PAVIA VOGHERA 20/03/2021: Arresti in Asst. Michele Brait respinge accuse e metodi dell’indagine. “Le esigenze di custodia cautelare sono inconcepibili. Si infanga la mia reputazione e alla fine nessuno risponderà”
PAVIA VOGHERA – Michele Brait – direttore generale dell’Asst Pavia, messo agli arresti domiciliari in settimana dalla Guardia di Finanza, nell’ambito di una inchiesta avviata della Procura di Pavia sulla gara di appalto con la quale, nel 2017, era stato affidato il trasporto sanitario in provincia (gara poi vinta dalla First Aid) – si difende.
Brait attraverso i sui avvocati Luca Angeleri e Marco Casali, non solo si difende dalle accuse ma contesta anche il metodo dell’indagine che nella giornata di Giovedì è sfociato nella misura massima dell’arresto.
Atto che il Dg definisce “di violenza giudiziaria tanto infondato quanto irragionevole”.
Ecco cosa sostiene Brait nella sua difesa.
“Le esigenze di custodia cautelare sono inconcepibili. Dell’indagine ho saputo dieci mesi fa quando è stata effettuata la prima acquisizione documentale dalla Guardia di Finanza presso gli uffici di Asst e avrei avuto tutto il tempo di inquinare le prove essendo rimasto al mio posto. Nell’ordinanza sono citati moltissimi elementi raccolti successivamente a tale acquisizione documentale, a riprova che nessun inquinamento è stato messo in atto. Non capisco – prosegue Brait entrando nel merito delle accuse – come si possa contestare un reato di tipo fraudolento a me, che quando ancora non era concluso il periodo di prova di First Aid, nel novembre 2017, avevo trasmesso tutta la procedura di gara ai Carabinieri per loro valutazione, e non ho in seguito ricevuto alcun rilievo, come ho scritto in una memoria difensiva che pare non sia stata letta bene”,
“Se il reato è aver fatto una procedura che ha dato un servizio facendo risparmiare soldi pubblici allora il rischio che io lo reiteri è fondato”, prosegue Brait.
Che poi aggiunge. “Si infanga la mia reputazione come uomo e come manager e alla fine nessuno risponderà del male fatto a me e alla mia famiglia. E non capisco per quale motivo, nonostante io ne avessi fatto richiesta per ben due volte, il Pm non mi ha mai interrogato nel corso delle indagini, il che mi induce a pensare che sia stata una scelta premeditata.”
Conclude Michele Brait. “ Ringrazio i tanti che mi hanno inviato messaggi di vicinanza a cui ho purtroppo il divieto del magistrato di rispondere. Spero di non trovarmi in mezzo a un caso Palamara pavese”.
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