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VOGHERA 30/07/2021: Delitto di piazza Meardi. Il Pd: Governo fallimentare su tutta la linea: il sindaco si dimetta con tutta la giunta

Luglio 30
09:57 2021

VOGHERA Il consiglio di mercoledì pomeriggio sul tragico caso Adriatici-Youns El Boussetaoui, si è caratterizzato per gli interventi dei consiglieri di opposizione, che hanno attaccato sia la gestione dell’accaduto, sia l’intero operato della giunta Garlaschelli, chiedendone in larga parte le dimissioni.

Fra gli attacchi più duri spicca quello di Ilaria Balduzzi. La Capogruppo Pd in consiglio comunale

ha ha bollato come fallimentare su tutta la linea l’attività di governo della giunta Garlaschelli, che “si sta facendo succedere addosso e sovrastare dagli eventi”

Balduzzi ha passato in rassegna tutti gli “errori” fatti dalla giunta. Nel suo discorso ha richiamato il “fallimento anche delle politiche sociali e sanitarie”; ha attaccato l’assessore ai Servizi Sociali Federico Taverna chiedendosi e chiedendo “Cosa ha fatto prima affinché non accadesse ciò che è accaduto”; ed ha rammentato il caso dell’assessora indagata per voto di scambio, Francesca Miracca, in cui non che stato “Nessun ritiro delle deleghe” e “Nessuna dimissione”. Balduzzi rivolgendosi a Paola Garlaschelli ha infine detto: “Prenda atto di tale fallimento personale e politico e si dimetta unitamente alla sua Giunta”

A seguire l’intervento completo della consigliera Balduzzi, capogruppo Pd.

Sindaco, Assessori, colleghi Consiglieri e Cittadini Vogheresi,

è con sincero e profondo cordoglio che si prolunga ormai da una settimana e che, alternativamente, si mischia a tristezza, smarrimento, incredulità, rabbia, compassione, pietà che ci accingiamo a parlare oggi, purtroppo al di fuori della legittima sede consiliare, dei fatti gravi che sono accaduti a Voghera e che hanno delle precise responsabilità amministrative e politiche.

Il cordoglio, a nome mio e dell’intero Partito Democratico a tutti i livelli (dal locale al nazionale) alla famiglia, ai figli che cresceranno con questo grosso peso sulle spalle, non è una pura esternazione dovuta ma un sincero pensiero di solidarietà che ci accompagnerà per molto tempo.

A me qui oggi , in questo luogo virtuale, basterebbe che si uscisse da questa aula consiliare (in senso metaforico) con la consapevolezza che è stato ucciso un uomo (a meno che non si aderisca alle dichiarazioni del consigliere comunale di Porcari, in Toscana: a Voghera non è morto nessuno) e che questo UOMO, marocchino, pur pluripregiudicato ma anche malato non è stato ucciso da una persona qualunque, come sembrava la sera del fatto ma (come si è saputo solo la mattina successiva) da un Assessore comunale che abitualmente girava armato e forse anche col colpo in canna.

A tal proposito mi chiedo se, vista la consuetudine, fosse abituato a portare l’arma anche nelle sedi Comunali durante lo svolgimento delle proprie funzioni di Assessore (e non altro) e voglio fare mie le richieste del Consigliere Comunale PD di Pavia, Avv. Michele Lissia che chiede, da subito, di rafforzare anche nei nostri regolamenti il divieto di detenzione di armi all’interno delle sedi istituzionali. Assessore che poco importa che dichiarasse di girare armato perché minacciato dall’epoca in cui era poliziotto (10 anni fa); se così fosse stato, le autorità avrebbero dovuto sottoporlo a misure di protezione.

Non un Assessore qualunque, ma l’Assessore alla Sicurezza, alla Polizia Locale e all’Osservatorio all’immigrazione, secondo le deleghe conferite dalla Sindaca quasi a voler suggerire che a Voghera la sicurezza è tutta e soltanto un problema legato all’immigrazione. Sicuramente in parte e per la sua parte lo è e allora interroghiamoci e impegniamoci,

Tutte le forze politiche parlamentari, a comprendere come mai i decreti di espulsione o i daspo per chi delinque non siano quasi mai risolutivi, se il problema stia nella difficile o inapplicabile gestione o nella formulazione e allora nelle sedi opportune, il Parlamento, ci si impegni per renderli effettivi ed efficaci e per supportare ed implementare le Forze dell’Ordine.

Un Assessore alla Sicurezza che così facendo ha interpretato in maniera certamente estensiva e sbagliata il mandato affidatogli, avrà voluto dimostrare non soltanto di essere all’altezza della fiducia in lui riposta dal suo partito e dalla Sindaca ma di potersi in ciò anche distinguere ed eccellere. Peccato che l’ha fatto disconoscendo le regole di comune convivenza civile e lo stato di diritto di cui lui stesso era testimone da avvocato e docente universitario di giurisprudenza.

Uno stato di diritto in cui la tutela del bene pubblico della Sicurezza è in mano alla legge e alle Forze dell’Ordine e a nulla serve che lui ne avesse fatto parte, innanzitutto perché consapevolmente ha deciso di andarsene e poi perché così facendo, reputa di fatto l’inutilità dei suoi ex colleghi o di quanti sono rimasti nelle Forze. Le indagini e la magistratura faranno il loro corso ma guardando le immagini al momento dei fatti, disponibili per tutti, non si può esimersi dal commentare che l’uomo Adriatici doveva preoccuparsi di fornire soccorso tempestivo alla vittima e non che con freddezza dicesse a un testimone “L’importante è quello, che hai visto che stava dandomi un calcio in testa”.

E invece l’Assessore Adriatici doveva immediatamente non chiamare l’amico come lui ex poliziotto ma la Sindaca verso la quale è chiamato a rispondere per le deleghe conferite e in quanto supremo organo per la Sanità e la Sicurezza in città. E la Sindaca con assoluta urgenza e priorità doveva recarsi sul luogo del delitto quale figura di garanzia e, anche lei, preoccuparsi innanzitutto della vita umana.

Niente di tutto ciò. Solo poche frasi, arrivate in ritardo. Ho risentito il video della Sindaca apparso sui social soltanto venerdì sera tarda, a 3 giorni dall’accaduto solo perché il giorno dopo ci sarebbe stata una manifestazione pubblica, il riconoscimento di un fatto grave ma non una parola di cordoglio per la vittima ed i suoi familiari, invece la compassionevole constatazione che un Assessore della Giunta, persona stimata e riconosciuta che tanto ha fatto in questi mesi per la città, è stato travolto da una tragica vicenda. Lui… l’Assessore…

Ecco allora che responsabilità penali che accerterà la magistratura e che evidentemente sono tutte personali, si trasferiscono a livello politico e amministrativo. Ammesso che, come ha dichiarato ieri la Sindaca in Conferenza dei capigruppo, la sospensione fosse effettiva dal momento del reato, allora perché far passare l’autosospensione (istituto giuridico inesistente nella nostra normativa) come il massimo momento di assunzione di responsabilità verso la città del, a quel punto, ex Assessore?

E il Sindaco dove è? Di fronte la “sua” città sgomenta, divisa, lacerata, bisognosa di una linea per il futuro, di riscatto, di trasparenza e di speranza, sarebbe stato un segnale di chiarezza la revoca immediata delle deleghe avocandole a sé definitivamente o provvisoriamente e non perpetrare la posizione attendista nel subire ancora una volta gli eventi con le dimissioni dell’Assessore e la sospensione del Prefetto arrivate dopo giorni.

Una sindaca che si sta facendo succedere addosso e sovrastare dagli eventi da quelli gravissimi come questo a quelli meno gravi dell’ordinaria amministrazione. Incapace di gestire le situazioni, con il sottile dubbio, corroborato dai fatti sin dalla gestione del primo Consiglio Comunale, che la persona che decide del futuro della città non è lei ma che di fronte a decisioni altrui che ci portano con disonore alla ribalta della stampa, si sceglie la via del silenzio e della difesa d’ufficio della posizione politica assunta forse neanche autonoma.

Questo fatto tragico di cronaca ma come ho detto anche amministrativo e politico che è quello che ci interessa approfondire qui oggi, ha fatto emergere il totale fallimento di questa amministrazione. Si è detto che l’Assessore tanto ha fatto per la città: gli immigrati bivaccano in Piazza San Bovo? Togliamo le panchine. Una singola clochard mendica sotto i portici del Duomo? Impediamoglielo con un daspo e si sposta in via Emilia. Fatto sta che la sensazione di sicurezza percepita in città non è migliorata anzi è peggiorata per la crisi che ha portato con sé la pandemia.

Va bene. Questo ha colpito tutte le città in tutto il mondo ma forse allora ci si doveva e deve interrogare su quale è il grado di pericolosità di Voghera rispetto altre città di stesse dimensioni e caratteristiche per scoprire che magari non è quel Bronx che appare oggi e che seguiti e protetti i 10 – facciamo 20 – casi di persone in difficoltà, magari, come in questo caso, anche malate, la situazione percepita può migliorare.

Arriviamo allora al punto. Fallimento anche delle politiche sociali e sanitarie. L’Assessore ai Servizi Sociali Federico Taverna conosceva Youns? Cosa ha fatto prima affinché non accadesse ciò che è accaduto togliendo dall’impaccio il proprio collega di Giunta dal sentirsi investito direttamente di assicurare la giustizia in città? Cosa ha fatto per rendere efficaci i TSO a cui Youns è stato sottoposto e perché le cure potessero costituire per lui una via d’uscita? E soprattutto in generale cosa ha fatto per sostenere, anche economicamente, le forze del volontariato, essenziali nel loro operare sociale? Per approntare una struttura per dare “alloggio” a chi oggi, suo malgrado, vive o dorme per strada affrontando così in maniera diversa il problema della sicurezza visto che ha partecipato alle “ronde” di osservatorio dell’immigrazione insieme ad Adriatici?

Per Implementare i servizi sociali per far fronte a situazioni di malattia, disagio e povertà ma anche alle nuove povertà emergenti createsi a seguito della crisi economica, psicologia e sociale post pandemia.

Veniamo poi all’Assessora indagata per voto di scambio, Francesca Miracca. È vero che siamo tutti garantisti e fiduciosi nell’operato della giustizia però 2 assessori indagati per reati gravi riguardanti la persona e la Pubblica Amministrazione nel giro di 9 mesi e magari non è finita qui, mi sembra oggettivamente un po’ troppo. Si può pensare che sia sfortuna ma dietro ci sono decisioni precise, l’appartenenza, sarà casuale, allo stesso partito politico, la Lega; oppure l’incapacità di alzare la testa verso decisioni prese da altri ed altrove. Anche in questo caso il silenzio.

Nessun ritiro delle deleghe. Nessuna dimissione almeno fino al chiarimento dei fatti per poi magari riassegnarle. Non è tranquillizzante che chi sia indagato per voto di scambio gestisca i bandi e l’assegnazione di contributi economici alle attività produttive e commerciali post covid.

E soprattutto ci si aspetterebbe che se ciò nonostante si continua ad esercitare il proprio ruolo pubblico lo si faccia con onorabilità e dignità e magari un pochino sottotono finché non si chiariscono i fatti.

E invece cosa succede? Che, sebbene nell’esercizio della propria attività professionale di locandiera, l’Assessora viene colta nel proferire parole che inneggiano alla violenza armata e alla guerra civile, alla vigilia di una giornata dove di tutto c’era bisogno fuorché agitare animi e folle. Parole smentite dalla diretta interessata ma, ad oggi, mi risulta il giornalista non sia querelato. Sindaca che si dissocia non dalle parole fuori luogo pronunciate dalla sua Assessora ma da quanto riportato su “Il Foglio”.

Se a ciò si aggiungono fatti senz’altro minori ma cmq indicativi di un certo modo arrogante e autoritario ma non autorevole di fare politica (manifestazione non autorizzata di FdI all’interno del Comune, modifica della viabilità in Piazza Duomo non comunicata, mobilità volontaria del Comandante dopo 20 anni di onorata carriera, incidenti istituzionali nella convocazione del Tavolo per l’Ordine e la Sicurezza, dichiarazione parziale dei redditi della Sindaca ai fini della trasparenza, spegnimento di microfoni della minoranza durante lo svolgimento a distanza del Consiglio, mancata adesione alla Task Force della Questura sulla parità di genere, dichiarazioni dell’Assessore ai LLPP irrispettose dei cittadini- per carità , bazzecole al confronto di oggi)si comprende però il totale fallimento di questa amministrazione .

A nome mio e del PD, la Sindaca, seppur comprensibile nell’ottica politica, supportata da esponenti politici anche di alto livello che minimizzano la situazione e la rincuorano, prenda atto di tale fallimento personale e politico e si dimetta unitamente alla sua Giunta.

Meglio tornare alle urne, sebbene non sia trascorso nemmeno un anno dalle elezioni ma i fatti accaduti sono gravissimi, tali da giustificare altrettanto gravi decisioni e provvedimenti se si ha cuore il bene della città. Non lo dico per interesse personale visto che questa vicenda mi ha così profondamente segnato tanto da farmi fare attente valutazioni sul ruolo dell’amministratore pubblico, né per interesse del PD di cui faccio parte e che non è certo forza politica di maggioranza in città.

Lo dico perché è giusto che i vogheresi giudichino l’originale anziché la copia, perché la copia mal consigliata ha fallito e perché dopo questa gestione fallimentare serve un rilancio economico, sociale, solidale e sicuro della città.

Richiamo al senso di responsabilità le forze moderate che siedono in Consiglio e che si sono ritrovate in qualche punto di questa mia narrazione di oggi. Ex Sindaci, ex Assessori, padri di persone attualmente sedute in questo Consiglio sono convinta che non si sarebbero comportati così, so per certo che non si sono comportati così e che mai si è raggiunto un livello così basso della politica vogherese seppure con scelte discutibili anche in passato.

La politica è sangue e merda” diceva Rino Formica. Io all’interpretazione della politica come la seconda ancora non mi rassegno, ma il sangue in un tale contesto lo abbiamo vissuto sulla pelle, in concreto e non solo in termini metaforici, qui a Voghera e non succedeva da tanto tempo ed in casi gravissimi per la storia dell’Italia. Oggi a Voghera e qui fra noi. Perciò questa Sindaca e la sua Giunta, al di là dei necessari numeri e meccanismi democratici, non ha più nei fatti la mia fiducia né da cittadina né da Consigliera e nemmeno quella della forza politica di Governo che rappresento.”

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