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OLTREPO PAVESE 23/11/2021: Presunto vino adulterato. Finanza e Carabinieri sequestrano immobili e denaro per oltre 700.000 euro 3 soggetti indagati

Novembre 23
11:50 2021

OLTREPO PAVESELa Guardia di Finanza e l’Arma dei Carabinieri di Pavia, al termine di indagini dirette dal Sost. Procuratore Paolo Mazza e coordinate dal Procuratore F.F. Mario Venditti, stanno eseguendo, nell’ambito di un’operazione denominata “Dionisio”, un decreto applicativo di misure cautelari reali che dispone il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente di immobili e disponibilità finanziarie per complessivi 740.000 € nelle province di Pavia e Cremona, nei confronti di tre soggetti indagati.

Le odierne misure cautelari, disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pavia Luigi Riganti, rappresenterebbero il risultato finale di una complessa attività d’indagine, avviata circa 2 anni fa, svolta dalla Compagnia Carabinieri di Stradella e dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Voghera, con il concorso del Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia e dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressioni Frodi dei prodotti agroalimentari (I.C.Q.R.F.). Lavoro che – come si legge in un comunicato congiunto Gdf CC – avrebbe “consentito di eseguire l’odierno sequestro preventivo di 8 immobili e numerosi conti correnti e ulteriori disponibilità finanziarie per un valore complessivo pari a oltre 700.000 euro, nei confronti di tre soggetti a vario titolo indagati per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari”.

Già nel gennaio del 2020, nel territorio dell’Oltrepò pavese (a Canneto ndr) e in altre 6 province tra Lombardia, Piemonte, Veneto e Trentino Alto Adige, i militari della Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri avevano eseguito 5 arresti e complessive 28 perquisizioni domiciliari, locali e personali nei confronti di altrettanti soggetti indagati, aziende vitivinicole e laboratori analisi, come conclusione di una prima fase di indagini.

Le investigazioni, svolte anche attraverso intercettazioni telefoniche e videosorveglianza – come si legge in un comunicato congiunto Gdf CC – avrebbero “consentito di accertare che i vertici di una cantina pavese, con il concorso di un mediatore del settore vitivinicolo, enologi e titolari di aziende agricole conferitrici, avrebbero commercializzato vini a denominazione di origine controllata e a indicazione geografica protetta, in realtà contraffatti per quantità, qualità e origine.”

Tali condotte, spiegano il comunicato, sarebbero “state perpetrate attraverso il sistematico ricorso a conferimenti, durante i periodi di vendemmia, di uve diverse per tipologia varietale rispetto a quelle attestate nelle bollette di conferimento e nella relativa documentazione contabile; nonché attraverso acquisti in nero di ingenti quantità di sostanze vietate dalle norme di settore, quali zucchero invertito ed anidride carbonica, o soggette a specifici parametri di utilizzo, per esempio mosto concentrato rettificato. “

Come si legge ancora nel comunicato congiunto Gdf CC, “La successiva disamina della documentazione contabile ed extracontabile, svolta dalle Fiamme Gialle Pavesi, unitamente all’analisi del contenuto dei personal computer e dei telefoni cellulari in uso ai soggetti indagati, oggetto di sequestro durante le descritte attività di perquisizione,” avrebbe “consentito di accertare che la cantina produceva e commercializzava fraudolentemente, per assecondare le richieste del mercato, vini asseritamente prodotti secondo la normativa di settore ma di fatto ottenuti mediante uve di tipologia diversa e prodotti non consentiti, nonché di quantificare il profitto della presunta frode in commercio a carico dei tre soggetti destinatari dell’odierno sequestro, poiché direttamente responsabili della creazione della frode attraverso la presunta falsa documentazione rinvenuta e della presunta gestione fraudolenta dei conferimenti effettuati dai coltivatori indagati”, conclude il comunicato.

Tutte le accuse che hanno colpito gli indagati dovranno ora passare al vaglio degli altri organi giudiziari.

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