelte coraggiose e impegno quotidiano, ma i progressi sono tangibili. Trovare coesione e unità è la vera sfida, ma anche l’unica strada per un futuro sostenibile del territorio. Serve visione, responsabilità e la determinazione di chi crede che questa terra meriti di più. E noi continueremo a lavorare per questo, senza paura del cambiamento, che per l’Oltrepò rappresenta l’unica via per un rilancio vero e duraturo».

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