PAVIA 06/05/2023: Ora la CGIL Pavese ha un Segretario Generale proveniente dal territorio. E’ Fabio Catalano Puma
PAVIA – Dopo decenni, la CGIL Pavese esprime un Segretario Generale proveniente dal territorio.
Nella giornata del 4 maggio 2023, l’Assemblea Generale della Camera del Lavoro di Pavia, su proposta della CGIL Lombardia, rappresentata dal Segretario Alessandro Pagano, ha eletto il suo nuovo Segretario Generale, Fabio Catalano Puma.
Pavese di nascita, Catalano inizia la sua attività lavorativa nel 2004, presso la Casa Circondariale, proseguendo nel mentre gli studi che, nel 2008, lo porteranno alla Laurea, presso l’Università degli Studi di Pavia.
Intraprende ben presto l’attività sindacale come delegato e nel maggio 2012 viene eletto nella Segreteria della Funzione Pubblica Cgil. A febbraio 2019 entra a far partedella Segreteria confederale pavese, dove si occupa di Sanità e welfare, contrattazione sociale e territoriale, legalità e appalti e nuove identità di lavoro; viene confermato nell’incarico nel gennaio 2023, in occasione del Congresso della CGIL provinciale.
Catalano succede alla guida della Camera del Lavoro provinciale, a Debora Roversi che, eletta per la prima volta nel novembre 2016 e confermata nel Congresso 2018 e 2023, lascia anzitempo, per assumere l’incarico di Segretario Organizzativo CGIL Lombardia.
Nella sua dichiarazione programmatica, Catalano ha rappresentato la fotografia del contesto generale, con un “quadro internazionale e nazionale estremamente complicato su diversi piani, sul versante geopolitico, economico, sociale e complesso anche in relazione ai nuovi equilibri politici del nostro Paese, determinatisi a seguito delle ultime elezioni politiche dello scorso settembre.
In questo quadro complessivo, si collocano le riflessioni sul territorio pavese che presenta sicuramente un allineamento dei principali indicatori della Provincia, agli effetti recessivi nazionali e internazionali.”
Ancora il segretario: “Un territorio complesso, che presenta sicuramente oggi, per struttura economica, sociale e produttiva, degli elementi di debolezza, anche per via di una trasformazione strutturale del modello di sviluppo territoriale, realizzatasi negli ultimi decenni, sempre più orientata su filiere e settori a basso valore aggiunto e con un mercato del lavoro caratterizzato da lavori meno garantiti sotto il profilo della continuità del rapporto del lavoro e della garanzia di un reddito da lavoro adeguato, sintomatici di una forte precarizzazione e di una involuzione del mercato del Lavoro.
Una provincia che continua a classificarsi tra le ultime della Regione Lombardia, per tasso d’occupazione (in particolare, ultima per ciò che concerne il dato che riguarda l’occupazione femminile), per valore delle retribuzioni, per presenza di Neet, i giovani che non studiano, non lavorano e non sono in cerca d’occupazione.
Ma anche altri parametri ed indicatori ci danno una fotografia di una provincia con grandi difficoltà sul piano economico e sociale ad esempio ai dati sul reddito di cittadinanza come a quelli relativi ai cambiamenti demografici del territorio, contraddistinti da processi di invecchiamento della popolazione e di un progressivo spopolamento di alcune aree della provincia.
La descrizione di un siffatto quadro territoriale può sicuramente scoraggiare e rischia di non generare le condizioni per favorire l’attrattività del territorio, ma questa analisi critica e obbiettiva risulta necessaria se vogliamo comprendere realmente quali sono i punti di debolezza e quali invece le opportunità ed i punti di forza del nostro territorio per arrivare a progettare una visione differente della nostra provincia, provando a realizzare le necessarie modifiche della struttura produttiva, economica e sociale per produrre un reale cambiamento del modello di sviluppo del nostro territorio, orientato al benessere collettivo che non può e non deve prescindere da quelli che sono i bisogni reali delle persone, sia che si tratti di bisogni da sempre rivendicati ( casa, salute, sicurezza… ), sia che si tratti di bisogni emersi dal sovrapporsi di queste crisi, che tanto hanno mosso la riflessione intorno al nostro vivere quotidiano ed ai nostri stili di vita, bisogno di connessione, bisogno di protezione sociale, di assistenza e cura, bisogno di socialità.
Per tali ragioni, negli ultimi anni la Cgil di Pavia, ha ritenuto necessario avviare un percorsodi elaborazione per la definizione di un progetto di sviluppo territoriale che partendo dall’analisi dei bisogni tradizionali ed emergenti provasse ad intrecciarli con le caratteristiche, le specificità, le potenzialità, ma anche con le condizioni demografiche e sociali e, perché no, con le carenze del nostro territorio. All’interno di tale progetto, la revisione del modello socio sanitario pavese, prevedendo forti investimenti nella sanità pubblica, rafforzando la rete di assistenza e la medicina territoriale, migliorando i percorsi di integrazione delle attività socio-sanitarie con quelle sociali, il potenziamento delle stesse infrastrutture sociali ed un ripensamento sul dimensionamento di alcune strutture ad attività programmatoria, come il PdZ ed il Distretto sociosanitario della Lomellina; la cura dell’ambiente in un modello di sviluppo sostenibile che valorizzi l’industria in un modello di economia circolare, puntando ad alcune possibili filiere come quelle legate alla salute –benessere, sostenuta dauna buona struttura industriale dei settori della chimica e della farmaceutica e da potenziali ambiti di sviluppo quali quelli dell’industria delle bio-tecnologie e dei dispositivi medici, oltre alle filiere della micro-elettronica e della green economy; il potenziamento della capacità amministrativa e di erogazione di servizi di qualità delle amministrazioni pubbliche ( Enti Locali ed Amministrazioni decentrate dello Stato), attraverso la formazione ed il potenziamento degli organici ed al contempo iniziare un processo di ricomposizione della frammentazione istituzionale, che caratterizza la nostra provincia; un turismo che sappia valorizzare le eccellenze enogastronomiche e culturali della provincia e la sua attitudine agricola; un sistema viabilistico e di trasporto funzionale alle necessità e alle esigenze di riduzione delle emissioni inquinanti; la realizzazione di un’adeguata infrastruttura digitale e connessione in tutti i comuni della provincia; una revisione degli spazi delle città e il recupero delle aree periferiche e/o dismesse con politiche abitative in grado di dare risposte al bisogno sociale; il percorso legato al processo di riconversione della raffineria Eni di Sannazzaro De’ Burgondi, e le sue ricadute su indotto e territorio; lo sviluppo delle strategie per le aree interne del nostra provincia, Area Interna Oltrepò Pavese e Area Interna Lomellina; un sistema del credito capace di mettere in moto le molte risorse “dormienti”; un sistema formativo adeguato alla formazione, non solo specialistica ed al passo con le competenze richieste dai processi di innovazione, ma anche umanistica e di preparazione alla cittadinanza attiva e consapevole.”
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