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VOGHERA 11/07/2024: Serata anni ’70. La Voghera di oggi e di ieri nei libri di Macellari e Balocco

Luglio 11
09:09 2024

VOGHERA “Voghera com’era… Voghera com’è” e “Voghera, io la vedo così”: questi i due libri che saranno ripresentati all’attenzione dei vogheresi giovedì 11 luglio 2024 nell’ambito di una serata a tema sugli anni ’70: un appuntamento imperdibile – in Piazza Duomo, al numero 26, presso Ely Line Parrucchieri, all’interno di un negozio storico, dove c’era una volta l’Ottica Baggini – per chiunque desideri ritrovare nelle fotografie di ieri e di oggi una Voghera che è sempre nel cuore non solo degli iriensi e degli oltrepadani, ma anche di tutti coloro che proprio qui hanno trovato casa, accoglienza e lavoro. A illustrare i due libri saranno Giorgio Macellari (responsabile di Primula Editore) e Roberto Bensi (alias Rocco Balocco), appassionato di fotografia. La serata è organizzata da ConfCommercio, grazie soprattutto alla dinamica e inventiva Simona Panigazzi.

“Una serata diversa, a confronto con libri fotografici e non solo” – spiegano Macellari e Bensi – “per ricordare, raccontare, raccontarci e, magari, immaginare il futuro prossimo. Una passeggiata visiva in grado di ossigenare menti e cuori; a seguire, spritz e musica.”

Il volume “Voghera com’era… Voghera com’è” si presenta come un lavoro fotografico realizzato paragonando le cartoline in bianco nero di Voghera con le fotografie a colori realizzate da alcuni fotografi vogheresi. Le cartoline d’epoca, tratte dalle collezioni di Andrea Massone e Maurizio Cavallaro, sono contrapposte agli scatti di Rocco Balocco, Massimo Barbieri, Michela Bonelli, Arnaldo Calanca, Guido Colla, Giovanna Corti, Fabio Draghi, Giorgio Ghersani e Fabio Salmoirago. Il tutto “condito” da aneddoti e curiosità sulla città e brani tratti da romanzi editi dalla stessa casa editrice.

Fabio Draghi, curatore del libro insieme con Macellari, scrive: “Si tratta di un progetto ambizioso quello di confrontare le immagini di cartoline d’epoca alla realtà odierna. Nell’epoca della globalizzazione, diversi artisti si sono cimentati incastonando scatti d’epoca, dipinti, copertine di dischi o di riviste in fotografie moderne, che ne fanno da cornice. Vere e proprie perle, con la consapevolezza che quanto raffigura il passato è perso per sempre, ma non per questo dimenticato. In maniera quasi analoga, senza incassare le immagini, si è tentato di fare qualcosa di simile, mettendo a confronto cartoline d’epoca in bianco e nero con scatti fotografici a colori di oggi, cercando di condividere la medesima prospettiva di una volta, come un raffronto tra prima e dopo. Immagini moderne che mostrano come Voghera sia mutata in modo significativo nel tempo: piccoli alberi che adornavano i viali cittadini oggi contrastano con piante ad alto fusto, segnando i decenni d’anzianità dalle cartoline di un tempo; lo skyline, una volta contraddistinto dai campanili, oggi lascia spazio a palazzi e condomini sorti con il cosiddetto miracolo italiano post secondo conflitto mondiale. Due scorci accostati distanti nel tempo, ma quasi una medesima immagine ad imitazione della realtà, di allora e di oggi. Un mondo reale tanto uguale quanto diverso e non solo per la differenza data dalla bicromia bianco nero e dalla fotografia a colori, un’oggettività separata da qualche decennio, come in un mondo parallelo”.

Per il libro “Voghera, io la vedo così”, occorre invece immaginare due persone che dialogano a distanza con linguaggi diversi: l’uno scatta foto a vie, piazze e palazzi di Voghera dal suo cellulare, l’altro “twitta” didascalie alle foto. È questa la chiave di lettura di quest’altro libro fotografico. Rocco Balocco, alias di Roberto Bensi – esperto in comunicazione informatica e fotografo per passione – è l’autore degli scatti fotografici racchiusi nel libro, mentre i commenti sono di Flavio Berghella, con alcuni inserimenti tratti dai libri di Giorgio Macellari e dello stesso Berghella. La novità consiste nella scelta di pubblicare immagini non studiate tecnicamente o ritoccate, ma che potrebbero essere ottenute dai telefoni portatili di ciascuno di noi. Tutto ciò almeno all’apparenza, perché in realtà il fotografo e l’autore dei commenti sono grandi conoscitori di Voghera, quella più nota dei portici, del Duomo, del castello, dell’ex caserma e delle chiese, ma anche quella dei cortili storici, dei viottoli, delle periferie e della scultura di un cavallo, ignota ai più, che segna il luogo dove un tempo avveniva il cambio dei cavalli, appunto. Una Voghera che esiste, ma anche una Voghera possibile, con prospettive di rinascita dell’ex manicomio, della locomotiva, dell’ex macello, dell’ex Hotel Giardino. Per alcuni scorci, il commento si dilata dal tweet all’annotazione dettagliata, come nel caso delle case ex Soms e del Teatro Sociale, facendo intuire che il viaggio all’apparenza casuale ha avuto invece mete mirate. Molto spazio alle case, quelle dell’oggi o del passato prossimo, e quelle in stile, testimoni di una Voghera dove il benessere si traduceva anche in buongusto e ricercatezza anche nel dettaglio. Il racconto si incentra però pure sui giardini, i murales, i negozi e il mercato, luoghi – segnale di vita, lavoro e creatività. In sottofondo, anche se non dichiarato, un invito innanzitutto rivolto ai concittadini ad osservare meglio la propria città e i suoi richiami architettonici e urbanistici.

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