REGIONE 28/04/2022: Nasce lo Psicologo di base. Presentato in Regione progetto di legge per la sua istituzione e riconoscimento tra le cure primarie
REGIONE – Una nuova legge regionale per istituire lo psicologo di base, figura inserita e riconosciuta a tutti gli effetti tra le cure primarie grazie a uno stanziamento regionale quantificato in 12 milioni di euro.
Una risposta significativa al forte incremento della domanda e del bisogno psicologico riscontrato nel periodo pandemico con l’obiettivo, in una prospettiva stabile e di lungo periodo, di strutturare un’offerta psicologica integrata nel Sistema Sanitario Regionale che possa essere tempestiva, appropriata e sempre più vicina ai cittadini e al territorio.
E’ il progetto di legge di cui sono primi firmatari la Vice Presidente della Commissione Sanità Simona Tironi (Forza Italia) e il Consigliere regionale Niccolò Carretta (Gruppo Misto – Azione) presentato e illustrato oggi a Palazzo Pirelli e che nelle prossime settimane sarà all’esame della Commissione Sanità presieduta da Emanuele Monti (Lega).
All’iniziativa sono intervenuti anche il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, il Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza Riccardo Bettiga, la Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia Laura Parolin e Aurora Ramazzotti, conduttrice e creator, scelta come testimonial per il suo impegno e la sua attenzione nel promuovere la salute mentale.
I CONTENUTI DEL PROGETTO DI LEGGE
Il provvedimento introduce la figura dello “psicologo delle cure primarie”, con l’intento rendere più facile ai cittadini l’accesso all’intervento psicologico di primo livello, nell’ambito delle strutture di prossimità e in stretto coordinamento con i servizi specialistici.
Lo “psicologo delle cure primarie” è pertanto una figura che opererà all’interno delle Case della Comunità in relazione ai problemi psichici dei pazienti e dei loro familiari e in stretta cooperazione con il medico e le altre figure specialistiche della sanità. Presterà il proprio servizio sia su sollecitazione del medico di base, sia su richiesta spontanea dei pazienti, e il suo compito sarà quello attivare una presa in carico tempestiva tramite un’assistenza psicologica di primo livello. Quando necessario, sarà suo compito procedere con un invio per un’ulteriore consultazione, di tipo psicologico o psichiatrico (invio a cure secondarie e terziarie).
Alla psicologia delle cure primarie vengono assegnate funzioni di prevenzione, diagnosi ed intervento precoce sulle forme di disagio psicologico all’esordio o di minore gravità, e funzioni di orientamento e accompagnamento ai servizi specialistici di secondo livello, ai servizi sociosanitari e sociali, ma anche funzioni di consulenza, valutazione e supporto psicologico in condizioni non richiedono interventi specialistici o prese in carico multidisciplinari di lungo periodo.
ALCUNI DATI STATISTICI
In Italia oggi solo il 29% della popolazione affetta da depressione maggiore accede a un trattamento entro un anno dall’esordio della patologia. Inviare i pazienti da uno psicologo entro un anno dall’insorgere del disturbo, permetterebbe un intervento efficace che potrebbe evitare di portare alla prescrizione di psicofarmaci.
Un ragazzo su sette tra i 10 e i 19 anni soffre di un disturbo mentale: depressione, ansia e disturbi comportamentali sono tra le cause principali di sofferenza per questa fascia di popolazione. Nel primo anno della pandemia di COVID-19, 1 giovane su 4 in Italia ha presentato sintomi depressivi e 1 giovane su 5 presenta sintomi d’ansia clinicamente significativi, stime raddoppiate rispetto al periodo precedente alla pandemia. In particolare è stata registrata difficoltà di concentrazione (76,6%), noia (52%), irritabilità (39%), irrequietezza (38,8%), nervosismo (38%), sentimenti di solitudine (31,3%), disagio (30,4%) e preoccupazioni (30,1%).
Nell’ultimo anno si è manifestata un’alta prevalenza di ansia e sintomi depressivi dovuti alla pandemia stessa, all’isolamento sociale e allo stress dei genitori, con un maggiore rischio di sviluppare sintomi psichiatrici in famiglie a basso reddito, nei tardo adolescenti e tra le femmine.
I COMMENTI
“E’ un progetto di legge nato dalla proficua collaborazione tra maggioranza e minoranza –hanno sottolineato Simona Tironi e Niccolò Carretta– con un unico obiettivo: garantire un’efficace e tempestiva risposta al bisogno sempre più emergente del disagio mentale. La pandemia infatti ha portato alla luce un evidente stato di disagio soprattutto nelle giovani generazioni che deve essere valutato e curato per tempo per evitare che possa diventare cronico”.
“I giovani sono al centro delle politiche regionali soprattutto in questa fase di uscita dalla pandemia -ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi- perché siamo consapevoli che sono la fascia che forse più di tutte ha sofferto le restrizioni e le conseguenze pandemiche. Regione Lombardia vuole mettere i giovani al centro delle proprie politiche e questa legge di iniziativa consiliare va anch’essa in questa direzione, all’interno di un’azione legislativa che deve essere sempre più incentrata sul confronto e sull’ascolto delle nuove generazioni partendo dalle loro necessità e aspirazioni”.
“Dopo la prima bocciatura dell’emendamento nella Legge di Bilancio del Governo Draghi che istituiva il “Bonus Psicologo” –ha evidenziato la Tironi– abbiamo lavorato a livello regionale per garantire un supporto adeguato e per fare in modo che Regione Lombardia preveda uno stanziamento adeguato a rendere strutturale la psicologia delle cure primarie. Questo progetto di legge –ha concluso Simona Tironi– mira anche a far superare lo stigma persistente nei riguardi della cura della psiche, troppo spesso ancora oggi vista come qualcosa di cui vergognarsi e non ricondotta a un ambito di normalità. Quando riportiamo una frattura, andiamo subito dall’ortopedico senza porci retropensieri: allo stesso modo, se abbiamo male ai nostri sentimenti, dobbiamo andare dallo psicologo. Vogliamo quindi garantire a quanti lo necessitano il necessario sostegno per consentire loro di vivere in un mondo libero dallo stigma e dal disagio mentale”.
“Con questo ulteriore passo -ha aggiunto Niccolò Carretta– si vuole dare una risposta concreta direttamente all’interno del sistema sanitario regionale che, necessariamente, dopo la pandemia deve tener conto e deve saper tutelare anche la salute mentale. Istituire lo psicologo delle cure primarie vorrà dire far cadere un tabù, che rappresenta un ostacolo alla prevenzione e alla cura, ma è anche un vero e proprio investimento sociale ed economico per la collettività. Con oggi -ha proseguito Carretta- si apre un percorso di ascolto e di collaborazione con il Terzo Settore, con i cittadini, i professionisti e tutte le forze politiche che intenderanno migliorare una proposta che ho da subito voluto rendere plurale e condivisa e che già prevede una dotazione finanziaria considerevole per rendere efficace, effettivo e concreto un servizio territoriale, gratuito e di facile accesso anche grazie all’istituzione delle Case di Comunità previste dal PNRR del Governo”.
“Per me oggi è un giorno importante -ha aggiunto il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Riccardo Bettiga– perché vedo finalmente coronato il percorso che avevo sollecitato e iniziato anni fa come presidente dell’Ordine degli psicologi lombardi. Questa figura risponde a delle esigenze che la pandemia ha acuito, ma che già prima erano presenti e si erano manifestate in modo evidente. E’ tempo di dare concretezza a un progetto di cura e attenzione della salute mentale che da tempo attende risposte”.
Anche la Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia Laura Parolin ha salutato con grande favore l’iniziativa: “L’inserimento stabile della figura di un professionista psicologo all’interno delle Case della Salute è un obiettivo al quale l’Ordine ha lavorato con pressione negli ultimi mesi e rappresenta una rivoluzione virtuosa che risponde al bisogno crescente di attenzione alla salute psicologica di cittadine e cittadini che fa seguito alla pandemia. Al contempo riconosce la necessità di realizzare dei presìdi di prossimità stabili per ‘normalizzare’ l’accesso alle cure psicologiche, rendendo la cura della salute psicologica davvero accessibile a tutti”.
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