CODEVILLA 11/09/2020: Un museo dedicato a “Maria Maddalena Rossi” grande donna oltrepadana del ‘900
CODEVILLA – Nasce Codevilla il percorso espositivo della Raccolta Museale “Maria Maddalena Rossi”.
La cerimonia si svolgerà il giorno 19 settembre alle ore 10.30 negli spazi antistanti del Palazzo municipale (dove ha sede anche la raccolta museale) e vedrà il saluto istituzionale delle autorità intervenute, la presentazione del percorso espositivo e della raccolta stessa, la benedizione e il taglio del nastro. Alla cerimonia e alla visita al Museo (necessariamente con ingressi contingentati) seguirà un rinfresco con vini e prodotti locali, gentilmente offerto da alcune aziende del territorio.
La cerimonia cade nel 25° anno dalla morte della Rossi e nel weekend dedicato alle Giornate europee del Patrimonio.
La raccolta era già esposta presso il Palazzo municipale, ma ora, fortemente voluta e sollecitata dall’attuale Amministrazione comunale, è stata predisposta una musealizzazione degli spazi e dei reperti. E’ stato istituito formalmente il Museo e studiato un percorso espositivo che valorizzasse sia le opere sia la figura, a tutto tondo, della Rossi.
La Raccolta Museale “M. M. Rossi” vanta infatti autori di grande risonanza e valore storico artistico, come Sassu, Afro, Rotella, Guttuso ecc…, ma è certamente la figura della sua donatrice a far da punto centrale di tutto il percorso.
La Rossi infatti, codevillese di nascita, fu tra le poche donne elette nell’Assemblea Costituente e spese tutta la sua carriera da deputato e da Presidente dell’Unione donne italiane, per i diritti delle donne e dei più deboli.
Fu grazie anche al suo impegno che vennero realizzati i cosiddetti “treni della felicità” e che alle vittime delle cosiddette “marocchinate” fu riconosciuta giustizia.
L’inaugurazione di questa mostra, resa possibile grazie anche all’attento studio di Susanna Zatti e Simona Guioli, al sostegno tecnico e amministrativo del Sistema museale dell’Oltrepò pavese e al contributo di Fondazione Cariplo, è stata un susseguirsi di scoperte e di contatti, rappresentando inevitabilmente un punto di partenza e non un traguardo. L’intenzione futura è quella infatti di implementare sempre più la conoscenza non solo della storia delle opere, ma soprattutto delle molteplici sfaccettature che caratterizzano la vita e la carriera di questa incredibile donna, dai tratti estremamente moderni.
LA VITA
Maria Maddalena Rossi nacque a Codevilla da una famiglia benestante, condizione che le permise di laurearsi in chimica e trovar presto lavoro dapprima in Liguria e in seguito a Milano, dove incontrò colui che divenne suo marito, il chimico Antonio Semproni.
Gli ambienti universitari le permisero di avvicinarsi alla politica e nel 1937 aderì al Partito Comunista d’Italia, movimento ancora clandestino, dove dove militò nella lotta antifascista. Il suo fervore e la sua passione alla causa la portarono nel 1942 ad essere arrestata dalla polizia fascista a Bergamo e condannata al confino fino al luglio 1943. Tornata a Milano nel dicembre 1944, entrò a far parte della redazione de l’Unità (all’epoca ancora giornale clandestino); nello stesso anno entrò a far parte della Commissione stampa e propaganda della direzione alta Italia del PCI.
Nel 1946 fu eletta nell’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana nel gruppo comunista.
Nel frattempo divenne una delle principali esponenti dell’Unione Donne Italiane, di cui diventerà presidente nazionale dal 1947 al 1956. Fu poi eletta Deputata nella I, II e III legislatura.
Tra il 1957 ed il 1967 fu vicepresidente della Federazione Democratica Internazionale Femminile.
Nel 1963 non si ricandidò alla Camera dei Deputati e, trasferitasi a Portovenere, lavorò nella politica locale, diventando Sindaco nel 1970.
Morì nella sua casa di Milano il 19 settembre 1995, a sole 2 settimane dal compimento dei 90 anni. Riposa a Codevilla. Dal 2 novembre 2015 il suo nome è iscritto al Famedio del Cimitero Monumentale di Milano.
LE OPERE
La raccolta di 48 opere tra dipinti, grafiche e sculture, donata al Comune di Codevilla da Maria Maddalena Rossi è un’evidente testimonianza della passione della senatrice per l’arte, oltre che dell’amicizia e dell’affetto che la avevano legata ad alcuni degli esponenti più significativi del panorama artistico italiano del Novecento. Subito a prima vista, ciò che colpisce della collezione è la quasi esclusiva presenza di opere di tema figurativo (con la sola eccezione di due litografie “astratte” di Afro), espresso in forme iconiche, di immediata decodificazione: si tratta di nature morte, paesaggi, scene di interni e, soprattutto, ritratti femminili più o meno dettagliati e rifiniti, ma tutti di evidente riconoscibilità. Poi, indagando nella storia dei vari autori, si scopre che la maggior parte di loro è accomunata dall’impegno politico e sociale che ha ispirato la loro arte, dalle loro scelte etiche prima che estetiche, dalla partecipazione alle lotte antifasciste e, nel dopoguerra, al dibattito per la ricostruzione morale del Paese.
La collezione trova una sua omogeneità stilistica, dunque, nell’essere espressione di quella tendenza realista che aveva contraddistinto le arti figurative tra gli anni Trenta e Sessanta; la Rossi è disinteressata all’Astrattismo, alla pittura informale e frequenta invece gli artisti e le gallerie di tendenza che, a Milano e a Roma, intendono l’arte non solo come bellezza ma anche come mezzo di intervento sociale. A Milano, insieme col marito Antonio Semproni, aveva acquisito opere di Guttuso, Pizzinato, Salvadori, Gabriele Mucchi e della moglie Genni; poi nella capitale aveva conosciuto gli esponenti della “Scuola romana”, stringendo amicizia in particolare con la coppia Mario Mafai/Antonietta Raphaël, e frequentato Robert Carroll, l’artista statunitense di cui la raccolta possiede un buon nucleo di dipinti. La delegazione culturale in Cina, cui la Rossi partecipò nel 1956, la mise in stretto contatto con Aligi Sassu e con Tono Zancanaro; ad altri artisti come Tiziana Fantini, Franco Rognoni, Corrado Cagli, Federica Galli, Giuseppe Saturno (conosciuto a Portovenere), la collezionista si era legata nel corso della vita, come anche dimostrano le dediche affettuose apposte su alcune opere.
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