VOGHERA 19/05/2020: La protesta delle scuole paritarie cittadine contro il Decreto rilancio che non le contempla. “E’ un danno per le famiglie e un autogol per lo Stato”
VOGHERA – Anche le scuole paritarie di Voghera protestano contro il “Decreto rilancio” del Governo Conte, che le al momento le esclude dalle sovvenzioni statali.
Le suore Agostiniane, responsabili della gestione dell’istituto Santa Caterina esprimono tutta la loro amarezza e delusione esponendo un cartello (“Noi siamo invisibili per questo governo”) sul portone della scuola.
Le religiose vogheresi affidano la loro preoccupazione alle parole Giorgio Zucchelli, presidente Fidae Lombardia, Federazione delle scuole paritarie cattoliche, affinchè non vengano adottate misure discriminatorie verso i quasi 900mila alunni e i 160mila docenti delle paritarie italiane“.
“Niente da fare. Anche nel decreto Rilancio, presentato in settimana dal premier Giuseppe Conte, le scuole paritarie sono quasi totalmente trascurate – scrive Zucchelli -. Non è certo una dimenticanza, ma una scelta, dopo le continue sollecitazioni che sono venute al governo da parte delle rispettive associazioni e dalla stessa Conferenza Episcopale Italiana.”
“Niente da fare – prosegue Zucchelli -. Nel decreto sono stanziati 1.5 miliardi per le scuole statali in vista di garantire la ripresa delle attività e solo 80 milioni per le scuole dell’infanzia: pari a 152 Euro per alunno. Una mancia. Niente agli alunni degli altri livelli scolastici, dalla Primaria alle Secondarie. Una vera e propria discriminazione nei confronti dei cittadini studenti delle scuole paritarie e dei loro genitori.”
Il presidente Fidae Lombardia ricorda poi le recenti (inascoltate) dichiarazioni della ministra Azzolina in Parlamento, che ha colto l’occasione per rammentare “la funzione sussidiaria che le scuole paritarie svolgono nella società e nell’ambito dell’istruzione quale parte integrante del sistema nazionale di istruzione”.
La decisione del Governo Conte viene poi definita “Una presa in giro” da Zucchelli, che denuncia la “violazione del diritto di libera scelta educativa da parte dei genitori italiani, garantito dalla costituzione”; il fatto che “genitori e scuole paritarie dovranno far fronte ad ulteriori spese (e molte non ce la faranno)”; nonché “l’autogol colossale che sta per fare lo Stato”.
“Le 12.000 paritarie italiane contano oggi 866.000 studenti continua Zucchelli -. Il contributo dello Stato per queste scuole è pari, nel 2020, a 651 milioni di euro: mediamente 752 Euro per alunno che varia dai 295 Euro per uno studente della scuola secondaria di primo grado fino ai 1.007 Euro per uno della scuola dell’infanzia. Nel contempo, per un alunno nel sistema delle scuole statali lo Stato spende circa 8 volte di più, con un costo annuo che oscilla tra 5.300 e 6.700 Euro. La maggior parte dei costi del sistema paritario è quindi in capo alle famiglie degli studenti iscritti che, in aggiunta ai costi dell’istruzione non statale, sovvenzionano, con le proprie tasse, il sistema scolastico statale.”
Secondo Giorgio Zucchelli, a queste condizioni “un terzo delle scuole paritarie del Paese potrebbe non poter sostenere i costi per riaprire a settembre e i loro studenti passerebbero alle statali”.
E queste ultime, “si troverebbero così, in poco tempo, a dover assorbire l’ingresso di oltre 290 mila studenti, un incremento pari al 4% del totale degli iscritti. Così lo Stato dovrà far fronte a un esborso di 1,6 miliardi di Euro in più all’anno.”
“Per questi motivi – prosegue Zucchelli -, non sembra irragionevole che, tra gli interventi di ordine economico ve ne sia anche un a favore delle famiglie degli studenti delle scuole paritarie in forme adeguate.”
“Aiutare le scuole pubbliche paritarie oggi vuol dire generare un risparmio di spesa nell’immediato futuro, oltre che evitare un aggravio al problema logistico delle scuole pubbliche statali e non mettere a rischio il lavoro di circa 100.000 dipendenti”, conclude Giorgio Zucchelli, presidente Fidae Lombardia.
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