VOGHERA 26/04/2022: 25 Aprile. Danilo De Biasio e la lezione e di Italo Calvino e Otto Rosenberg
VOGHERA – La celebrazione del 25 Aprile che si è svolta lunedì a Voghera ha visto protagonista anche Danilo De Biasio. Il Direttore del Festival dei Diritti Umani dal palco allestito in piazza Duomo ha pronunciato un’orazione che ha toccato la lezione di Italo Calvino sulla Resistenza e sul valore della lotta per una società libera; e quella di Otto Rosenberg su come affrontare un periodo post bellico per costruire un mondo di vera pace.
Ecco le parole di De Biasio
“Sono molto grato ai rappresentanti istituzionali che hanno avuto la gentilezza di invitarmi oggi a Voghera, un territorio dove la Resistenza è stata contrassegnata da sangue, coraggio e tradimenti. Le donne e gli uomini che la fecero qui nell’Oltrepo furono tra i primi ad arrivare a Milano, certificando la Liberazione dal nazi-fascismo.
Per raggiungere questo risultato partigiani e popolazione civile avevano patito sofferenze inaudite. Voghera e l’Oltrepo hanno il triste primato di un corpo di polizia speciale tutto italiano ma alle dipendenze della Wermacht. La Sicherheit – come è conosciuta – era una banda di ex militari, sbandati, criminali che nel marasma dell’8 settembre 1943 decidono di mettersi a disposizione dei nazisti. Per lucrare sulla guerra, per tiranneggiare sui contadini di un’area vasta e strategica come l’Oltrepo. Ogni paese qui piange almeno una vittima o ricorda un rastrellamento della Sicherheit: nel maledetto inverno del ‘45 si conta 1 morto ogni due giorni per mano di questa banda. Questa è storia. Tutti gli studiosi non solo possono, devono fare ricerche, verificare, rivalutare. Ma non possono, non devono negare perché – come diceva Primo Levi – “questo è stato”.
Cosa insegna la Resistenza anche 77 anni dopo? Per rispondere mi sono fatto aiutare da due protagonisti di quei fatti. Il primo è Italo Calvino. Ho scelto non un libro, ma una canzone, perché Calvino ha scritto forse la più bella canzone sulla Resistenza. S’intitola “Oltre il ponte” ed è un distillato di semplicità e profondità. E’ una canzone “schierata” che s’interroga e ci interroga sul senso della Resistenza: “Non è detto che fossimo santi, l’eroismo non è sovrumano”. Quando s’imbraccia un’arma, anche se con le migliori intenzioni, non si mandano carezze e baci. E perché allora lo hanno fatto i nostri partigiani? Perché – dice Calvino – “vedevamo a portata di mano l’avvenire più umano, più giusto, più libero e lieto”.
Pensateci: sono le basi della nostra Costituzione. Umanità, giustizia, libertà, serenità. Tutto ciò che era stato negato dal fascismo e dal nazismo. Conclude “Oltre il ponte” con l’augurio alla figlia che quelle speranze dei partigiani rivivano “in quel che tu speri”.
Ecco l’attualità del 25 aprile: lottare per mantenere un presente e un futuro umano, giusto, libero e lieto. Dicevo che mi sono fatto aiutare da due persone per spiegare l’attualità del 25 aprile: l’altra persona è Otto Rosenberg. E’ l’unico sopravvissuto della sua famiglia ai campi di sterminio. Rinchiuso ad Auschwitz sognava, una volta uscito, di uccidere tutti i tedeschi. Ma una volta liberato, davanti a un po’ di ricotta calda e briciole di pane condivise con una famiglia tedesca – racconta Otto Rosenberg – “il mio odio era svanito”. Otto Rosenberg era uno “zigeuner”, un sinto tedesco.
I nostri valori comuni europei sono nati a Ventotene, nel confino degli antifascisti; sono nati ad Auschwitz dove sono stati mandati a morire ebrei, omosessuali, rom e sinti, oppositori politici. Il gesto di Otto Rosenberg che abbandona la vendetta con un po’ di ricotta e briciole di pane ci porta dritti a ciò che sta succedendo a 3 ore di volo da qui.
L’invasione russa dell’Ucraina è un massacro che lascerà segni profondi, forse per generazioni, se non ci saranno tanti Otto Rosenberg che smetteranno di odiare. Ma per cominciare a farlo occorre la pace. Se domani si smettesse di sparare non sarebbe pace, sarebbe solo una tregua, perché sono sempre in agguato i nazionalismi, la legge del più forte, il razzismo. Pace, ci raccontano le vite di Italo Calvino e Otto Rosenberg è risolvere alla radice soprusi e ingiustizie, garantire uguali diritti a tutti. Allora come oggi. A Kiev come a Voghera. Buon 25 aprile”, ha concluso
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