RIVANAZZANO 29/03/2022: Domenica alla Fiera d’Aprile la nuova mostra (…nella nuova sede) del Circolo Fotoamatori rivanazzanese
RIVANAZZANO – In occasione della 18’ edizione della Fiera d’aprile di Rivanazzano Terme, il Circolo Fotoamatori rivanazzanese, presieduto da Laura Disperati, riprende l’attività.
Dopo le mostre fotografiche di Riccardo Mantero, Erika Prete e Michele Brienza, oggi l’associazione propone gli scatti di Marco Balma dal titolo “La luce del silenzio”.
La presentazione e l’anteprima si terranno Sabato 2 aprile alle ore 16 presso l’associazione Art Art di Rivanazzano
La mostra invece si terrà presso il Castelletto del parco Brugnatelli domenica 3 aprile, dalle ore 10.
“Il nostro circolo è presente sul territorio dal 1973 con lo scopo di diffondere l’arte della fotografia – spiega la presidente -. Per dodici edizioni abbiamo proposto la settimana della fotografia, esponendo le opere di fotografi di fama nazionale e internazionale, coinvolgendo, ogni anno, diverse location nel paese. Oggi diamo vita alla nostra nuova sede, lo storico “Castelletto”: uno nuovo spazio espositivo all’interno del parco Brugnatelli aperto alla cultura, quindi anche ad altre discipline artistiche ma riservando alla fotografia la sua centralità. La cultura come motore di crescita del nostro paese. Vi aspettiamo”, conclude Laura Disperati.
Così invece Marco Balma presenta la mostra dei suoi scatti
“Siamo a marzo del 2020 in pieno lockdown, l’anziano zio Aldo ha un infarto e purtroppo non riesce a riprendersi. La malattia improvvisa, l’ospedalizzazione e il decesso. Parlato con lui e portato pochi giorni prima in automobile non l’ho più visto. La morte ai giorni nostri è un tabù invalicabile, con estrema naturalezza ho voluto sfatare tutto questo. Come ultimo regalo, il caro Zio, mi ha voluto concedere questa opportunità irripetibile. La tumulazione/funerale è stata una non cerimonia surreale che ho deciso di documentare con questo reportage fotografico. Per legge erano state sospese tutte le cerimonie civili e religiose ivi comprese quelle funebri. Quindi all’ingresso del deserto e chiuso cimitero solo io e mia moglie insieme a tre inservienti abbiamo ricevuto la Salma proveniente direttamente dalla casa di cura. Da lì solo emozioni, impressioni, silenzio e luce. La cruda realtà della mia fotografia, creata con una modesta macchina analogica mezzo formato, volutamente sovraesposta e imprecisa, ha registrato questo ultimo percorso, questo accompagnare laico all’apparenza ma pieno di raccoglimento e spiritualità. Con il senno di poi ho capito l’importanza del mio gesto, L’intimità e sono felice di aver testimoniato tutto questo registrandolo per sempre. Ho meditato due anni prima di decidere di rendere pubbliche la totalità delle immagini, le ho quindi stampate in camera oscura e mostrate in pubblico: è giunto il momento della riflessione e del ricordo. In ultima analisi la morte si è tradotta in silenzio e solitudine, forse la sua vera essenza… Da sempre si è fotografata la morte. Nell’800, con una fortissima mortalità infantile, chi se lo poteva permettere, ricordava i propri piccoli defunti con scatti dove essi comparivano in pose “naturali” accanto ai familiari. Cadaveri di personaggi conosciuti fino circa agli anni 60 del secolo scorso venivano pubblicati sui giornali, famosa ad esempio l’immagine di Che Guevara. Di questi giorni le discussioni sul mostrare immagini di poveri corpi dilaniati dalla vicina guerra. Esistono autori contemporanei che hanno fatto della morte una sorte di “bellezza”, Andres Serrano, a proposito delle sue foto di cadaveri del 1992 dichiarava: “credo sia necessario cercare la bellezza anche nei luoghi meno convenzionali o nei candidati più insospettabili. Se non incontro la bellezza non sono capace di scattare alcuna fotografia”.
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