OLEVANO 27/01/2021: Presunta maxi truffa nel settore delle biomasse. 11 persone colpite da misure cautelari e sequestro beni per oltre 140 milioni di euro
OLEVANO – A seguito delle indagini condotte con il coordinamento del procuratore aggiunto Mario Venditti e del sostituto procuratore Paolo Mazza, la Guardia di Finanza e i Carabinieri di Pavia stanno eseguendo, dalle prime luci dell’alba, 11 misure cautelari personali (6 arresti domiciliari e 5 obblighi di firma) e oltre 50 perquisizioni in diverse Regioni del Centro-Nord (Trentino – Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna, Lazio), ed anche nella provincia di Pavia. L’operazione punta a sradicare un’organizzazione criminale che dal 2012 ad oggi avrebbe frodato oltre 143 milioni di Euro di contributi pubblici.
SEQUESTRI A PAVIA E IN ITALIA
Durante queste ore le Fiamme Gialle stanno sequestrando, come disposto dal GIP del Tribunale di Pavia, 69 rapporti bancari, 22 quote societarie di altrettante società del gruppo del valore di circa 19 milioni di euro, 147 fra veicoli, immobili e terreni del valore di oltre 12 milioni di euro, tra cui un prestigioso appartamento nel cuore di Milano, una villa di pregio con piscina vista mare sita in Portobello di Gallura (SS) e una villa in collina sita in Galbiate (LC) oltre all’intera centrale elettrica del valore di circa 70 milioni.
L’ORIGINE DELL’INDAGINE
Tutto nasce quando, nel 2011, per aderire al protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici e per rispettare gli impegni assunti dall’Italia a livello internazionale per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, sono stati introdotti specifici incentivi economici per l’uso di energia da fonti rinnovabili, tra cui, le biomasse legnose.
La legge, però, subordina tale incentivo economico all’utilizzo di legname proveniente da un razionale e corretto sfruttamento dei boschi che assicuri di preservare il loro naturale ciclo vitale e, per tale motivo, impone rigide regole sulla provenienza e sulla tracciabilità delle biomasse bruciate.
Ma tale meccanismo virtuoso, per gli inquirenti pavesi, non sarebbe stato rispettato della ditta BIOLEVANO che, sempre secondo l’accusa, si sarebbe accaparrata fraudolentemente degli incentivi statali.
INGENTI GUADAGNI
Per dare un ordine di grandezza della presunta truffa, gli inquirenti spiegano che: per ogni milione di euro di energia venduta, la Biolevano percepiva dal Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) oltre 3 milioni di euro di contributi, ovvero, il massimo degli incentivi possibili!
Tale cospicuo incentivo sarebbe stato (a seguito di un accordo siglato nel 2012 tra la BIOLEVANO e il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MIPAF)), possibile solo perché la ditta lomellina si era impegnata a utilizzare esclusivamente legname tracciato, certificato e proveniente da zone limitrofe all’impianto (max 70 Km).
Impegno che per gli inquirenti sarebbe stato solo sulla carta, poiché, la ditta avrebbe invece acquistato qualunque tipo di legname, ovunque reperibile (a volte anche all’estero) purché al minor prezzo possibile!
CARTE FALSIFICATE
Gli inquirenti spiegano anche che per far risultare tutto in regola circa la provenienza locale del legname, sarebbero state falsificate le carte, cioè, falsificati i documenti di trasporto e le fatture. Con tali presunti ‘artifizi e raggiri’ gli indagati e arrestati sarebbero riusciti a frodare negli ultimi 5 anni contributi per oltre 143 Milioni di Euro (soldi erogati dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ma in ultima analisi prelevati dalle tariffe delle bollette elettriche pagate da tutti i cittadini, attraverso una specifica voce in bolletta a sostegno delle energie rinnovabili).
L’indagine è partita nell’ottobre del 2019, sulla base di un’attività di intelligence poi sviluppata insieme alla Compagnia Guardia di Finanza Pavia.
ACQUISTI E USO DI LEGNO NON CERTIFICATO
Durate l’indagine sarebbe emerso come la centrale elettrica, appena raggiunto il pieno regime di funzionamento, avrebbe acquistato legname e biomasse non tracciate e ubicate ben oltre i 70 km di distanza previsti dalla normativa di settore, approvvigionandosi da fornitori non abilitati a certificare il prodotto, da aziende di trasformazione del legno non rientranti negli accordi quadro e da commercianti anche esteri.
Tra le centinaia di carichi attenzionati in fase di indagine i militari della Guardia di Finanza, a solo titolo esemplificativo, ve ne sarebbe stato uno “falsamente tracciato ed a km zero” proveniente dalla Svizzera. Inoltre sarebbe emerso come molti degli autisti trasportatori di biomassa, viaggiassero con due documenti di trasporto: uno vero con provenienza non incentivabile (che sarebbe stato distrutto non appena il carico arrivava nei pressi dell’impianto); e uno falso redatto ad hoc che veniva conservato agli atti per dimostrare agli ispettori del ministero che tutto era regolare.
Il ruolo di principale promotore di tale frode lo avrebbe avuto un 71enne, al quale si sarebbero affiancati altri due uomini.
Sul fronte dei fornitori di legname, le attività investigative, durate circa 1 anno, avrebbero permesso di individuare, per gli anni che vanno dal 2012 al 2019, altri 3 soggetti: amministratori di società che, in associazione tra loro e con i vertici della centrale elettrica, si sarebbero adoperati affinché la stessa potesse ottenere fraudolentemente il massimo contributo statale disponibile.
Le perquisizioni e i sequestri della copiosa documentazione e dei supporti informatici che le fiamme gialle stanno eseguendo in queste ore, potrebbero portare ad ulteriori sviluppi investigativi in relazione ad aspetti ancora da chiarire circa la reale provenienza e qualità di alcune partite di materiale conferite presso gli impianti della Biolevano.
Le indagini proseguono per l’esecuzione di ulteriori accertamenti sia di natura documentale che attraverso l’acquisizione di informazioni, al fine di individuare ulteriori figure, fisiche e giuridiche che, nel corso degli anni si sarebbero occupate di eseguire perizie agronomiche finalizzate alla quantificazione della biomassa presente nella c.d. “filiera corta” locale.
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