VOGHERA 24/10/2022: Chiuse le indagini sull’uccisione di El Boussettaoui. Per la Procura fu “Eccesso colposo di legittima difesa”. Proteste della famiglia. Battaglia anche sulla sede dell’eventuale processo
VOGHERA – “Eccesso colposo di legittima difesa”. E’ questo l’addebito contestato dalla Procura di Pavia a Massimo Adriatici, in sede di chiusura delle indagini per l’uccisione con un colpo di pistola del 39enne marocchino Youns El Boussettaoui. Morte avvenuta in piazza Meardi la sera del 20 luglio 2021.
Per la Procura di Pavia l’ex assessore alla sicurezza del comune di Voghera avrebbe esploso il colpo di pistola al fine di difendersi dall’aggressione a pugni subita quella sera dal 39enne. L’avvocato però, sempre per la Procura, avrebbe ecceduto nella reazione per un errore di valutazione del pericolo che stava correndo al momento dell’aggressione (visibile in un video tratto da una telecamera di sorveglianza presente su un’abitazione di corso XXVII Marzo).
La famiglia dell’uomo ucciso si era già opposta a questa decisione della Procura, sostenendo invece che si è trattato di omicidio volontario. Famiglia che, nella giornata di sabato, ha protestato di fronte al Tribunale, sia per chiedere l’applicazione del reato più grave all’”eccesso colposo di legittima difesa”, sia per domandare che l’eventuale processo si svolga altrove (dopo la conclusione delle indagini si attende ora la decisione della Procura circa il rinvio a giudizio dell’indagato, oppure l’archiviazione della sua posizione).
Una richiesta quest’ultima, avanzata poiché gli avvocati dei familiari del 39enne temono legami ‘amicali’ fra i magistrati del tribunale e Massimo Adriatici, il quale ha come sede di lavoro anche il tribunale pavese (sospetti basati a detta dei familiari su alcuni scambi di messaggi whatsapp fra l’avvocato e alcuni magistrati, pubblicati da alcuni giornali).
Per la difesa dell’ex assessore invece, circa l’accusa, non si tratta di eccesso colposo di legittima difesa ma di un caso di piena legittima difesa.
E per ciò che riguarda la richiesta di spostamento dell’eventuale processo, gli avvocati dell’ex assessore – rilevando i “toni formali, tra interlocutori che si danno del ‘Lei'” dei messaggi – bollano le richieste come “illazioni” e invitano la controparte a fare battaglia nelle aule di giustizia, non attraverso “campagne mediatiche”.
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