VOGHERA 26/01/2025: Giornata della Memoria. Reso omaggio alle vittime delle deportazioni nazifasciste
VOGHERA – Anche quest’anno le sezioni vogheresi dell’Anpi e del Rap – Fivl si sono ritrovate in via Emilia di fronte alla targa storica dedicata a Carlo Alberto (concessione diritti civili agli israeliti ed avvio della prima guerra d’Indipendenza) in occasione della Giornata della Memoria.
Nell’ 80° della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dei soldati dell’Armata rossa il 27 gennaio 1945, la manifestazione ha reso omaggio a tutte le vittime della deportazione nazifascista: cittadini ebrei (almeno 8.000 deportati – uomini, donne e bambini – e quasi 7.000 non faranno ritorno); oppositori antifascisti (circa 24.000 tra uomini e donne, partigiani, patrioti, antifascisti, operai delle fabbriche del Nord e del Centro che hanno scioperato contro le condizioni di lavoro e sabotato la produzione bellica); oltre 700.000 soldati italiani catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre ‘43 in Italia o all’estero e classificati come IMI (Internati Militari Italiani, al di fuori di ogni regolamento internazionale sui prigionieri di guerra). Ed altre figure che finirono schiacciate dalla repressione: Rom, Sinti e Caminanti, omosessuali, Testimoni di Geova, disabili e malati psichici.
I deportati antifascisti della nostra provincia sono 286: di almeno 245 esistono i riferimenti biografici oggi riproposti e ampliati nel sito deportati pavesi a cura dell’ANED e dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Pavia.
La principale destinazione è Mauthausen (un campo che non è di sterminio, ma con un tasso di mortalità altissimo tra i prigionieri e che viene liberato solo il 4 maggio ’45!), seguono Bolzano, Dachau, Flossenburg con diversi sottocampi…
Le letture svolte hanno richiamato il brano di Primo Levi da “La tregua” sulla liberazione di Auschwitz; una poesia di Maria Montuoro (antifascista milanese deportata nel lager femminile di Ravensbruck); un brano del libro di Luca Borzani “La guerra di mio padre” (sul diario del padre Giovanni, ufficiale di artiglieria deportato nei campi di Sandbostel e Wietzendorf); il dramma di Rom e Sinti nella Samudaripen con una poesia di Santino Spinelli.
Sono stati ricordati i nomi dei 22 deportati dalla nostra città: 18 vogheresi, di cui 11 deceduti.
Dal campo di concentramento di Bolzano, gestito dalle SS di Verona, saranno inviati a Dachau, Auschwitz, Mauthausen. Per diversi di loro il percorso di prigionia inizia anche nel Castello di Voghera – carcere cittadino, durante il fascismo e nel periodo della RSI, a lato del quale persiste l’offesa di una targa vergognosa che rovescia la storia.
Proprio dal Castello di Voghera – dove viene arrestato nel luglio ’44 come appartenente alla formazione partigiana di “Giustizia e Libertà” – Giovanni Mercurio, medico presso l’Ospedale neuropsichiatrico cittadino, viene trasferito a San Vittore e poi deportato a Mauthausen dove muore a 28 anni a seguito delle privazioni subite il 22 aprile 1945.
Anche per questo nostro concittadino verrà posata una “Pietra d’inciampo”, nei pressi della sua abitazione. Sarà la seconda Pietra a Voghera, dopo quella allestita per Jacopo Dentici di fronte alla sezione classica “Grattoni” del Liceo “Galilei”.
L’iniziativa è promossa dal Comitato Pietre d’inciampo della provincia di Pavia (composto da Aned, Anpi, Fivl, Apc e Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Pavia) che procederà con sei nuove pietre in altri centri.
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