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PAVIA 22/06/2022: Gigi Bici. L’indagata resta in carcere e viene accusata di omicidio. Ecco come la Procura ricostruisce i fatti così come sarebbero emersi dalle indagini

Giugno 22
19:53 2022

PAVIA In un comunicato stampa firmato dal procuratore della Repubblica Fabio Napoleone la procura della Repubblica di Pavia illustra lo “stato dell’indagini inerenti l’omicidio della persona offesa Luigi Criscuolo (detto Gigi Bici ndr)”. All’interno del comunicato il procuratore mostra la ricostruzione dei fatti così come sarebbero accaduti secondo le indagine svolte dalla Procura. Ricostruzione in cui l’indagata viene accusata di aver ucciso in prima persona Criscuolo. 

Napoleone spiega e difende poi l’operato della Procura e denuncia le difficoltà riscontrare anche a seguito della “proliferazione di errate informazioni pervenute e diffuse dalla stampa”.

IL COMUNICATO

Nella mattinata di oggi 22 giugno 2022 la Squadra Mobile della Questura di Pavia ha eseguito una seconda ordinanza applicativa di misura cautelare personale coercitiva nei confronti di Barbara Pasetti, proprietaria dell’immobile a ridosso del quale è stato rinvenuto, in data 20 dicembre 2021, il corpo esanime di Luigi Criscuolo (detto Gigi Bici ndr), scomparso in data 8 novembre 2021.
Accogliendo integralmente le richieste e le prospettazioni dei fatti formulate da questo Ufficio, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Pavia ha ritenuto sussistenti a carico dell’indagata – gia destinataria di un primo provvedimento cautelare eseguito in data 20 gennaio 2022 con riferimento al delitto di tentata estorsione – gravi indizi di commissione del reato di omicidio aggravato ai danni della persona offesa Costei, secondo quanto ad oggi emergente dagli esiti delle molteplici indagini espletate, avrebbe maturato – sin dal mese di aprile 2021 – il proposito di recare nocumento all’ex marito Gian Andrea TOFFANO, in un primo momento cercando di raggiungere tale obiettivo agendo individualmente.

Non riuscita nell’intento già nel mese di giugno 2021, Barbara PASETTI avrebbe preso contatti con Luigi CRISCUOLO, da lei ripetutamente incontrato e ipetutamente reso destinatario della richiesta di collaborare dietro compenso – all’organizzazione di una aggressione ai danni dell’ex coniuge della prima Al fine dell’esecuzione dell’accordo. Barbara PASETTI ha anche prestato a Luigi CRISCUOLO un arma da lei detenuta: un revolver privo di numero di matricola, avente calibro 7.65, con applicate due etichette adesive destinate a chiarire il funzionamento del dispositivo di messa in sicurezza.

In data 8 novembre 2021, tuttavia. Luigi CRISCUOLO mutava i suoi intenti e decideva di non prendere più attiva alla commissione del fatto precedentemente concordato e, conseguentemenic, raggiungeva l’abitazione di Barbara PASET TI anche al fine di restituirle l’arma.
Per portare a termine tale azione e si limitava a farsi aprire il cancello del cortile della proprietà dell’indagata, a fare accesso tramite lautovettura suo uso e ad attendere l’arrivo dalla porta dell abitazione di Barbara PASETTI. Tutto ciò senza uscire dall’abitacolo ma soltanto abbassando il finestrino lato conducente, essendo appunto determinato unicamente a comunicare le sua decisione
e a restituire I arma precedentemente ricevuta.
L indagata, infastidita dall’improvviso rifiuto di proseguire nel programma prestabilito, dal secondo fallimento del suo progetto offensivo nei confronti dell’ex marito o dalla mancata restituzione del denaro gia versato a Luigi CRISCUOLO a titolo di anticipo, atlerrava I arma e – indossando dei guanti – faceva fuoco a bruciapelo contro la tempia sinistra della persona offesa. Il proiettile infrangeva l’altro vetro anteriore del veicolo lato passeggero, i cui vetri venivano effettivamente rinvenuti in una grata collocata sopra un canale di scolo presente nel cortile della proprietà immobiliare dell’indagata.
Successivamente spostava il corpo di Luigi CRISCUOLO fino al retro del possedimento, lo
collocava nel luogo ove poi sarebbe stato trovato, lo copriva con sterpaglie certamente provenienti da vegetazione posta all’interno del giardino, cercava di lavare sia il carrello di metallo che la parte di pavimento ove era scolato il sangue della persona offesa, spazzava all’intemo del predetto canale scolmatore i frammenti di vetro del finestrino lato passeggero (infranto dal proiettile che ha
attraversato tutto il cranio di Luigi Criscuolo), occultava l’arma all’interno di un vano posto sulla scala interna che conduce al primo piano dell’abitazione, saliva a bordo del veicolo tramite il quale era ivi giunta la persona offesa e lo conduceva (sempre indossando i guanti) sino al punto ove sarebbe stato poi ritrovato. Nel compiere tale azione (dalla stessa sempre radicalmente negata), lasciava proprie ed inequivocabili tracce biologiche all’interno dell’abitacolo della vettura.
Di seguito, iniziava ad inscenare l’improbabile vicenda estorsiva per la quale si trova già sottoposta a regime detentivo ormai da quasi cinque mesi.
Ogni profilo della ricostruzione sin qui fornita trova pieno riscontro nei numerosi accertamenti tecnici compiuti: le etichette adesive applicate all’arma sono cosparse – nella loro parte posteriore – di materiale biologico riconducibile alla persona offesa; le analisi botaniche non hanno restituito alcun dubbio circa la provenienza degli arbusti utilizzati per coprire il corpo di Luigi CRISCUOLO; il carrello metallico e la grata coprente il canale scolmatore si sono rivelati coperti da significative tracce del sangue di quest’ultimo; il cranio di costui è stato trapassato proprio da un proiettile di calibro identico a quello che la pistola (perfettamente funzionante) occultata da Barbara PASETTI era capace di sparare; un’ogiva relativa ad un simile proiettile è stata rinvenuta proprio nella parte di cortile antistante la porta di accesso all’abitazione, ossia il luogo ove si è svolto il fatto; l’indagata occultava anche altri simili proiettili. Nessun elemento può condurre a dubitare circa il fatto che Luigi CRISCUOLO sia stato ucciso all’interno della proprietà di Barbara PASETTI, che il suo corpo sia stato occultato tramite arbusti provenienti dallo stesso cortile e che nessun terzo soggetto abbia preso parte – anche a mero titolo di ausilio – a tali attività.

Allo stesso modo, nessun elemento è stato rintracciato – malgrado invasive e prolungate attività di indagine svolte in tal senso – al fine di anche solo iniziare a prendere in considerazione il decorso alternativo dei fatti prospettato dall’indagata e sostanzialmente riassumile nell’asserita assenza di incontri e contatti con la persona offesa e nella prospettata esistenza di un fantomatico gruppo di estorsori provenienti dall’Est Europa di cui non esiste nemmeno una descrizione fisica.
Le indagini hanno avuto una durata considerevole in ragione della complessità tecnica e del numero degli accertamenti scientifici disposti da questo Ufficio al fine di fare completamente luce su ogni aspetto della vicenda e di dare – il più possibile – credito alle indicazioni fornite da Barbara PASETTI. Per questa stessa ragione, l’intero svolgimento del procedimento ha necessitato l’assegnazione di ben due Sostituti Procuratori che hanno coordinato l’attività della Polizia Giudiziaria delegata.
Gli Ufficiali ed Agenti della Squadra Mobile della Questura di Pavia hanno svolto sin dai primi giorni un lavoro encomiabile, di elevata qualità tecnica e che non ha conosciuto pause sino al giorno di oggi. Gli accertamenti cosi disposti ed eseguiti anche con l’ausilio della Polizia Scientifica di Milano sono infatti sempre proseguiti con ritmo incessante allo scopo di ricostruire gli ultimi movimenti di Luigi CRISCUOLO, di Barbara PASETTI e di ogni altro soggetto lambito dai fatti in questione, e sono stati resi ancor più difficoltosi sia dalla serie di false piste fornite dall’indagata – ma comunque rese oggetto di verifica e approfondimento – sia dalla proliferazione di errate informazioni pervenute e diffuse alla stampa sia locale che nazionale.
Alle attività di indagine già compiute per la formulazione della prima richiesta cautelare sono seguiti numerosi accertamenti di natura dattiloscopica, ematica, autoptica, genetica, balistica e merecologica: sostanzialmente, ogni branca della scienza forense è stata coinvolta nella ricostruzione degli eventi.
Il tutto corroborato dallo svolgimento di attività più classiche quali servizi di osservazione, controllo e pedinamento, analisi di dati di traffico telefonico e acquisizioni documentali.
Malgrado l’avanzato stadio, il procedimento penale proseguirà al fine di verificare eventuali nuovi spunti di indagine che l’indagata, anche attraverso i propri Difensori, sarà eventualmente in grado di prospettare.”

PRESUNZIONE DI INNOCENZA

Tutte le accuse di cui si parla nell’articolo si riferiscono a persone/soggetti “indagati”.

Nel sistema penale italiano vige la “presunzione di innocenza” fino a sentenza definitiva. Principio sancito dall’articolo 27 della costituzione italiana, secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.

La testata resta a disposizione di quanti vorranno intervenire sul caso in questione.

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