PAVIA E PROVINCIA 05/08/2022: ‘Vaiolo delle scimmie’. Infezione dolorosa e invalidante. La Regione crea l’Unità di coordinamento per la gestione e il controllo dell’epidemia. Tutte le info sulla malattia
PAVIA E PROVINCIA – La Direzione generale Welfare di Regione Lombardia ha costituito una Unità di coordinamento per la gestione e attività di controllo dell’epidemia da ‘Vaiolo delle scimmie’, malattia dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come: nuova emergenza di salute pubblica.
“Il gruppo di lavoro è stato fortemente voluto dalla vicepresidente e assessore al Welfare – spiega la regione -, rispetto a una situazione epidemiologica non grave ed emergenziale, ma che merita attenzione per la crescita costante nei numeri dei contagi sul territorio.”
L’Unità di coordinamento (di cui fa parte anche Fabio Baldanti dell’Unità operativa complessa Microbiologia e Virologia della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo) monitorerà l’andamento dell’epidemia, coordinerà la rete lombarda dei centri delle infezioni sessualmente trasmissibili e predisporrà indicazioni operative per prevenire le infezioni.
L’attività di coordinamento è affidata alla Direzione generale Welfare.
L’Unità di coordinamento avrà il compito, nel rispetto delle indicazioni ministeriali, di “monitorare dal punto di vista epidemiologico l’andamento dei casi, condividere le strategie di vaccinazione e verificare l’andamento clinico della patologia con interesse ai casi che si presentassero eventualmente più gravi”.
Al momento i casi di ‘Vaiolo delle scimmie’ in Lombardia sono 252 e 2 le persone ricoverate.
Dalla prossima settimana sarà disponibile, presso la rete lombarda dei Centri per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse, la prima fornitura di vaccini, a disposizione delle persone a rischio contagio
Come scrive la virologa Ilaria Capua sul Corriere della Sera si tratta di una “malattia dolorosissima ed invalidante” e che “per di più è carica di stigma. Questo fa sì che i soggetti a rischio non siano inclini a segnalare la malattia al medico, se non in casi estremi.”
Quanto alla “demografia ed i fattori di rischio”, per Capua “sono chiari”. “Gli Uomini che hanno rapporti intimi con partner maschili multipli sono in questo momento vittima e potenziali diffusori”.
Ancora Ilaria Capua sul Corriere: i Vaiolo delle scimmie “E’ una malattia che di norma si trasmette per contatto diretto (che include il rapporto sessuale) ed in alcuni casi anche per via respiratoria.”
La virologa indica poi l’allarme circa l’urgenza di affrontare subito e nel modo giusto l’emergenza.
“In questo momento l’infezione si amplifica nella comunità dei maschi che hanno più partner maschili, ma può fuoriuscire da quella cerchia di persone ed infettare i nuclei familiari.”
“Si potrebbero infettare le persone che vivono a contatto con le persone attualmente infette tra cui anche i bambini, che da settembre andranno a scuola. E li sappiamo che è proprio difficile controllare le infezioni.”
“Ma c’è dell’ altro – aggiunge Capua -. Si potrebbero contagiare i roditori urbani attraverso il contatto con cerotti o garze infette che finiscono nella spazzatura e così si creerebbe un serbatoio permanente che potrebbe perpetuare l’infezione.”
Quanto infine alle strategie di intervento, per Ilaria Capua: “La verità è che bisogna agire su più fronti in maniera coordinata comprendendo la circolarità del problema. Bisognerebbe creare presidi medici per le persone a rischio che garantiscano l’anonimato e fare informazione su come prevenire l’infezione. Informare sulla vaccinazione ed offrire la somministrazione di vaccino a chi ne facesse richiesta, prendendo esempio dagli USA. È però anche essenziale smaltire qualsiasi materiale entrato a contatto con le lesioni cutanee in maniera idonea (es. previa disinfezione e in doppio sacchetto chiuso o come rifiuto speciale).”
“Non ultimo – conclude Capua -, mettere in atto programmi di sorveglianza attiva nei roditori per svelare ed eradicare l’infezione quanto prima dovesse verificarsi”, già perchè a dispetto del nome altisonante e stigmatizzante, questo vaiolo non deriva e non ha come vettori principali, nel mondo animale, da cui proviene, le scimmie bensì i roditori.
LA MALATTIA
Dal sito della Fondazione Veronesi riportiamo la scheda che riguarda la malattia (https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/da-non-perdere/vaiolo-delle-scimmie-casi-sintomi-contagi-ed-evoluzione)
COME SI MANIFESTA?
La malattia, secondo i dati forniti in una circolare del Ministero della Salute, si manifesta inizialmente attraverso sintomi simili a quelli dell’influenza, ovvero febbre (62%), sonnolenza (41%), mialgie (31%) e cefalea (27%). Ciò che caratterizza la malattia è la comparsa di lesioni cutanee e nelle zone genitali simili a quelle del vaiolo umano: le vescicole si tramutano in pustole sino alla loro estinzione per “essicatura”. Le sedi anatomiche più frequentemente interessate da eruzione cutanea sono: aree ano-genitali (73%), il tronco, le braccia e le gambe (55%), il viso (25%), e i palmi delle mani e le piante dei piedi (10%).
CHI È MAGGIORMENTE A RISCHIO?
In generale il vaiolo delle scimmie può causare una malattia più grave soprattutto in alcuni gruppi particolarmente fragili come bambini, donne in gravidanza e persone immunodepresse. Quanto al rischio di contrarre l’infezione, l’ultima analisi del New England Journal of Medicine -che ha redatto un report dettagliato sulle manifestazioni cliniche dei casi registrati ad oggi- la malattia riguarda principalmente uomini che fanno sesso con uomini. Ecco perché l’informazione e la prevenzione devono riguardare principalmente, al momento, questa categoria fortemente a rischio.
Secondo gli addetti ai lavori, una persona di qualsiasi età che presenti dal primo gennaio 2022 un’eruzione cutanea acuta o una o più lesioni acute della cute e uno o più dei seguenti sintomi -mal di testa, insorgenza acuta di febbre (>38,5°C), linfoadenopatia, mialgia, mal di schiena, astenia- è da considerarsi potenziale caso sospetto.
COME SI INTERVIENE?
Attualmente non esistono però trattamenti approvati ma il farmaco antivirale tecovirimat (approvato dall’FDA per il trattamento del vaiolo) e i farmaci antivirali cidofovir e brincidofovir hanno dimostrato la loro efficacia in vitro e nei modelli sperimentali. Tuttavia nessuno di questi farmaci è stato studiato o utilizzato in aree endemiche per trattare la malattia. Essendo MPV un virus simile al vaiolo umano, l’utilizzo del vaccino contro il vaiolo può essere utile nel prevenire anche il vaiolo delle scimmie. Ad oggi Imvanex -questo il nome del vaccino- è stato acquistato dall’Unione Europea in 160 mila dosi da somministrare a coloro che possono essere esposti al virus per contatto diretto con una persona infetta.
COSA FARE IN CASO DI CONTAGIO?
Sul fronte comportamentale, queste le precauzioni da adottare in caso di malattia:
rimanere in isolamento in casa in stanza dedicata -utilizzare oggetti domestici dedicati (vestiti, lenzuola, asciugamani, utensili per mangiare, piatti, bicchieri), che NON devono essere condivisi con altri membri della famiglia;
evitare il contatto con persone immunocompromesse fino alla guarigione dell’eruzione cutanea
evitare contatti stretti o intimi (abbracci, baci, contatti prolungati faccia a faccia in spazi chiusi) con altre persone fino alla completa guarigione dell’eruzione cutanea
astenersi dall’attività sessuale fino alla caduta delle croste. I casi devono essere consapevoli che l’uso del preservativo da solo non può fornire una protezione completa.
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