PAVIA 01/10/2020: La Direzione Investigativa Antimafia e Carabinieri sequestrano valori per 2.5 milioni provento di rapine e furti commessi anche in provincia
PAVIA – La Direzione Investigativa Antimafia di Milano e i Carabinieri del Comando Provinciale di Pavia, in esecuzione di un decreto emesso dal Tribunale di Torino, su proposta del Direttore della DIA, hanno sequestro ad un pregiudicato di etnia “sinti” piemontese, residente ad Asti, già sottoposto alla sorveglianza speciale di P.S. (confermata dalla Corte d’Appello di Torino) e già condannato in via definitiva per plurimi reati contro il patrimonio commessi nell’arco temporale compreso dall’anno 1982 all’anno 2015, di beni immobili che non sarebbero giustificati dal reddito dichiarato, e per un valore complessivo di oltre 2.5 milioni di euro.
Il soggetto era a capo di un banda che nel 2015/2016, in diverse Province del Nord Ovest fra cui quella di Pavia, aveva compiuto decine di furti e rapine in villa (81 gli episodi ricostruiti dagli investigatori) accedendovi facendo credere ai proprietari di essere dei Carabinieri.
Nel 2015, al termine di una complessa attività investigativa, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Pavia avevano arrestato D.A., residente ad Asti, allora 53enne, quale presunto responsabile di un’associazione a delinquere composta da soggetti di etnia sinti e dedita alla commissione, nelle provincie di Pavia, Piacenza, Brescia e Bergamo, di numerose rapine e furti nei confronti di soggetti appartenenti alle cosiddette “fasce deboli”.
RAPINE e FURTI
Le rapine e i furti sono stati commesse presentandosi, attraverso l’impiego di falsi segni distintivi (tesserini, placche e lampeggianti), quali appartenenti all’Arma dei Carabinieri, ingannando le vittime che, in buona fede, concedevano così libero accesso alle proprie abitazioni. In tal modo, l’associazione sarebbe riuscita ad impossessarsi, oltre che di denaro contante, di gioielli, orologi di pregio, autovetture, armi e beni di consumo elettronici di rilevante valore.
A seguito di indagini sul territorio lombardo, il Centro Operativo della DIA di Milano e l’Arma di Pavia, hanno proceduto ad una dettagliata ricostruzione della biografia criminale del soggetto, sia ad una analisi dei redditi e dei patrimoni del medesimo soggetto. Indagine che avrebbe appurato – in capo allo stesso ed attraverso la fittizia intestazione a propri congiunti – il possesso di numerosi immobili, acquistati negli stessi anni in cui egli sarebbe stato dedito alla commissione di varie attività delittuose (non da ultime le rapine), e soprattutto in totale assenza di ogni fonte di redditività lecita.
BENI SEQUESTRATI ANCHE IN PROVINCIA DI PAVIA
Gli esiti investigativi, su proposta del Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, sono stati trasmessi al Tribunale di Torino, che, sulla scorta di quanto segnalato, ha disposto nei confronti del soggetto la misura di prevenzione patrimoniale, con il sequestro di 12 immobili e diversi terreni siti nelle provincie di Asti, Alessandria, Savona e Pavia, per un controvalore complessivo di circa 2,5 milioni di euro.
I SEQUESTRI A PAVIA E SAN GENESIO
Più precisamente, in Pavia capoluogo sono stati sequestrati due appartamenti e un garage. Mentre a San Genesio il sequestro ha interessato un appartamento. Secondo gli inquirenti, in questi immobili erano state create le basi nel periodo in cui i furti e le rapine venivano perpetrate in provincia (prevalentemente a Pavia e nei dintorni).
Le attività sono state eseguite ad opera del personale del Centro Operativo della DIA di Milano e dai Carabinieri del Comando Provinciale di Pavia congiuntamente delegati dalla A.G. piemontese allo svolgimento degli accertamenti propedeutici, nonché ora all’esecuzione, con il supporto di personale dell’Arma di Asti e del Centro Operativo della DIA di Genova.
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