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VOGHERA 20/12/2022: Scomparso Silvano Demartini. Era soprannominato “il Sindaco di Medassino”. Per la passione e l’impegno con cui ha difeso la frazione in cui è nato e vissuto. Merita un riconoscimento pubblico

Dicembre 20
16:36 2022

VOGHERA Si chiamava Silvano, era soprannominato “Cico” ma per molti era il “Sindaco di Medassino”. Silvano Demartini, residente nella frazione alla periferia ovest di Voghera è scomparso ieri all’età di 77 anni dopo un lungo e doloroso calvario nelle malattie (l’ultima, il maledetto Covid).

Abitava a Medassino Silvano Demartini, frazione che considerava una città nella città, anzi, un capoluogo, e per questo meritevole di essere trattata come tale… certamente non come parte di una qualsiasi periferia.

Per questo motivo nella sua vita (che accanto alla moglie Antonella e alla figlia Alessia meritava di essere ben più lunga) Demartini si è sempre battuto per portare nella sua frazione ciò che serviva: fosse un punto luce mancante, una strada asfaltata, un parcheggio, un divieto di transito; o una maggiore tranquillità… come quando si occupò del progetto del nuovo biodigestore o della bonifica dell’ex Recology.

Anche per questo che era soprannominato il “Sindaco di… Medassino”, senza che per lui vi fosse bisogno di elezioni o voti nelle urne.

Decine sono state le petizioni e le richieste inoltrate all’ufficio protocollo del Comune da Demartini (una delle ultime, quasi sapesse che la fine si faceva vicina, riguardava la domanda di un parcheggio antistante il Cimitero frazionale, nonché la richiesta di riservare i loculi cimiteriali ai residenti e quindi espressamente “contro l’accaparramento” da parte dei forestieri).

A modo suo Damartini era un uomo di “potere”, ma un potere buono, rivolto al dare e non al prendere .

Dice bene in queste ore di lui il noto politico locale Pier Ezio Gezzi.

“Odiava la disonestà e la ipocrisia. Sapeva riconoscere chi amava Voghera e chi la sfruttava. Amava visceralmente la politica locale, gli piaceva essere parte dei decisori del destino di Voghera”.

Ancora. ”Aiutava, senza moderare gli impulsi, chi gli dava fiducia, ma poi con la stessa cocciutaggine gli chiedeva conto (con i politici faceva davvero così ndr). Lo metteva in croce con la pressione pari a quella che aveva messo in campo per promuoverlo. Non si fermava mai Demartini. Una vita contro. Non conosceva mediazioni. Detestava le sfumature: o bianco o nero. ”

Ogni volta che scriveva una petizione o inoltrava una richiesta ad uffici o enti, la sua prosa pungente e ironica faceva saltare sulla sedia i funzionari che lo leggevano. E per essere ancora più incisivo con “i palazzi” che di volta in volta chiamava in causa, aveva battezzato l’associazione fondata insieme ad altri medassinesi ‘Comitato spontaneo Medassino‘, cosicchè la sigla “CSM”, amava ricordare sorridendo, “incutesse sin da subito un po’ di timore“.

Una volta, nel suo ruolo di cittadino ultra attivo – irriverente, guascone, dalla battuta pronta ma sempre documentatissimo – scrisse anche al Presidente della Repubblica: per chiedere di far sostituire la bandiera italiana che giaceva usurata sulla facciata del palazzo dell’ex anagrafe di Via Emilia. Missione compiuta!

Ma Demartini era soprattutto uomo del popolo, per questo nel corso degli anni decine di persone si sono rivolte a lui per risolvere controversie, venire a capo di problemi anche personali, redigere documentazione, sbrigare pratiche negli uffici, dentro e fuori dalla città.

Il suo attivismo civico, diuturno, febbrile, non solo non si era interrotto col sopraggiungere delle tante patologie ma non si era fermato neppure con il ricovero in ospedale, al San Matteo di Pavia, da dove, insieme all’elogio della professionalità, sensibilità e abnegazione dei santari (“io li chiamo tutti medici – raccontava solo qualche settimana fa al telefono – perchè tutti qui si prendono cura in modo eroico, dei pazienti, chi del fisico chi della mente, e se non fosse per tutti loro in certi momenti ci sarebbe da impazzire”), si era ripromesso di battagliare… ovviamente vergando l’ennesima petizione… per migliorare il vitto somministrato ai ricoverati.

Una delle ultime idee (e quindi battaglie) di Silvano Demartini è stata fatta per contrassegnare la piazza centrale di Medassino col nome storico: “Piazza Castello”… anzi no: “Piasa Castè.

“Abbiamo chiesto che il cartello sia in dialetto – scandiva infatti in una recente intervista a vogheranews.it -: come veniva da tutti chiamata la piazza ai nostri tempi… Piasa Castè!”,.

Una bella idea. Ma per quanto fatto per la sua comunità e la sua gente… una via, una piazza, un luogo pubblico della frazione Medassino meriterebbe di essere intitolato proprio a lui. Qualcuno ci pensi sul serio.

I funerali di Silvano Demartini si terranno domani, mercoledì 21 dicembre, alle ore 10 nella chiesa parrocchiale della frazione.

(nelle foto: silvano demartini con i politici al capannone pieno di rifiuti ex recology; in compagnia del commissario prefettizio; e in un incontro in comune con la sindaca)

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