ANIMALI 22/09/2021: Avranno l’etichettatura “Benessere animale” anche le aziende che usano gabbie per i maiali e gli tagliano la coda. Le associazioni ”Inganno per i consumatori”
ANIMALI – Le associazioni che hanno a cuore il benessere degli animali all’interno degli allevamenti intensivi (che spesso si sono rivelati autentici luoghi di sofferenza e maltrattamento) criticano aspramente la proposta di una nuova Etichettatura relativa proprio al benessere animale.
Per le associazioni essa infatti non garantisce nulla e perciò “Tradisce la fiducia dei consumatori prima ancora di arrivare sul mercato” (“la certificazione volontaria che sta per essere votata in Conferenza-Stato regioni garantirebbe priorità di accesso a fondi PAC e PNRR ma, senza le opportune modifiche, sarebbe l’ennesima misura a sostegno degli allevamenti intensivi, un raggiro per i cittadini e un furto per le aziende migliori”).
Per tale motivo, oggi è stata lanciata una protesta via twitter con l’Hashtag #BugieInEtichetta
La coalizione di organizzazioni ambientaliste, animaliste e dei consumatori, chiedono che siano rivisti lo schema di decreto e gli standard per la certificazione di benessere animale dei prodotti suinicoli italiani previsti dalla nuova certificazione sul benessere animale.
LE INTENZIONI
Il Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale, portato avanti dai Ministeri delle Politiche Agricole e della Salute insieme con Accredia, e istituito con l’articolo 224 bis nel Decreto Rilancio, prevede la certificazione e l’etichettatura volontaria di prodotti di origine animale che rispettano standard superiori ai requisiti di legge.
LA REALTA’
La certificazione che sta per essere votata in Conferenza Stato-Regioni, invece, prevedrebbe di etichettare con il claim “benessere animale” anche prodotti provenienti da scrofe in gabbia e suini con la coda tagliata, pratica in violazione di quanto espresso nella direttiva europea di protezione dei suini. Tale certificazione garantirebbe inoltre priorità di accesso ai fondi PAC e PNRR, favorendo ancora una volta gli allevamenti a carattere intensivo, piuttosto che la transizione verso sistemi più sostenibili e realmente attenti al benessere animale.
“Chiediamo al ministro della Salute Speranza, che è responsabile per il benessere animale, e al ministro delle Politiche Agricole Patuanelli, responsabile della qualità del Made in Italy, di modificare lo schema di decreto e di non far approdare al voto in Conferenza Stato-Regioni gli standard per la certificazione suinicola.”
Le associazioni sono: Animal Law, Animal Equality, Animalisti Italiani, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, Federazione nazionale Pro Natura, LAV, LEIDAA, Legambiente, OIPA, LIPU, The Good Lobby
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