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PAVIA 13/02/2024: Media. Domani niente Provincia Pavese. Timori per la vendita della testata. La ragioni dello sciopero

Febbraio 13
17:40 2024

PAVIA – Domani il quotidiano Provincia Pavese non sarà in edicola. La redazione comunica ai lettori le ragioni dello sciopero.

“La Provincia Pavese è in vendita. Un imprenditore (una società con interessi in provincia di Pavia, ci dice Gedi, il nostro attuale editore) la vuole comprare, ma non vuole che si conosca la sua identità. Non si tratta di imprenditori agricoli locali, come si vociferava in città da tempo.

Lunedì 12, su richiesta dei giornalisti, Gedi ha dato una succinta informativa al comitato di redazione.

Noi, dipendenti della testata, abbiamo subito manifestato la nostra preoccupazione e – dopo un’assemblea di redazione – abbiamo deciso un primo giorno di sciopero. Martedì 13 ci asterremo dal lavoro e mercoledì 14 la Provincia Pavese non sarà in edicola; il sito internet non verrà aggiornato. Sarà una giornata di silenzio, ovvero quello che succede quando viene meno la principale fonte informativa di una comunità.

Noi siamo fortemente preoccupati che imprenditori, magari di successo, ma che non conoscono in alcun modo il mondo dei media, pensino di improvvisarsi editori. A rischio c’è un giornale e, soprattutto, il diritto dei cittadini della provincia di Pavia di essere informati. La Provincia Pavese ha garantito sempre un’informazione indipendente, senza condizionamenti o imposizioni. Se abbiamo sbagliato, lo abbiamo fatto in buona fede, ma mai sotto dettatura di chicchessia.

Ma andiamo con ordine. Spieghiamo cosa sta accadendo e proviamo a rivolgere alcune domande a questi ignoti compratori.

La breve storia di Gedi

Meno di cinque anni fa la Exor di proprietà della famiglia Agnelli-Elkann ha acquistato il pacchetto di controllo del gruppo Gedi, che comprendeva diverse radio, periodici e diciotto quotidiani. A partire da Repubblica, la Stampa e i giornali locali dell’ex Gruppo Espresso, tra questi la Provincia Pavese. Appena due anni dopo questa acquisizione, la proprietà – apparentemente contro ogni logica – ha cominciato a vendere alcune testate locali e ha spiegato ai comitati di redazione di essere disponibile ad ascoltare proposte di acquisto per gli altri suoi giornali. Gli Agnelli-Elkann non hanno mai spiegato perché hanno comprato il più grande gruppo editoriale italiano, per poi rivenderlo a pezzi.

Attorno al 2021 sono partite le dismissioni. Hanno iniziato dal Tirreno di Livorno e – pochi mesi fa – si è quasi chiuso il cerchio con la Gazzetta di Mantova. Attualmente il perimetro del gruppo Gedi comprende soltanto la Repubblica, la Stampa, il Secolo XIX, la Provincia Pavese e la Sentinella del Canavese. A fianco di questa politica di vendita delle testate, Gedi ha proceduto a un dimagrimento interno dei giornali. Ormai della Provincia Pavese non rimane che una sede, in viale Canton Ticino, un capannone a Cura Carpignano (dove si stampava, un tempo, il giornale), 21 giornalisti più un direttore, una ventina di collaboratori. Stop.

Come il comitato di redazione ha fatto notare agli amministratori lunedì, non esiste più una struttura amministrativa, una tipografia, non ci sono più grafici, responsabili della distribuzione, delle buste paga, dei servizi generali. Tutto esternalizzato, quasi tutto gestito da remoto dalla Stampa di Torino.

Chi compra deve sapere questo: qui a Pavia va ricostruita la parte della “macchina” del giornale. Servono persone competenti. Quelle che c’erano, sono state trasferite o incentivate all’esodo.

Una storia lunga 154 anni

La Provincia Pavese è il giornale di un territorio, dal 1870, da quando un gruppo di ex garibaldini ha iniziato a dare voce all’Italia democratica e repubblicana. Chiusa dal fascismo, è risorta dopo la caduta di Mussolini, restando sempre un quotidiano di informazione e di dibattito. E lo è ancora. Ora non è più solo un giornale di carta, ha un sito internet, una forte presenza sui social. È l’espressione di un territorio: di 185 comuni, tre zone ben distinte e tanti mondi. Scoprire che chi ci vuole comprare non ha alcuna esperienza nel mondo editoriale, ci preoccupa fortemente.

Cinque domande

Chi intende comprare il giornale non può pensare di farlo senza discutere con la redazione, nascondendosi fino al giorno del “closing”.

Noi crediamo che debba rispondere ad alcune domande che vogliamo rivolgere pubblicamente.

1) Perché volete comprare un giornale in un momento storico di crisi dell’editoria?

2) Qual è il progetto editoriale per rilanciare la Provincia Pavese?

3) È vero che volete vendere la sede?

4) Siete consapevoli che i fondi per gli stati di crisi dell’editoria sono in esaurimento?

5) Quali sono le ragioni di tanta riservatezza?

Noi giornalisti continueremo a impegnarci nel nostro lavoro, ma terremo aggiornati i lettori sulle vicende interne del loro giornale.

(L’assemblea dei giornalisti della Provincia Pavese)

Sul caso, oltre alla Associazione Lombarda dei giornalisti e alla Segretaria generale della Federazione nazionale della stampa, è intervenuto anche il parlamentare della Lega, vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio.

“Desidero esprimere la mia solidarietà alla redazione de La Provincia Pavese, che ha indetto uno sciopero per la giornata di oggi. I giornalisti hanno tutto il diritto di chiedere certezze sul loro posto di lavoro e trasparenza sul futuro di una testata storica, che garantisce informazione e dibattito nel nostro territorio. Il passaggio di proprietà di un giornale non può essere una questione riservata, perché va ben oltre l’aspetto industriale e tocca il diritto dei cittadini a una corretta conoscenza degli eventi locali e nazionali. Mi auguro quindi che si riesca a fare presto chiarezza su quanto sta avvenendo”, conclude Centinaio.

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