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VOGHERA 19/06/2020: Un ventilatore polmonare in dono all’ospedale per tornare alla normalità dopo il Coronavirus. Gallera. “Da noi c’è stato il cratere della bomba”

Giugno 19
21:12 2020

VOGHERA – Un apparecchio che oggi non fa quasi più notizia ma la cui presenza o meno in un qualsiasi ospedale della regione – compreso quello di Voghera (trasformato in nosocomio Covid) – nei mesi di febbraio, marzo e aprile faceva la differenza fra la vita e la morte di un paziente.

Un ventilatore polmonare, indicato per il supporto di ventilazione continua o intermittente in pazienti con un peso di almeno 5 kg.

E’ attorno a questo piccolo apparecchio ma dell’incredibile valore di 9.028 euro, che questa mattina, per la prima volta dopo tanti mesi, all’ospedale cittadino si è tenuta una cerimonia quasi normale: con tanta gente presente… sebbene distanziata e con le mascherine anti Covid indossate.

L’occasione è stata la donazione al nosocomio dello strumento da parte del Lions Club. La cerimonia ha avuto luogo all’aperto, nell’area antistante gli Ambulatori di Fisiatria, alla presenza, fra gli altri, del governatore dei Lions, Angelo Chiesa, del direttore generale dell’Asst Michele Brait e dell’assessore regionale Giulio Gallera. Con loro, le autorità cittadine e i sanitari del presidio iriense, guidati dal dottor Maurizio Raimondi, responsabile della terapia intensiva, il reparto divenuto simbolo assoluto della lotta nazionale al Coronavirus.

“Grazie al Lions per questo bellissimo gesto di generosità – ha esordito il direttore Brait -. Un gesto che si unisce ai tanti che abbiamo ricevuto in questo periodo di grande difficoltà da parte della cittadinanza… che è stata molto vicina a noi e al lavoro che abbiamo fatto: non dimentichiamo che la nostra struttura – ha precisato Brait – non aveva un reparto di malattie infettive, eppure a livello aziendale abbiamo attivato oltre 300 posti letto per assistere i pazienti covid.”

Un riconoscimento al lavoro fatto dall’ospedale è venuto anche dal Governatore dei Lions.

“La grande preparazione e devozione dei nostri medici, infermieri e scienziati ha permesso di salvare un numero incalcolabile di persone – ha detto Chiesa -. Alcuni di questi silenziosi eroi lavorano qui, presso l’ospedale di Voghera: ecco perché, grazie alla collaborazione della Fondazione Lions Club International, il Distretto ha deciso di donare un ventilatore polmonare a questa struttura.”

Presente alla consegna anche il primo cittadino Carlo Barbieri il quale, ricordando la “situazione di incertezza quasi assoluta” che la città si è trovata ad affrontare, ha ringraziato “la professionalità dei medici e di tutti i sanitari che, con il supporto delle forze dell’ordine, ci hanno permesso di governare questo difficilissimo momento.”

Non potevano mancare alla cerimonia i referenti del territorio presenti in Parlamento.
L’onorevole Elena Lucchini ha ricordato la “grandissima solidarietà” il “grandissimo senso civico dimostrati da parte di tutta la città”.

“Sono rimasta veramente colpita da questo senso di impegno collettivo, ognuno nel proprio ambito e nel proprio ruolo, nel voler contribuire dare un aiuto concreto all’ospedale”, ha aggiunto Lucchini, non prima d’aver ringraziato i sanitari “che, giorno e notte, hanno fatto il possibile per svolgere la propria attività anche mettendo a repentaglio la loro stessa salute… nel timore di tornare a casa dai propri familiari, con il timore di contagiarli.”

L’onorevole Alessandro Cattaneo ha invece voluto spiegare ai presenti le difficoltà di far capire a Roma la gravità di quello che è successo al Nord e in particolare in Lombardia.

“I miei colleghi mi fanno domande chiedendomi se veramente era… ‘il caso’ di prendere certe decisioni, di fare certe cose. Gli rispondo: voi non avete perso i vostri cari e i vostri amici, non avete combattuto in prima linea come hanno fatto i nostri sanitari e i nostri sindaci. Purtroppo – ha aggiunto senza nascondere le criticità che si cono state nella gestione dell’emergenza – ci sono visioni deformate e distorte su ciò che è accaduto.”

L’ultima parola è stata per Giulio Gallera, l’assessore regionale che per settimane è stato il volto della Regione e che, su tutti i media, giorno per giorno ha raccontato il dramma dello ‘tzunami’, come è stato più volte definito il coronavirus: un evento che sembra aver condizionato l’intero agire della Regione.

“Cioè è successo qui è qualcosa di pazzesco – ha esordito l’assessore strappando l’applauso a molti dei presenti -. Ed è successo nella terra più generosa, più volitiva, più intraprendente: fatta di uomini e di donne che non hanno mai chiesto niente a nessuno ma che hanno sempre conquistato da soli il loro posto nella società… nel loro percorso di lavoro”,

“Noi siamo quelli che hanno avuto il cratere della bomba che ha travolto tutti improvvisamente”, ha proseguito Gallera cercando di rendere l’idea di ciò che in quei momenti accadeva.

“Nel mese di febbraio sembra che sia scattato un clic… e noi in tre giorni abbiamo avuto i primi 114 positivi… e nell’arco di una settimana i positivi erano diventati 1000… e dopo poco avevamo già 100 persone in terapia intensiva… che 15 giorni dopo erano diventate 300, come in un’ondata incredibile.”

Gallera racconta dalle telefonate in cui sentiva “la voce ansimante degli operatoti che, dai pronto soccorso, raccontavano che stavano arrivando, prima 10, poi 20, poi 50 persone… tutte insieme, tutte gravissime e tutte che avevano bisogno di essere ricoverate.”

Una cosa alla quale all’inizio anche l’assessore stesso fatica a credere. “Invece la caratteristica del coronavirus è stata proprio questa: di fare arrivare dalla sera alla mattina una quantità di persone in Ospedale che non sapevi più dove mettere nè come gestire, e che avevano tutte dei bisogni giganteschi… che avevano bisogno di aria.”

Così come aveva fatto durante le famose dirette facebook, Gallera racconta ancora episodi vissuti in quei momenti.

“In ospedale un giorno ha visto frotte di sanitari che, tutti insieme, passavano per i corridoi. Alla mia domanda mi è stato spiegato che erano i corsi di preparazione all’utilizzo delle Cpad (i caschi per la ventilazione forzata ndr): e fra i medici che stavano imparando c’erano pediatri, ortopedici… tutti che cercavano di capire come funzionavano i respiratori… perchè c’era bisogno… ed è in questo modo che abbiamo trasformato da 1.000 a 12.000 i posti di pneumologia e di malattie infettive nei nostri ospedali.”

Gallera ha poi concluso ringraziando medici e infermieri per essersi messi a disposizione.

“Voi avete risposto – ha detto -. Grazie veramente perché avete dato una dimostrazione straordinaria in quei momenti così drammatici. Avete dimostrato cosa voglia dire mettersi a disposizione degli altri in maniera totale, senza guardare all’orario, senza pensare ai propri parenti a casa, ai rischi del contagio. Ognuno ha dato tutto quello che aveva. Grazie.”

La cerimonia si è conclusa con una visita nel nuovo Pronto Soccorso, nella nuova Emodinamica e nella zona in cui si vorrebbero realizzare (con i fondi dell’Europa) il nuovo blocco operatorio ed il nuovo reparto di Terapia Intensiva.

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