VOGHERA OLTREPO 11/06/2020: A scuola a settembre senza limitazioni protezioni e distanziamento. Lo chiede un gruppo di genitori al ministero
VOGHERA OLTREPO – Un gruppo di cittadini residenti in Voghera e nei comuni limitrofi ha inviato una istanza al Ministro dell’Istruzione.
Come si legge nell'”oggetto” della richiesta, questi genitori domandano al Dicastero: “il ripristino già in questo anno scolastico (2020/2021), sin da settembre 2020 della ordinaria attività educativa e di istruzione scolastica, solo in presenza dei docenti ed all’interno dell’edificio scolastico (con eventuale implementazioni di didattica all’aria aperta)”.
Inoltre gli stessi chiedono una didattica “priva di ostacoli alla socialità come “distanziamento sociale”/protezione naso bocca, od altre misure non giustificate e non proporzionali rispetto al rischio corso nell’età pediatrica.”
Nella “premessa”, il gruppo di genitori spiega che “in questi mesi di didattica a distanza, gli alunni hanno risentito molto della mancanza della convivenza con insegnanti e compagni, del contatto umano e delle relazioni interpersonali e che, anche dal punto di vista dell’apprendimento, c’è stata una grave carenza.”
Inoltre, imputano alla Didattica a Distanza “un’eccessiva esposizione a onde elettromagnetiche e all’utilizzo di dispositivi tecnologici (smartphone, pc, ecc) per le videolezioni, che comportano seri problemi alla salute psicofisica soprattutto di bambini e adolescenti, senza considerare anche danni alla postura, eccessivo carico cognitivo, difficoltà di discernimento tra realtà e fantasia, difficoltà di concentrazione, ecc.”.
A ciò aggiungono anche “che non è giustificabile il pensare di rivoluzionare il sistema scolastico sulla base di un periodo di emergenza contingentato, rendendo permanenti misure provvisorie.”
Tutto ciò premesso, il gruppo approfondisce le varie ragioni alla base dell’istanza: “Bambini e bambine che hanno già pagato un grande prezzo non solo per non essere potuti uscire di casa per molte settimane, lontani dai propri affetti ed amici o dalle loro passioni sportive od artistiche, ma soprattutto per la interruzione e sospensione improvvisa di partecipazione e contatto fisico con il loro mondo relazionale scolastico, in presenza con insegnanti, compagni e compagne, e con tutte le figure che abitano la scuola ed a cui erano vicini ed in qualche relazione.” “Per non dire poi del sacrificio richiesto al tempo ed alla serenità delle famiglie, che già si sono fatte carico della gestione sociale e didattica a distanza dei loro figli, trasformandosi all’occorrenza in informali assistenti scolastici non stipendiati, un ruolo che non compete loro”).
Dopo queste (e altre) “motivazioni”, il gruppo di cittadini di Voghera e limitrofi conclude sostenendo: “A questo scempio del vivere civile, sociale, formativo ed educativo – che rischia di “uccidere i sogni dei nostri figli” e che nega il contatto fisico, la vicinanza, l’imparare in presenza con l’altro, confinando il mondo della infanzia ed adolescenza in un universo di distanziamento sociale e modalità virtuali di apprendimento permanenti, ove perenne è la paura dell’ignoto e del compagno di banco “untore” – noi diciamo no.”
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