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PAVIA – Continua ad essere un problema all’Universitaria di Pavia la questione degli spazio in cui gli studenti possono mangiare la schiscetta portata da casa, da consumare tra una lezione e l’altra. Lo fa sapere il Coordinamento per il Diritto allo Studio – UDU, secondo cui, ad oggi, nonostante l’imminente arrivo della stagione invernale, all’interno dell’ateneo non sono stati ancora previsti degli spazi idonei alla consumazione dei pasti da parte degli studenti che non si possono permettere di usufruire tutti i giorni delle mense universitarie oppure delle attività commerciali.

“Questo è il terzo anno che le rappresentanze studentesche si ritrovano a dover far pressione su quella che dovrebbe essere” afferma Francesca Mazzitelli, senatrice accademica dell’UDU “una semplice prerogativa di dignità da riconoscere alla comunità studentesca. A livello istituzionale, abbiamo aperto un tavolo di dialogo: abbiamo pensato a delle possibili soluzioni che stiamo presentando nel gruppo di lavoro dei pasti e nel CdA EDiSU. Tuttavia, siamo esausti dei tempi infiniti, infatti è da tre inverni che avanziamo le medesime richieste. Da mesi è stato costituito dal Senato Accademico il gruppo di lavoro sui pasti, ma tutt’oggi il Senato non ha ancora deliberato un regolamento che garantisca che le aule restino aperte nell’ora di pranzo”.

Per queste ragioni, l’UDU ha lanciato la campagna #freddoemangiato: sulle pagine social e sui volantini, viene segnalato un countdown, che scadrà il 15 novembre: data limite entro la quale l’associazione chiede risposte definitive. Nel frattempo, gli studenti sono invitati ad inviare alla pagina delle loro foto in cui sono intenti a consumare la  loro schiscetta al freddo. In mancanza di risposte, gli studenti sono pronti ad ulteriori azioni: proteste nei cortili delle università, nonché a striscioni, flash mob e presidi nei luoghi simbolo dell’ateneo.

Spiega Claudia Aricò, senatrice accademica dell’UDU e, come Mazzitelli, componente dell’apposito gruppo di lavoro: “Quello che chiediamo in vista dell’inverno è almeno di lasciare che gli studenti possano mangiare nelle aule: un’abitudine che c’è sempre stata prima della pandemia, ma che in alcuni dipartimenti viene fermata per motivi igienici. Ci sono infatti spazi poco utilizzati, aule studio e aule vuote per pranzo che potrebbero essere adibite ad una postazione microonde oppure, per lo meno, a spazi transitori per il consumo del pasto portato da casa. Ci sono diverse possibilità, basta sfruttarle al meglio, creando spazi e regolamenti. Bisogna farlo in fretta, perché l’inverno è alle porte e non aspetta la burocrazia e i tecnicismi”.

Conclude Giorgia Cervio, consigliera di amministrazione EDiSU per l’UDU: “Questione centrale resta la riapertura della Mensa Centrale EDiSU in Corso Carlo Alberto. Potremmo riaprirla come mensa, crediamo che gli studenti la utilizzerebbero molto se riuscissimo a mettere in campo una maggiore differenziazione del costo del pasto sulla base dell’ISEE. Vorremmo inoltre che almeno un piano venga dedicato per mangiare il pranzo preparato da casa, magari installando un forno a microonde. A parte ciò, spingiamo affinché vengano aggiunti dei tavoli all’aperto, in modo tale da permettere agli studenti di mangiare seduti nel periodo più caldo.

Al netto di tutto, il Coordinamento si impegnerà a mantenere aperto il tavolo delle trattative, ma non intende accettare atteggiamenti di procrastinazione infiniti: l’Università di Pavia deve farsi carico delle proprie responsabilità verso la comunità studentesca e dare delle risposte chiare.