VIGEVANO 18/09/2023: Carcere. Agente colpito con una lametta da un detenuto. Sindacato preoccupato per sovraffollamento e troppi detenuti stranieri
VIGEVANO – Nel carcere di Vigevano l’aggressione di un agente penitenziario ad opera di un detenuto. E’ accaduto nel fine settimana: con un agente colpito all’addome con una lametta da un detenuto che era stato invitato a rientrare in cella.
La circostanza è stata riferita da Mirco Savastano, segretario generale aggiunto del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP., sottolineando come non ci sia “più tempo da perdere” e si debba “intervenire sui problemi più urgenti, che sono: il sovraffollamento – del 60% rispetto alla capienza – e della carenza di personale del 20% – e l’aumento del numero di detenuti stranieri.”
“Si pensa – aggiunge il sindacalista – che trasferendo da un carcere all’altro i detenuti violenti si prevengano altre aggressioni ma così non è.”
“Sembrava che la rivolta di metà luglio che solo l’immediato e professionale intervento del personale ha impedito che potesse degenerare con conseguenze più gravi avesse riacceso l’attenzione su questo carcere – sottolinea Aldo Di Giacomo, segretario generale del SPP -. Invece visite ispettive ed istituzionali ed interrogazioni parlamentari, fatti dopo la rivolta, hanno lasciato le cose come stavano e il personale è quotidianamente a rischio anche perché, come ripetiamo da sempre, gli aggressori contano sull’impunità.”
C’è poi il problema a Vigevano come negli altri istituti italiani della detenzione della popolazione carceraria straniera, che va gestita con mezzi, strumenti e soprattutto personale specifico.
“In troppi casi non si conoscono nemmeno le autentiche generalità e provenienza – spiega il sindacalista -. L’assenza di traduttori è il primo problema con il personale penitenziario, in grande difficoltà soprattutto di fronte ai continui fenomeni di fondamentalismo e radicalismo islamico che sfociano in atti di ribellione e protesta.”
“Per noi – conclude il segretario Spp – le misure da mettere in campo sono decisamente più complesse e urgenti a partire dall’attuazione dei trattati con gli Stati del Nord Africa per il rimpatrio di criminali nei propri Paesi di origine.”
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