PAVIA & PROVINCIA 15/03/2024: Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera. Ecco i luoghi aperti
PAVIA & PROVINCIA – Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero in tutta Italia. In Lombardia saranno 129 i beni che apriranno le loro porte in 51 comuni grazie ai Volontari delle 17 Delegazioni, degli 8 Gruppi FAI e dei 16 Gruppi FAI Giovani attivi in tutta la regione (elenco dei luoghi e modalità di partecipazione, consultabili su www.giornatefai.it).
A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero a partire da 3€ utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI o chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi, e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.
A seguire i luighi vistabili nella nostra provincia
PAVIA
PALAZZO MEZZABARBA
ORARI
Sabato: 00:00 – 00:00 / 14:00 – 18:00
Domenica: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)
Sede principale del Comune di Pavia, Palazzo Mezzabarba sorge nel cuore della città, affacciato sulla piazza del Municipio. Ricostruito tra il 1726 e il 1732 nelle forme del barocchetto, con impianto a T, per volere dei fratelli Giuseppe e Girolamo Mezzabarba, fu in seguito arricchito di un nuovo oratorio privato, dedicato ai Santi Quirico e Giulitta e voluto nel 1734 da Carlo Ambrogio Mezzabarba vescovo di Lodi. Tutto il complesso adibito a residenza della famiglia Mezzabarba costituisce probabilmente la realizzazione parziale di un più ambizioso progetto dell’architetto Giovanni Antonio Veneroni. Il complesso è articolato su due cortili, con un corpo perpendicolare al blocco della fronte, in cui si trova il porticato da dove parte lo scalone d’onore che introduce al piano nobile. L’imponente facciata è adornata da due grandi portali e tre ordini di finestre con architravi decorati. I saloni conservano affreschi settecenteschi, in prevalenza ispirati a temi mitologici. L’interno, a pianta ellittica, conserva due pregevoli affreschi laterali del varesino Pietro Antonio Magatti, importante pittore dell’epoca: l’Immacolata Concezione e S. Carlo Borromeo. L’affresco della volta, coi santi titolari, è del milanese Bianchi. In occasione delle Giornate FAI si potranno visitare in particolare il magnifico salone da ballo (Sala della Musica) affrescato dal cremonese Giovanni Angelo Borroni, personalità di primo piano tra i pittori del Settecento lombardo e la Cappella SS. Quirico e Giulitta, ora utilizzata per celebrazioni ed eventi.
PAVIA
ISTITUTO DI ANATOMIA UMANA NORMALE
ORARI
Sabato: 00:00 – 00:00 / 14:00 – 18:00
Domenica: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)
La cittadella scientifica non poteva essere completa senza l’erezione dei padiglioni destinati alla propedeutica medica, che vengono pensati a nord della cinta muraria del policlinico e terminati intorno alla metà degli anni Trenta. Fra questi spicca senza dubbio l’Istituto di Anatomia Umana Normale. L’Istituto, posto in via Forlanini 8, in vicinanza del nuovo Policlinico San Matteo, si sviluppa su due piani fuori terra, un piano ammezzato ed un piano seminterrato.
La costruzione del nuovo Policlinico pavese a nord ovest del centro cittadino per ragioni di salubrità e per la grande presenza di acque, prese avvio nel 1914, come parte essenziale del riordino degli edifici universitari dedicati alle scienze, a seguito di un concorso di idee, piuttosto travagliato nelle sue fasi, del quale risultarono vincitori gli ingegneri Arnaldo Gardella e Luigi Martini. Dopo una lunga pausa dovuta al primo conflitto mondiale, solo nel 1925, grazie a un cospicuo stanziamento governativo, i lavori ripresero, con l’intervento di Giuseppe Mariani e Leonardo Sala, ingegneri del genio civile pavese, cui si deve la distribuzione definitiva degli spazi e la scelta formale che ancora oggi caratterizza i padiglioni del nosocomio.
Sviluppato con la fronte verso sud, su via Forlanini, mantiene in facciata una precisa simmetria con aggetti laterali, uno dei quali costituisce l’ingresso. A nord est la grande aula, che conserva ancora oggi le sedute originali, a doppia altezza, ricalca le proporzioni delle aule storiche neoclassiche. Si affiancano a essa la stanza per le fotografie e lo studio del direttore, a est del quale si apre la biblioteca e il museo. Al piano seminterrato, invece si praticano le dissezioni, in un grande ambiente dotato di tavoli specificamente disegnati per lo scopo. Estremamente efficiente nella distribuzione spaziale, l’Istituto rappresenta uno degli esempi migliori della cultura universitaria scientifica dell’epoca: nella logica dello spazio, nella razionalità degli ambienti perfettamente illuminati e ariosi, si compone l’idea di una cultura medica che affonda le proprie radici nella tradizione (rappresentata da biblioteca e museo) e che si protende verso il futuro (spazi per la sperimentazione e la didattica).
SIZIANO
ALLA SCOPERTA DEL BORGO E
DELL’ABBAZIA DI CAMPOMORTO
ORARI
Sabato: 14:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Turni di visita ogni 30/40 minuti.
Domenica: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Turni di visita ogni 30/40 minuti.
HomeIn caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
La Chiesa di Santa Maria Assunta sorge nel borgo di Campomorto, poco distante dall’abitato di Siziano. Fu voluta da Boschino Mantegazza, comandante dei milanesi, dopo la morte del figlio schierato con i pavesi nella battaglia del 1061; la fece costruire come voto, insieme a un ospizio per i pellegrini, un monastero e un oratorio (il Gesiolo). Dell’edificio originario, rimane oggi solo il campanile. Nel corso dei secoli la chiesa è stata ricostruita; attualmente ha pianta trinavata, con abside semicircolare, copertura a botte della navata centrale e piana per le navate laterali.
Nel suo interno custodisce un’opera d’arte di grande pregio: la pala marmorea commissionata dalla famiglia Mantegazza alla fine del Quattrocento e completata nel 1491. In bianco marmo di Carrara, la grande pala a trittico fu scolpita e posizionata nell’abside poligonale, oggi considerata la parte più antica della chiesa: i raffinati bassorilievi rappresentano alcuni episodi della vita di Maria e sono scolpiti con maestria e finezza, simili per fattura e simbologia alle coeve della Certosa di Pavia.
Se per la preziosa pala non esistono certezze circa il nominativo dell’autore, gli splendidi bassorilievi sarebbero da attribuire a Cristoforo Solari o a Benedetto Briosco, artisti di somma fama che lavorarono alla Certosa di Pavia.
STRADELLA
IL ROMANICO DI SAN MARCELLO IN MONTALINO
ORARI
Sabato: 00:00 – 00:00 / 14:00 – 17:30 (ultimo ingresso 17:00)
Domenica: 10:00 – 12:30 / 14:30 – 17:30 (ultimo ingresso 17:00)
La Basilica di San Marcello in Montalino sorge ai piedi dell’omonimo poggio che sovrasta la città di Stradella. Decentrata rispetto al centro abitato, è circondata dalle belle colline dell’Oltrepò Pavese e guarda verso la Pianura Padana che si apre davanti a lei. E’ uno dei più pregevoli esempi di architettura romanica del territorio.
L’origine risalirebbe alla fine dell’XI-inizio XII secolo, probabilmente nello stesso luogo in cui sorgeva un piccolo edificio sacro che la tradizione collegava al re longobardo Liutprando. La prima testimonianza risale al 1322, quando era la chiesa parrocchiale del borgo di Stradella. Nel 1500 la Basilica diventa oratorio; viene pian piano abbandonata ma poi restaurata; nel XVII secolo viene costruita la torre campanaria. Nel 1829, passata sotto la proprietà del demanio, diventa lazzaretto per i malati di colera. Il Comune di Stradella la acquista nel 1901 e la restaurerà tra il 1933 e il 1958 e poi dal 1999.
La Basilica in tipico stile romanico lombardo ha un esterno con facciata a capanna ed un interno suddiviso in tre navate, con la centrale più alta e spaziosa. Sono presenti solo due delle tra absidi originarie in quanto una è stata abbattuta per fare spazio alla torre campanaria. Si notano antichi affreschi, venuti alla luce nel restauro del 1958. Nel pavimento sono in evidenza le pietre che ricordano i resti della precedente fondazione.
VISITE A CURA DI
Apprendisti Ciceroni del Liceo “Galilei” di Voghera
CASSOLNOVO
VILLANOVA, DALL’ANTICHITA’ ROMANA AGLI ANNI RUGGENTI DEL 900
ORARI
Sabato: 00:00 – 00:00 / 14:00 – 18:00
Note: Ogni 30 minuti partiranno turni di visita di circa 20 persone
Domenica: 10:00 – 12:00 / 14:00 – 18:00
Note: Ogni 30 minuti partiranno turni di visita di circa 20 persone
Scoprire Villanova di Cassolo in una giornata di Primavera, tra risaie allagate, papaveri, aironi, sentieri e mura antiche di centinaia di anni può equivalere a sfogliare un piacevole manuale di storia medievale con la consapevolezza, tuttavia, che il suo percorso non si ferma in quelle pagine. Perché la storia della suggestiva frazione comincia ancora più lontano e non perde certo di carattere nel corso delle epoche successive.
Una viva comunità affondava infatti i suoi esordi fin dall’età romana a ridosso di un probabile edificio prossimo all’altare di Marte; nel Medioevo sono i Monaci Vallombrosani a scandire il trascorrere delle stagioni, mentre in epoca rinascimentale tocca agli Sforza lasciare un segno nella storia facendo di Villanova la prima tenuta europea ad inaugurare una florida coltura risicola. E poi il transito di eserciti, il fischiare di proiettili, le sperimentazioni di ingegneria idraulica, l’insediarsi dei Gonzaga di Mantova “princip, marchés,baròn” per citare il poeta dialettale Natale Giarda.
Così dal XIX secolo la località accoglie ogni anno centinaia di mondariso e negli anni più drammatici della nostra storia, con l’istituzione della Repubblica sociale e l’arrivo delle armate tedesche in Italia, ecco che la frazione diviene una sorta di “porto franco” ove fuggiaschi e perseguitati possono trovare rifugio, mentre per la milizia fascista è territorio OFF LIMITS.
STRADELLA
STRADELLA CITTA’ DI AGOSTINO DEPRETIS
ORARI
Sabato: 00:00 – 00:00 / 14:00 – 17:30
Domenica: 10:00 – 12:30 / 14:00 – 17:30 (ultimo ingresso 17:00)
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Nel punto esatto in cui l’Appennino si fa pianura, sorge la cittadina di Stradella, circondata da colline con generosi vigneti. Affacciata e quasi protesa verso il fiume Po, è uno dei centri più importanti dell’Oltrepò, la ‘terra a forma di grappolo d’uva’, come la ribattezzò il grande Gianni Brera.
Il borgo nasce attorno all’anno Mille, quando i possessori del feudo dell’Aversa nell’Oltrepò fecero costruire una Rocca sulla collina. Attorno al castello, cresce l’insediamento, e proprio poco dopo l’anno Mille viene edificata la bella Basilica di Montalino. Nel XIII secolo Stradella risulta essere il centro di commercio più importante della zona e viene quindi anche reso più sicuro grazie alla costruzione di mura fortificate e della Rocca Inferiore. Nei secoli si susseguono le dominazioni francese, spagnola e austriaca. Nel 1800, quando viene abbattuta la Rocca Inferiore per fare spazio alla piazza, la città assume la fisionomia attuale, si arricchisce di bei palazzi nobiliari, vengono costruite la ferrovia, il teatro e le prime manifatture.
Il filo rosso della nostra Giornata FAI è la figura di Agostino Depretis. Illustre cittadino e sindaco di Stradella, Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia ed esponente della Sinistra Storica, rimase legato alla sua città natale, dove trascorreva i mesi estivi. A lui si deve la costruzione della ferrovia che collega l’Oltrepò orientale a Pavia, ma anche il Teatro Sociale che è ancora oggi un bellissimo esempio di teatro italiano ottocentesco.
CASATICO DI SIZIANO
IL GESIOLO DI CASATICO
ORARI
Sabato: 14:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Turni di visita ogni 40 minuti.
Domenica: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Turni di visita ogni 40 minuti.
La piccola chiesa del Gesiolo, ovvero l’Oratorio di Santa Maria a Casatico, si trova all’interno di un parco nella campagna tra Pavia e Milano, ai bordi di un laghetto, poco distante dall’abitato di Siziano.
Nel 1061 dopo la battaglia di Campomorto, Boschino Mantegazza, comandante dei milanesi, dopo aver saputo della morte del figlio che combatteva tra i pavesi, fece costruire una chiesa dedicata a Maria Assunta simbolo di Resurrezione, un convento e un ospizio per i pellegrini. Nel luogo dove si era svolta la battaglia fece costruire un oratorio piccolo e semplice dedicato a Maria, con un affresco dove la Madonna allatta il suo bambino, che tiene in mano una ciliegia rossa color sangue. E’ la prima struttura del Gesiolo. Agli inizi del 1500, ad opera di Gerolamo Mantegazza, al posto del piccolo oratorio viene costruita un’ampia chiesa a pianta centrale sormontata da un grande tiburio ottagonale, secondo una forma ideale tipica del Rinascimento.
La chiesa era completamente affrescata e ancora oggi si possono ammirare al centro dell’abside Maria incoronata da angeli che allatta il Bambino tra i Santi e, sulle pareti laterali, scene della vita delle Madonna. Gli affreschi sono attribuiti al Maestro dei Santi Cosma e Damiano, pittore vicino al leonardesco Bernardino Luini. Con il passare del tempo emersero problemi legati alla staticità dell’edificio, per cui si dovette procedere ad alleggerire la cupola per poi realizzare un semplice tetto piano, ma un cedimento della copertura impose la riduzione dell’ampiezza della chiesa ad aula unica come la vediamo oggi. A lungo abbandonata, la chiesetta venne acquistata nel 1932 dalla famiglia Castelli, che provvide a lunghi lavori di restauro e tuttora se ne prende cura.
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